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Singer Palace Hotel: mixology e cucina nell’ex palazzo delle macchine da cucire

Singer palace hotel

Tutti amano i tetti della capitale e noi raccontiamo le opportunità per goderseli dai migliori piani alti: siamo stati al Singer Palace Hotel e abbiamo vissuto una fiaba.

Ci dirigiamo verso via del Corso, la “Via Lata” degli Antichi Romani, e sterziamo in via Alessandro Specchi: la nostra destinazione è il Singer Palace Hotel, nuovo boutique hotel capitolino, eretto nel 1930 dall’architetto Mario Loreti per ospitare la sede italiana delle omonime macchine da cucire. Oggi l’impatto visivo è notevole: c’è stata un’opera di restauro generosa, ma conservativa. L’effetto voleva essere – ed è – un insieme di storia e design che, qui, sguazza nel suo significato più pieno. Il bello che si traduce in perfetta fruibilità per l’ospite.

Ci guardiamo intorno, su e giù, Art Decò mescolato a dettagli di pregio e di fattura contemporanea. E poi lei al centro della scena, la grande scala ‘sospesa’: ogni singolo gradino è stato costruito partendo dall’interno del muro maestro. Apparentemente sembrano privi di sostegno, sospesi appunto, la voglia di salirci su è tanta, anche solo per immaginarsi nelle geometrie impossibili in stile Escher, solo che in questo caso è tutta realtà: si sale e si arriva al cospetto dei tetti di Roma promessi.

Ma siamo onesti, è un luglio davvero troppo caldo per concepire sforzi fisici evitabili: in alternativa, ci è stato proposto un autentico ascensore dell’epoca, totalmente privo di specchi (certo, perché al tempo della sua installazione non esistevano i social media, ma ci siamo pentiti subito anche solo d’averlo pensato). Ebbene, prendetelo. Non ricapiterà facilmente di trovarne uno simile in giro.

Lo staff

Grazie a un’accoglienza familiare sembra di essere in casa di amici. Il linguaggio è smart, giovane, ci vuole professionalità (e bisogna anche aver lavorato all’estero) per imparare ad essere perfetti di fronte ad un pubblico di ogni nazionalità, con gusti diversi ed una gran voglia di sentirsi a proprio agio. Oggi il lusso è la libertà. Quella di ricevere un’ospitalità di nicchia, al contempo familiare. La trasformazione del Palazzo in hotel è avvenuta nel 2018, con l’architetto Potito Michele Giorgio e la gestione di Michela Mola, Rosa Visocchi e Federica Fuga.

Le terrazze e la proposta

Ci sono due terrazze panoramiche, con il Jim’s Bar e la sua interessante offerta cocktail – vintage, classica e piena di modernità – ed il ristorante Le Terrazze, guidato dal giovane chef Alessandro Fiacco: per lui, origini laziali e formazione presso l’Istituto professionale alberghiero di Cassino. Giusta la scelta di optare per un menu trasversale e democratico. I protagonisti sono gli ingredienti e, giustamente, tutta la tradizione romana. Al Singer Palace possiamo andarci anche solo per un aperitivo, ma gli stranieri sono tanti, amano la cucina di casa e Mamma Roma sa essere piaciona e accoglie con generosità.

Dunque, lo ammettiamo. Siamo stati tentati da un primo della tradizione romana, ma poi abbiamo virato su proposte più fresche, adatte alle temperature estive: Gazpacho con polpo scottato al timo e Tartare di gambero rosso con maionese al pistacchio. Deliziosa anche la Ricotta di pecora con composta di cipolle e germogli di soia, servita come benvenuto.

A miscelare al bancone, inoltre, c’è Federica Geirola, bolognese d’origine: ha messo in piedi una carta ricca di signature cocktail e grandi classici, comprese belle ispirazioni anni ‘20 per gli appassionati. Ampia e accessibile anche la carta dei vini, con tutta una serie di coccole – per esempio, il sacchetto di caramelle gommose regalato come souvenir d’arrivederci – che sono il segno di una gestione matura, attenta ai particolari. Nel mare magnum dell’overtourism, è stata un’oasi di felicità.

Info utili

Singer Palace Hotel

Via Alessandro Specchi, 10

00186 Roma

+39 06 697 6161

Sito

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