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Sostenibilità del territorio e prodotti di stagione al Cairo

Dalla Sardegna all’Egitto, chef Giorgio Diana ci racconta la nuova esperienza a Storia-Katameya Heights.

Giorgio Diana è lo chef delle “cene incredibili“. È stato infatti l’ideatore di Dinner Incredible, il progetto itinerante che riunisce chef da tutto il mondo per aiutare i piccoli produttori locali e per dare la forza di esportare loro prodotti. “Play global, eat local” è il leit motiv di Diana che ha ideato questo format durante la pandemia, nel momento in cui i produttori locali hanno sofferto maggiormente, a causa della completa chiusura dei loro acquirenti principali, i ristoratori. L’inizio è a Bangkok, nel 2022, e poi in Italia, a Taranto, per Ego Festival, poi ancora Thailandia (Bangkok e Phuket) e Arabia. Il format prevede dodici chef, spesso stellati, che vengono da tutto il mondo per scoprire i sapori locali di produttori selezionati. Scopo è scoprire il territorio e le sue eccellenze, fare networking e organizzare una cena charity dove raccogliere fondi.

Uno chef “internazionale”

Giorgio Diana, di origine sarda, è uno chef di respiro internazionale, dalla Germania alla Turchia, e fuori dall’Europa in Giordania e successivamente in Egitto. In questo sue peregrinare ha portato con sé i prodotti del territorio, della Sardegna e dell’Italia. Un lavoro che lo ha portato nella lista dei 300 chef al mondo dal 2016 al 2018, realizzata da The Best Chef. Dopo il diploma alla scuola di cucina “Antonio Gramsci” lavora al Sofitel Hotel in Sardegna e poi parte per la Germania, a Monaco di Baviera, dove consegue la specializzazione come chef presso la Camera di Commercio IHK. Ha numerose esperienze lavorative anche presso locali stellati, come il ristorante il Vianiolo, all’Acetaia e Ca Brunello. Dopo la Germania colleziona esperienze e riconoscimenti dalla Turchia all’Ucraina a Hong Kong e Amman nel 2019 e quindi al Cairo a Lucida, prima di approdare a Storia.

La visione culinaria dello chef

Il lavoro in cucina di chef Diana nel paese dei faraoni, da Lucida a Storia, è un progetto con l’obiettivo di rivoluzionare il concetto di alta cucina in Egitto, offrendo piatti innovativi utilizzando i migliori ingredienti locali. Una cucina alternativa che prende spunto da contaminazioni di tecniche ed esperienze, scienza e disciplina applicata a sapori del Mediterraneo orientale per nuove combinazioni di gusto. Anche l’atmosfera di Storia è accattivante con le sue luci calde e musica leggera in sottofondo, crea l’atmosfera perfetta sia per un appuntamento romantico che per un incontro di lavoro professionale. Una cucina che spazia dagli antipasti come polpo, bruschetta Wagyu, ceviche di salmone e calamari fritti al risotto al tartufo alla spigola e al sushi.

Germania, Turchia, Hong Kong e altre ancora altre esperienze all’estero. Perché hai scelto di partire e di non tornare in Italia?

“Sono partito dalla Sardegna nel lontano 2000 e dal quel giorno non sono più tornato in Italia. Sono stato a Monaco di Baviera dal 2000 fino al 2014, la considero come la mia seconda casa. Qui ho avuto la la possibilità di crescere con la mia esperienza culinaria. Poi Turchia,, Hong Kong, Crimea, Egitto, Giordania, Taiwan ed ora di nuovo in Egitto come proprietario del ristorante fine dining Storia-Katameya Heights al Cairo. La mia famiglia è veramente orgogliosa e tutti i giorni mia mamma mi ricorda quanto abbia fatto bene ad andarmene dalla Sardegna esattamente al momento giusto visto e considerato i tempi che correvano”.

Il Cairo, ci racconti come l’hai vista cambiare?

“Il Cairo sta cambiando di anno in anno e si sta evolvendo sempre di più. Ogni anno abbiamo molti più produttori alimentari e la nuova generazione sta dando un grande contributo al cambiamento culinario del paese. Questa nuova esperienza è totalmente diversa, da proprietario le cose cambiano tantissimo, specialmente quando hai sessanta persone che lavorano su una sola struttura e a fine mese dei far tornare i conti per poter andare avanti“.

Come vedi il futuro della ristorazione gourmet in Marocco? 

“Il gourmet – fine dining in Egitto e nel mondo arabo è totalmente diverso da quello europeo. La gente va in ristorante per mangiare e non per vedere delle esperienze culinarie. Vuole avere un buon cibo e passare una bella serata in compagnia. Avere un buon servizio e degustare un buon bicchiere di vino. Qua va tanto lo sharing Style e quindi le porzioni devono essere adatte perché questa è la loro cultura culinaria. Paese che vai, usanza che trovi e se non ti adegui a loro non andrai mai avanti. Il cliente è colui che ti da la possibilità di poter pagare tutti i costi a fine mese e quindi lui è il direttore d’orchestra, è lui che ti da la possibilità di avere successo ed è lui che fa il miglior marketing per il tuo locale”.

Quali pensi che sia il tuo piatto signature?

“Sul mio menù ho tanti o quasi tutti piatti signature. Vengo dalla Sardegna ed essendo un isola una delle nostre specialità è il pesce e qua in Egitto è il 70 % del mio menù. Ho creato il mio Style dopo una lunga esperienza culinaria worldwide, ma soprattutto dopo aver capito cosa vogliono i miei clienti locali”.

Cosa ti manca ancora come chef da imparare/conseguire? E cosa invece hai acquisito dalle passate esperienze?

“Come chef ma anche nella vita non si smette mai di imparare. Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo anche quando non te lo aspetti. Ho ancora tanti sogni nel cassetto, tanti goal e tanti obiettivi per il futuro che non vorrei svelare per una questione di principio. L’invidia purtroppo è una brutta bestia che al giorno d’oggi si fa sentire tantissimo specialmente nel nostro mestiere. Ho acquistato tantissimo dalle mie esperienze passate, ho scoperto nuovi ingredienti e creato nuove ricette, ho creato dei piatti signature ed ho scoperto culture diverse che mi hanno aiutato tantissimo sulla mia crescita personale ed umanitaria. Una delle più grandi abilità che ho acquistato è saper ascoltare e capire cosa vuole la mia clientela. Non tutti ci riescono “.

Sostenibilità: che significato ha per te questa parola e come la applichi al ristorante?

“La sostenibilità è un tema molto serio ma che non sempre funziona. Io qua in Egitto sono costretto a lavorare con i prodotti locali per via delle restrizioni sull’importazione, che alla fine non sono cosi male ma vogliamo paragonare un San Marzano ad uno locale? Oppure una pasta di Gragnano a quella egiziana?”.

Cosa vorresti dire ai giovani che ti vedono come fonte di ispirazione? 

“Io vorrei dire ai giovani che mi vedono come fonte di inspirazione che bisogna sempre lavorare con amore e passione e che questa strada non è facile per niente se la si vuol fare seriamente. In qualsiasi cosa bisogna sempre crederci ed avere degli obiettivi per il futuro ed essere sempre meglio del giorno prima. L’unico ostacolo che ogni uno di noi ha è solamente se stesso e non dimenticare che “slowly is the fastest way how to reach a goal”.

Noti un cambiamento di rotta nella Guida Michelin? E nelle altre guide?

“Ogni anno Io noto un cambiamento su tutte le guide gastronomiche, sia sulla Michelin che su tutte le altre.Io credo che il futuro sarà il passato. Stiamo andando avanti per riscoprire le nostre origini e le nostre tradizioni”.

Tre pregi e tre difetti dello chef

“Pregi: non dico mai di no anche quando ce ne sarebbe tanto bisogno. Non mi stanco mai quando sono in cucina e cerco sempre di trasmettere amore e passione ai miei ragazzi. Sono sempre diretto e onesto con la gente anche se tanti la prendono come offesa. Difetti. Quando ho un idea non ascolto mai le altre voci e preferisco fare da solo. Sono testardo specialmente quando si tratta della mia cucina e dei miei piatti. Lavoro 14 ore al giorno molte volte senza giorno libero e spesso mi dimentico di me stesso e di chi sta vicino a me”.

Come ti vedi tra cinque anni?

“Fra 5 anni mi vedo esattamente come mi vedo oggi, in cucina ma con qualche ristorante in più e con il mio evento Dinner Incredible in grande crescita”.

Info Utili

Storia-Katameya Heights

Katameya Heights Rd, New Cairo 1

Cairo Governorate 4721010, Egitto

+20 1050008582

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