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Toscana: San Felice inaugura Vitiarium, alla riscoperta dei vitigni autoctoni

Chianti Classico, Montalcino e Bolgheri: con le tre prestigiose denominazioni vitivinicole toscane, l’azienda Borgo San Felice traccia un fil rouge che riconnette tutto al territorio.

Immaginiamolo come un ecosistema felice cui non manca nulla. L’anima vignaiola dell’azienda toscana San Felice, alla produzione vitivinicola oggi affianca anche resort e ristorante – premiato dalla Guida Michelin – pur continuando a percorrere il profondo solco di una tradizione che, da quelle parti, porta con sé oneri ed onori di un passato da rivitalizzare costantemente. San Felice, Campogiovanni e Bell’Aia sono le tenute aziendali in cui abitano le uve utilizzate per la produzione, tutte situate nelle tre denominazioni di prestigio della regione. Con la collaborazione dell’enologo Leonardo Bellaccini è nato Vitiarium, nuovo progetto che punta alla riscoperta dei vitigni autoctoni, <<vini che rappresentano il compendio di oltre vent’anni di ricerca nel campo della biodiversità di San Felice, terra ricca di uliveti, orti e foreste. Con ogni bottiglia, vogliamo raccontare parte della storia>>.

La sostenibilità è da sempre, fin dal 2000, abbrivio e destinazione del percorso che San Felice sceglie a favore del più grande e sottovalutato dei doni: la terra. Tra l’altro, è in corso la conversione al regime biologico, insieme ad un concetto stabile di viticoltura rigenerativa: un approccio che, come hanno spiegato i protagonisti, chiede tecnica e conoscenza delle esigenze del suolo, per tutelare e addirittura migliorare.

Il passato e la storia tornano anche nelle etichette delle bottiglie, affidate alla designer Federica Cecchi, attenta ricercatrice dei simboli, dei dettagli utili a narrare la Toscana: ci sono mappe storiche, vitigni, piante, quello zafferano che, già dall’epoca etrusca, rappresenta il simbolo botanico della regione.

I vini

In Avane Chardonnay Toscana IGT 2022, dall’etrusco Avenal, è la traccia della presenza etrusca sul territorio. Un vino complesso, persistente. Sono uve Chardonnay in splendida forma, con sensazioni di freschezza, ma anche di piena sapidità. Agrumato, profumato di ginestra, è perfetto per accompagnare un aperitivo e, in generale, piatti leggeri. La stagione 2022 non ha riservato sorprese climatiche, ricordiamo elevate temperature estive, ma anche le piogge, tutto a favore di una perfetta maturazione dell’uva.

Borgo Chianti Classico DOCG 2022 consegna uve Sangiovese e Pugnitello in una sintesi robusta, di divertente fragranza. È un vino fruttato, pieno di sé, i tannini ci sono, ma con eleganza ed equilibrio.

Pugnitello Toscana IGT 2021 è stata la sorpresa che un po’ ci aspettavamo. Si tratta di un antico vitigno toscano – si chiama così perché il grappolo ricorda un piccolo pugno – recuperato con la collaborazione delle Università di Firenze e Pisa proprio nei vigneti sperimentali di San Felice. Assaggiato in purezza, tira fuori tutto il suo corpo. Un sorso che si rivela piacevole come velluto, morbido, ricco di frutti di bosco e poi chiodi di garofano e tabacco. Accompagna bene piatti sontuosi, ragù e arrosti.

La Pieve Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2021 è il Chianti Classico San Felice in essenza, come dire, senza troppi giri di parole. Profuma di viola e ribes, infine arriva anche un accenno di liquirizia. Ben strutturato nei suoi tannini maturi, rivela un interessante incrocio tra succosità e freschezza. Accompagna cacciagione e, in generale, carni grigliate.

Belcaro Vin Santo Chianti Classico DOC 2012 è la tradizione toscana per eccellenza. Raccolta tardiva delle uve per assicurarsi intensità e pienezza del succo. Profuma di mandorla e di miele, con una dolcezza per niente eccessiva e che non vede l’ora di incontrare pasticceria secca, ma anche formaggi stagionati. 

La degustazione che ci ha consentito di approfondire la conoscenza di un’azienda dall’animo virtuoso si è svolta presso il ristorante Pipero, una Stella Michelin, a Roma. Ben congegnati gli abbinamenti, mai telefonati, piuttosto pensati per sorprendere e rompere i soliti schemi. È il famoso stile Pipero che, con lo chef Ciro Scamardella, ha accompagnato In Avane, lo Chardonnay, con Tartare di manzo e crema di mandorle. Al Borgo Chianti Classico è toccata la leggendaria Carbonara simbolo del ristorante, mentre il Pugnitello, a sorpresa, è andato a pungolare una Ricciola in tempura. Infine, per La Pieve, chef Scamardella sfodera Manzo e aglio nero con carattere e succulenza: tecnica e concretezza in piatto eccellente che, insieme al vino, hanno dato vita al famoso terzo sapore, quello indimenticabile.

Info utili

San Felice

Loc. San Felice

35019 Castelnuovo Berardenga (Siena)

Il sito

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