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Roma vs McDonald’s

Il colosso americano invade il centro storico con due nuovi fast food a due passi, rispettivamente, da San Pietro e Piazza Navona. Le rivolte dei cittadini: degrado, traffico e incubo terrorismo i motivi delle proteste

Cittadini romani in rivolta contro McDonald’s. Non bastasse la battaglia di protesta del Comitato salvaguardiamo Borgo contro la prossima apertura del fast food della nota catena americana in un palazzo vaticano a due passi da San Pietro, quartiere Borgo Pio (riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco), un’altra accesissima polemica si è scatenata da pochi giorni, stavolta fra i residenti del centro storico capitolino – riunitisi sotto il nome Piazza Navona e Dintorni – e il locale della multinazionale neonato in piazza delle Cinque Lune, proprio accanto al Senato.

Motivo della protesta il «degrado» di una delle zone simbolo della città eterna, già invasa da tavolini e da maxiconi gelato di cartone su marciapiedi e strade e ora “impeziositasi”, si fa per dire, anche dei panini griffati dal clown Ronald, che evidentemente danno fastidio e molto agli abitanti del quartiere nonostante il locale dall’inconfondibile insegna col doppio arco abbia un look decisamente più sobrio negli arredi oltre che un’offerta non limitata ad hamburger e bibite gassate e che si rifà, sotto l’effige McCafè, al classico bar all’italiana.

A 30 anni dall’apertura del suo primo ristorante a Roma, quello di Piazza di Spagna (esordio che tra l’altro causò non meno critiche all’epoca), McDonald’s continua a espandere il suo impero all’ombra del Colosseo. Ad oggi si contano ben 48 indirizzi a cui la stessa azienda attribuisce l’aggettivo “territoriali”, rimarcando che quasi l’85% di prodotti e dei servizi qui offerti provengono da stabilimenti italiani.

Ma l’adozione, diciamo così, del marchio non sembra essere poi così condivisa dagli italiani.

navona
Il McCafè di piazza delle Cinque Lune

LA RIBELLIONE DI BORGO PIO

Di seguito alcuni estratti della lettera a firma del Comitato salvaguardiamo Borgo inviata al sindaco Raggi e al ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: «Borgo sta per subire una grande violenza. Dai documenti che abbiamo acquisito risulta che il colosso ha acquistato la licenza di somministrazione di cibi e bevande da un piccolo ristorante di cucina tradizionale richiedendo autorizzazione al trasferimento di detta licenza nei locali di circa 600 metri quadrati siti in un immobile del Vaticano, in posizione d’angolo tra Borgo Pio e via del Mascherino, davanti a porta Sant’Anna. Questa autorizzazione non può essere rilasciata perché è in contrasto con le disposizioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che tutelano le attività commerciali tradizionali, quali espressione dell’identità culturale collettiva, ma anche e soprattutto perché il provvedimento autorizzatorio sarebbe assunto dal I Municipio in aperta violazione delle disposizioni del vigente regolamento comunale, per cui è vietato trasferire una licenza da un locale di cucina tradizionale a uno di cucina straniera».

Anche il Codacons, per bocca del presidente Carlo Rienzi, ha dato manforte ai residenti del quartiere: «E’ intollerabile l’invasione di hamburger e patatine fritte nel centro storico di Roma, in zone protette dall’Unesco o di fronte a San Pietro. L’apertura indiscriminata di ristoranti McDonald’s nelle aree sensibili della città danneggia non solo i residenti, ma tutti gli altri esercizi di ristorazione, specie quelli storici, che al contrario andrebbero tutelati e salvaguardati, e rappresenta una forma di degrado per la capitale».

L’associazione dei consumatori ha anche annunciato un ricorso al Tar del Lazio contro la recente apertura del McDonald’s di Piazza delle Cinque Lune, e una diffida al sindaco Raggi e al municipio per non consentire l’apertura del gigantesco fast food nel quartiere Borgo: «Il comportamento del Vaticano è abnorme e incomprensibile: mette a disposizione dell’azienda americana interi immobili vicini a posti sacri come San Pietro e ad importanti istituzioni come il Senato, arrecando danno a se stesso e alla città. Per questo vogliamo capire quali rapporti intercorrano tra il Vaticano e la società McDonald’s – considerati gli immobili che la Santa Sede sta mettendo a disposizione del colosso dei fast food – ricordando che la multinazionale è stata di recente denunciata per evasione fiscale e che sarebbe in corso una indagine dell’Antitrust Ue».

Ultima, non di importanza, obiezione, quella riferita alle questioni di ordine e sicurezza, e più in particolare al rischio terrorismo, come dichiarato al Corriere dal professor Alberto Asor Rosa, residente a Borgo e tra i capofila della protesta. «Vi sarebbe un notevole incremento di afflussi incontrollati che, oltre a creare ulteriori disagi al traffico e alla viabilità, comporterebbero un aumento esponenziale del problema della sicurezza in prossimità di numerosi obiettivi sensibili. Non si capisce a chi sia venuto in mente di aprire una gigantesca paninoteca in una zona già satura ed esposta al rischio di possibili attentati terroristici».

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Il palazzo dove dovrebbe nascere il McDonald’s di Borgo Pio

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