Sicilia En Primeur, il futuro è la sostenibilità in vigna, ecco il resoconto di come è andata l’ultima vendemmia
Sicilia En Primeur diventa Global Webinar. Per la prima volta dopo 17 anni, l’edizione 2020 la degustazione in anteprima dei vini siciliani si è tenuta all’insegna della digitalizzazione, come tante altre fiere di settore.
A presentare l’annata nel suo complesso Alessio Planeta, Presidente di Assovini Sicilia, Antonio Rallo, Presidente del Consorzio DOC Sicilia, e Mattia Filippi, enologo e consulente fondatore di Uva Sapiens per la presentazione tecnica.
Sicilia En Primeur rappresenta la prima regione italiana per superficie vitata, con i suoi quasi novantanovemila ettari, con una resa di 62 quintali contro i 102 medi nazionali, quarta quindi per produzione complessiva che dimostra la forte attenzione alla qualità.
Sicilia en Primeur rappresenta 91 cantine di varie dimensioni per un fatturato totale di oltre 300 milioni di euro, che rispettano: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato; la visione internazionale del mercato.
Ma non è un anno particolarmente felice per la Sicilia, Coronavirus a parte. La produzione nel 2019 si attesta all’incirca su 4,3 milioni di ettolitri, nella media degli ultimi 5 anni. Ma insieme alle vendemmie 2014 e 2011, quest’ultima è la terza più scarsa in termini di quantità di raccolto negli ultimi 10 anni.
La risposta dei produttori è stata quindi puntare alla sostenibilità, incentivando una raccolta di qualità. In crescita il numero di cantine che aderiscono a protocolli volontari o a certificazioni legate alla sostenibilità. E già la Sicilia rappresenta un primato: annovera il 34% della superficie biologica italiana, seguita dalla Puglia (16-17%).
Un applauso anche per i dati relativi al clima, che non risente particolarmente dell’innalzamento delle temperature medie dovute al climate change. La Sicilia nel 2019 non ha infatti subito innalzamenti di temperatura rispetto alla media degli ultimi 30 anni.
Nonostante quindi la stabilità climatica la conseguenza è stata un forte ritardo nel germogliamento e soprattutto una fioritura con un’allegagione scarsa, quindi una produzioni media molto bassa.
Il meglio del 2019? Sicuramente la varietà a bacca bianca, che porta in bottiglia vini estremamente interessanti sia dal punto di vista aromatico che da un punto di vista di maturazione fenolica.