Ha ispirato artisti, impressionato ‘genti’ e saziato buongustai. Stretta fra mare e monti, la costiera sorrentina ristora gli animi con stile e buona tavola.
“Qui dove il mare luccica e tira forte il vento”. Le parole immortali di Lucio Dalla consegnano la fotografia di una terra unica. Stretta fra mare e monti. Davanti c’è il golfo di Napoli. Alle spalle, i monti Lattari. La costiera sorrentina è parte dell’omonima penisola, ne costituisce il versante nord. Temprata da sale e brezza marina, agitata dalle correnti d’aria dell’entroterra. Perfetta esposizione al sole, rocce dolomitiche, terreni argillosi e umidità. Un microclima difficilmente riproducibile, la ricetta perfetta per quel gran proliferare di materie prime e artigianalità locale. Latticini e formaggi, arance e limoni, noci, olio, vino, preparazioni dolci e salate che innescano dipendenza.
I giardini di limoni
Sono le tradizionali “pagliarelle”, stuoie di paglia sostenute da pali di legno di castagno, costruite per proteggere gli alberi di limoni. Non limoni qualsiasi, ma il Limone di Sorrento I.G.P. (indicazione geografica protetta),detto anche Massese e Ovale di Sorrento. Panciuto, ellittico, giallo paglierino, molto succoso. La buccia, ricca di oli essenziali, viene utilizzata per la produzione del Limoncello che è, per l’appunto, un infuso di bucce, alcol e zucchero. Nelle pasticcerie sorrentine tanto, forse tutto, profuma di limone. Altezzosa, spicca sua maestà la Delizia al limone, cupoletta di pan di Spagna e crema. A Sant’Agnello, appena fuori Sorrento, in molti fanno la fila per assaggiarla Da Pina. Bar e pasticceria dal 1971. Oltre alle immancabili mignon partenopee, cioccolatini e gelato, in autunno si materializzano i primi panettoni. Sì perché, nonostante il Corona Virus, il Natale arriverà. E di abbracci zuccherini ne avremo un gran bisogno.
Torna a Surriento
Romantica e ridente. Sorrento è un promontorio sul mare, più che una città è considerata un miracolo della natura. Cuore pulsante della costiera sorrentina. Le stradine laterali allineano artigiani e botteghe, invece in piazza Torquato Tasso lo shopping si concentra da Terranova. Punto vendita cittadino dell’omonima azienda agricola a Sant’Agata sui Due Golfi. Prodotti agricoli trasformati in paté e conserve sott’olio, antichi rosoli della Costiera, marmellate, confetture ed olio extravergine di oliva. Prodotto e imbottigliato in azienda, utilizzando olive Leccino e Ogliarola. Immancabili il Limoncello e il pregiato Nocino, liquore a base di noci, ancora acerbe, messe a macerare in alcol e zucchero.
Parentesi frutta secca
Guscio regolare, non troppo spesso, leggermente appuntito. Frutto riconoscibilissimo, voluminoso, dal sapore gradevole, poco oleoso, color bianco crema. Signore e signori, la Noce di Sorrento. Diversamente da altre cultivar, il gheriglio qui si estrae integro, a tutto vantaggio del consumatore e dell’industria dolciaria. A Piano di Sorrento, è consigliato un giro di rifornimento da Deia, dolcezze artigianali dal 1981. Tutto il mondo della frutta secca in guscio, al naturale, essiccata e candita. Un colpo basso per gli assaggiatori seriali.
Pane, amore e Provolone del Monaco
Per fare un pieno di lattosio e caseina, la tappa consigliata è il Caseificio Scala, sempre a Piano di Sorrento. Dalla ricotta fresca al pluripremiato Provolone del Monaco. Adorato da chef e pizzaioli, gustoso e aromatico, orgogliosamente D.O.P. (denominazione di origine protetta). È un formaggio a pasta filata, stagionato per almeno sei mesi. Viene prodotto con latte crudo di cui il 20%, per disciplinare, deve essere di mucca agerolese. Il nome bizzarro potrebbe far riferimento al mantello, simile a un saio, che i contadini indossavano durante il trasporto del formaggio via mare, destinazione Napoli. E i napoletani, mai avari di slanci teatrali, vedendoli arrivare così bardati, non poterono non sottolinearne la somiglianza con i monaci.
Il Provolone basterebbe ampiamente a sé stesso, in una sorta di degustazione meditativa. È ideale da aggiungere in molte preparazioni, non solo tradizionali stricto sensu. Deliziosi gli spaghettini all’acqua di limone, olio e Provolone del Monaco proposti dallo chef Peppe Guida, nella sua Antica Osteria Nonna Rosa, a Vico Equense, premiata con una stella dalla Guida Michelin. In questo periodo complicato, lavorano di venerdì, sabato domenica, solo a pranzo e solo su prenotazione. Cucina di grande qualità, la celebrazione di un territorio attraverso un utilizzo magistrale delle materie prime più rappresentative.
Antica Osteria Nonna Rosa
Via Bonea, 4
80069 Vico Equense (Na)
Tel. 334 391 7950
Il vino dell’Abbazia di Crapolla
A Vico Equense, nell’antica Abbazia di Crapolla si ripete ogni anno il miracolo di una coraggiosa scommessa imprenditoriale. Fare il vino e farlo bene. Voce del verbo fare per includere tutto, dall’allevamento della vite, alla successiva vinificazione. In una terra vocata più ad agrumeti e ulivi, i risultati ottenuti sono stupefacenti. Il bianco Sireo, blend di Fiano di Avellino e Falanghina, fresco, di ampio respiro, si accompagna ai piatti di mare, ma anche ai taglieri di formaggi, salumi e pane cafone che sono un classico in costiera sorrentina. Soprattutto, se si fa tappa dalla famiglia Di Gennaro de La Tradizione, a Vico Equense. Un luogo del benessere in cui destreggiarsi tra l’ottima cucina ‘di casa’ e i mille assaggi del territorio (e non solo). Molti chef fanno la spesa qui. Conviene lasciarsi guidare, lo staff è una famiglia generosa, accogliente. Per primi sanno godere del buono, l’offerta al pubblico è stata una naturale conseguenza. Quindi assaggiare, assaggiare il più possibile. Occasioni che non capitano facilmente.
La Tradizione
Via R. Bosco, 969 – Vico Equense
Tel: 081 8028437
Abbazia di Crapolla
Via San Filippo a Vico Equense
Tel. 338 943 0527