Magazine di ristorazione e itinerari enogastronomici
Itinerari

Trekking panoramici con tappa in baita: le esperienze da non perdere in montagna

Le mete lungo l’arco alpino che uniscono i percorsi più scenografici da affrontare zaino in spalla alla buona cucina della tradizione nei tipici rifugi d’alta quota.

Camminatori, ma anche buongustai. Perché ricompensare la fatica di una passeggiata in montagna con i piaceri della tavola è irrinunciabile. Dopo una ciaspolata o un trekking nei boschi d’alta quota, infatti, è d’obbligo la sosta in una baita o in un rifugio, per concedersi un premio goloso da consumare nel tepore dell’ospitalità di casa. Lungo l’arco alpino, immergendosi negli scenari unici delle Dolomiti o delle vette che cingono i suggestivi laghi ghiacciati del Tirolo austriaco, sono diverse le località da raggiungere, per combinare outdoor e buona cucina. Eccone alcune.

San Vigilio di Marebbe: dopo la ciaspolata, il piatto con vista sulle Dolomiti

Un’escursione invernale nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, immerso nelle Dolomiti altoatesine, è l’ideale se si soggiorna a San Vigilio di Marebbe. Per chi ama le ciaspole con tappa gastronomica, deve dirigersi verso il Rifugio Sennes, situato a 2126 metri di altitudine. Una struttura che permette di ammirare un panorama speciale, con affaccio su alcune tra le più belle vette, come la Croda Rossa, il Cristallo, il gruppo del Sorapiss e la Tofana, ma che invita altresì ad assaggiare tipicità come la Pasta alla Sennes, l’omelette dell’Alpinista e i canederli con gulasch. Il Lavarella è rinomato invece, oltre che per le ricette ladine, perla birra di produzione propria: all’interno del rifugio, a quota 2050 metri, si trova infatti il (minuscolo) birrificio più alto d’Europa. Ripaga gli escursionisti affaticati con squisiti piatti alpini, tutti preparati con ingredienti del territorio, pure il Fanes. 

Renon: pit-stop gastronomico a un passo dal cielo

I suoi 300 chilometri di sentieri da esplorare passeggiando, rendono il Renon un vero paradiso per gli appassionati di trekking. Il soleggiato altipiano altoatesino affacciato sulle Dolomiti regala la sensazione di essere come a un passo dal cielo, quando ci si immerge nella natura del luogo. Da provare è l’escursione (facile) che conduce fino al Corno del Renon a quota 2.069 metri, percorrendo il primo sentiero invernale certificato d’Italia (Premium Tour Cieloronda). Un itinerario circolare per emozioni indimenticabili: dalla stazione a valle si sale con la cabinovia panoramica fino a Cima Lago Nero dove, avvolti dalla magia del silenzio, si rimane incantati dall’impagabile vista a 360° gradi sulle vette circostanti, svelata dal celebre “Tavolo rotondo”. La straordinaria opera d’arte realizzata da Franz Messner e piattaforma da cui osservare lo spettacolo, mostra incisi i nomi e i profili di tutte le cime maestose lì di fronte: dai colossi di ghiaccio dell’Ortles a ovest al quasi leggendario microcosmo delle Dolomiti a est; dalle Alpi dello Stubai e dello Zillertal a nord alla Presanella e all’Adamello a sud, dove si fanno spazio anche le Dolomiti del Brenta. D

opo essersi riempiti gli occhi di bellezza, si passa a occuparsi della pancia alla Feltuner Hütte. Il pit-stop gourmet d’alta quota offre piatti tipici della tradizione altoatesina, come la pasta al pino mugo con ragù di cervo del Renon, il gulasch di bovini di montagna del Renon e l’agnello alla Schöpsen di razza renana, da ordinare, volendo, nell’esclusivo dehors con panorama da cartolina.

Arabba: dopo l’escursione, le grigliate con vista

Il paradiso invernale incastonato nelle Dolomiti bellunesi, tra il Passo Pordoi e il Campolongo e spot per sciatori professionisti, è anche la meta per una vacanza invernale dai ritmi slow, per vivere la montagna di Arabba senza adrenalina. Magari passeggiando, invece, optando per delle avventure nella quiete dei paesaggi invernali, fuori dalle piste battute ma su sentieri segnalati: “Ciaspolare ai Pescoi” è uno dei percorsi più suggestivi per riscoprire con le racchette da neve la lentezza e la pace immersi nel bianco della natura. Un facile tracciato proposto in tre varianti, con una durata massima di un’ora, che regala una vista unica sul Massiccio del Sella. E per soste a tavola, la Cesa da Fuoch è il rifugio di design da segnare, con una grande cucina a vista protagonista dello spazio comune. Un indirizzo animato da grigliate, da gustare riscaldati dal fuoco di grandi camini o in terrazza, nelle giornate più assolate.

Kufsteinerland: prima la baita e poi la discesa notturna in slittino

Una regione tirolese incastonata tra laghi e montagne: il Kufsteinerland è regno austriaco, non lontano dal confine con l’Italia, per romantiche escursioni nella natura, anche serali. Cenando al rifugio Kala Alm a Thiersee, insegna di riferimento per piatti tipici della regione, si torna poi a casa con lo slittino, grazie a una pista illuminata. La baita, a 1.430 metri di altitudine e con una bella posizione panoramica, è la struttura in stile tirolese per spuntini sostanziosi con speck, formaggio di malga e un bicchiere di latte fresco di montagna; non manca la possibilità di provare lo “Schnapserl”, il grappino della distilleria di casa.

Seefeld: dopo il trekking, il miglior Kaiserschmarrn della regione

Restando nel Tirolo austriaco, tra le proposte più scenografiche c’è la camminata che conduce al rifugio Wettersteinhütte a 1.717 metri di altitudine nel territorio di Seefeld: la salita attraverso il bosco innevato è piuttosto impegnativa (circa due ore di cammino), ma è ricompensata dalla vista mozzafiato sulle cime delle montagne circostanti e sull’Hohe Munde. Il locale d’alta quota è molto popolare tra gli escursionisti e non solo per la splendida cartolina che regala. A conquistare tutti è il tipico dolce Kaiserschmarrn a base di uovo cotto in padella, cucinato dal padrone di casa Hans. Si vocifera, tra chi ha provato il dessert noto anche come la “Frittata dell’Imperatore”, che sia il migliore della regione. 

Articoli correlati

Montevago: storia, enogastronomia e natura in provincia di Agrigento

Manuela Zanni

Antonia, Mennea e la genialità di Silvio Jermann

Luca Cristaldi

Bagheria: le eccellenze enogastronomiche e architettoniche del territorio

Manuela Zanni