Nuovo indirizzo per gli amanti del bere di qualità, con il plus dell’esplorazione di un territorio più che caratteristico: a Trecase, è iniziata una nuova era per Casa Setaro, tra degustazioni, ristorazione e camere immerse nei vigneti.
A Casa Setaro, Massimo ci accoglie con un certo luccichio negli occhi: quello che tradisce la gioia di chi sta realizzando un sogno a lungo sperato. Nulla di casuale comunque: faticoso il lavoro alle spalle, in una progettualità che, in fatto di viticoltura, non fa sconti a nessuno.
Siamo andati a conoscere Vigna delle Rose, l’ultimo nato in casa Setaro soprattutto perché, oggi, chi mette in agenda un viaggio legato al vino italiano, sicuramente punta il navigatore su Toscana e Piemonte, subito dopo Sicilia e Veneto, e probabilmente il pensiero del Vesuvio nemmeno lo sfiora.
Non è colpa del viaggiatore, ma dell’offerta. Questione di abitudini, di retaggi storici, viziati da una comunicazione che altrove è stata vincente e non da ieri.
Punto e a capo: l’area vesuviana, come tutti i territori vulcanici, oltre ai vini fortemente identitari, vivaci e freschi, consegna un’atmosfera speciale, un misticismo, un silenzio che non arriva minaccioso, ma ricco di scoperta. Nessuna scoperta dell’acqua calda eppure, turisticamente parlando, c’è il fascino del primo approdo là sul Vesuvio, qualcosa ancora da scrivere e da vivere come in un’ampia degustazione, lentamente e con intensità.
Vigna delle Rose
<<Li vedete? Se questi vigneti potessero parlare, racconterebbero tutta la mia gioventù accanto a mio padre. Ho iniziato qui. Ci ho creduto da sempre, insieme al desiderio di aggiungere il tassello della ristorazione e anche dell’accoglienza. Diventare un indirizzo da mettere in agenda per chi desidera non solo bere vino, ma respirare il territorio che quel vino l’ha accudito fin dall’inizio. Significa capire tanto di più>>.
Sono le parole di Massimo Setaro, mentre ci guardiamo intorno e notiamo che Vigna delle rose è stata concepita con una veste architettonica moderna, ben incastonata nell’antico che c’è intorno: tutti i comfort per veicolare al meglio una delle artigianalità più datate, la viticoltura.
Ampie vetrate, tavoli di pietra lavica e un panorama che racconta il Golfo di Napoli, quindi la costa, il Vesuvio alle spalle, con più di una terrazza che, nella bella stagione, garantiranno aperitivi ed aria fresca concessa dal vulcano.
La proposta enogastronomica
In cucina ed in sala troviamo due professionisti giovani quanto esperti, rispettivamente Pierpaolo Giorgio e Valerio Coppola. Entusiasmo alle stelle e una gran voglia di far bene, la loro è una meticolosa leggerezza.
Menu sintetico, invitante, ricco di vegetali, in realtà l’abbiamo considerato ampio quanto basta ad abbracciare umori diversi: dai crudi di mare, ai piatti tradizionali della cucina napoletana, passando per le nuove ricette di chef Pierpaolo Giorgio che sa bene come emulsionare forma e sostanza.
Guidati da Valerio Coppola, esperto anche di mixology, abbiamo scelto d’immergerci nelle bollicine di casa. E Setaro, in fatto di spumanti, ha sempre voluto alzare l’asticella rispetto a sé stesso e alle proposte regionali. Spumanti realizzati con metodo classico e che riscoprono uve dimenticate, sulle quali nessuno aveva avuto l’ardire d’investirci su con siffatta lungimiranza. Il riferimento va al Caprettone, vitigno autoctono campano, caratterizzato da bollicine setose e carezzevoli, oggi proposto anche a ‘dosaggio zero’ – pas dosé o brut nature – ovvero senza aggiunta finale di zuccheri e dunque sempre più vicino all’essenza del territorio da cui provengono.
Dopo esserci trastullati con pani, taralli ed olio extravergine di oliva di produzione propria – è un Monocultivar Ravece – dal menu peschiamo i crudi di mare, eccellenti, e subito dopo un doveroso primo piatto: chi conosce Pierpaolo Giorgio, napoletano e già visto al fianco di chef Peppe Guida, sa che la pasta secca per lui è un cavallo di battaglia, dal ragù napoletano in poi.
Minestre e proposte inedite come gli Eliconi con cime di rapa, gallinella e peperone crusco di Senise IGP. Deliziosa la Triglia in tempura di ‘Pietrafumante’, spumante simbolo di Casa Setaro, mentre sul fronte dolcezze senza fine, la generosità va considerata parte della ricetta: abbiamo richiesto una civilissima doggy bag per assicurarci un risveglio degno delle suggestioni della serata appena trascorsa.Tra i dessert, c’è anche la Mela cotta, vestita di notevole raffinatezza, pur senza rinnegare la sua semplicità originaria.
Vesuvio e oltre
Complici anche le nuove norme sul codice stradale, godere di una cena, vino compreso, e poi fermarsi a dormire in loco è sicuramente un gran vantaggio. Visita in cantina e degustazioni a parte, Trecase significa raggiungere, in men che non si dica, la Penisola sorrentina, Napoli stessa, Pompei e la sua storia: a proposito, il nome Vigna delle rose è un cenno di devozione per una fetta di passato importante. Le rose c’erano da prima che Pompei venisse sorpresa dalla lava del Vesuvio. E non solo come flora locale, ma utilizzate per la salute del corpo e per la cosmesi.
Concludendo, Vigna delle rose di Casa Setaro centra perfettamente il tema, attualissimo, del turismo del vino: una maniera di viaggiare che mette al centro l’esperienza, aggiungendovi un bel senso estetico e di gusto e senza lasciare nell’angolo i luoghi, la storia e soprattutto le persone.
Info utili
Vigna delle Rose di Casa Setaro
Via Cifelli, Trecase – 80040 (NA)
Tel: 351 54 24 946