Magazine di ristorazione e itinerari enogastronomici
BereCantine da scoprireVino

Podernuovo: eccellenza e ricerca a Palazzone

podernuovo

Dall’amore per la campagna è nato Podernuovo che, nel totale rispetto della terra e della natura circostante, a Palazzone ha portato all’eccellenza realtà vitivinicole ancora poco conosciute.

Una famiglia che porta l’eccellenza scritta nel dna, la passione per la campagna e la natura, un territorio lontano dai chiassi del turismo più modaiolo, anzi quasi ancora “vergine”. Dalla combinazione di questi tre fattori è nata, agli inizi degli anni 2000 la cantina Podernuovo a Palazzone, nel comune di San Casciano dei Bagni. Qui siamo in una zona di confine, colline che si incrociano tra l’Alto Lazio, la Toscana (Siena) e l’Umbria.

E qui Giovanni Bulgari, dopo aver lasciato l’azienda di famiglia dove si occupava di gemmologia, ha deciso di comprare dei terreni per fare quello che aveva in testa da un bel po’: avviare un’azienda agricola ma soprattutto iniziare a produrre il “suo” vino.

Ho sempre avuto una passione per la campagna, per tutto quello che arriva dalla terra – racconta – Capitai qui per caso perché la mia famiglia aveva un casale da queste parti, vidi questo terreno che ormai era abbandonato da anni, me ne innamorai e lo comprai subito dopo”. E innamorarsi di queste terre è facile: immerse in un paesaggio verdissimo, a poco più di un’ora da Roma, sono in una posizione centrale tra borghi medievali che sono dei piccoli gioielli.

I vini bianchi

La sfida di Giovanni Bulgari è stata però quella di scegliere una zona comunque non troppo famosa della Toscana per creare i suoi vini (tutti IGT). Qui infatti per disciplinare siamo all’interno della doc del Chianti Colli Senesi ma la scelta è stata di restarne fuori per avere la libertà di fare “altro”.

I vitigni impiantati, nei 22 ettari di proprietà, sono infatti Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot e Malbec. La prima vendemmia, a dir poco eroica, è stata nel 2009, quando ancora non era stata costruita la nuova cantina, realizzata nel 2012 seguendo sempre il principio dell’eleganza oltre che del minimo impatto ambientale: lo Studio Alvisi Kimoto ha usato legno, vetro e cemento per realizzarla, integrandola e mimetizzandola nel paesaggio circostante. Inoltre è vicinissima ai vigneti in modo che le uve non subiscano stress termici durante il trasporto. Poco distante, vicino al lago di Corbara, l’azienda ha altri otto ettari coltivati a Chardonnay e Grechetto. E dal blend di queste due uve nasce il bianco Nicoleo (il nome viene dall’unione delle iniziali dei figli di Giovanni, Nico e Leone) un vino divertente, da bere anche come aperitivo, con un primo impatto in bocca aromatico e fruttato ma poi riequilibrato da una bella freschezza e mineralità finale (in enoteca prezzo tra i 18 e i 25 euro).

Più articolato al naso e al palato il rosato Aliki, blend di Merlot e Malbec, anche questo destinato ad accompagnare piatti non troppo impegnativi: i profumi sono più intensi, nel sorso si ritrovano fragoline di bosco e lamponi e un finale minerale molto accattivante (18 euro).

I rossi

podernuovo

Tra i rossi quello che ci ha “intrigato” di più è stato l’Argirio 2021, un Cabernet Franc in purezza di un’eleganza assoluta. E anche se i tannini potenti ma non scomposti rivelano che il suo cammino è solo all’inizio e lo aspetta ancora un tranquillo riposo di parecchi anni in bottiglia, già ora affascina sia per il naso ampio sia per il sorso “goloso”, tra note di frutta sotto spirito, balsamiche e di liquirizia (30/40 euro). Therra 2022 è invece un blend di Sangiovese (60%), Merlot e Cabernet Sauvignon, dove il Merlot fa la sua parte per dare rotondità al sorso. Tannini anche in questo caso molto presenti che hanno bisogno di ancora un po’ di tempo per evolvere al meglio (18/25 euro).

L’altro rosso in purezza è Sotirio 2022 (dal nome del bisnonno di Giovanni) con uve Sangiovese di una sola vigna: un bel sorso intenso per una bella interpretazione di questo vitigno e profumi che si aprono lentamente ma poi offrono note di frutti rossi, fiori e tabacco (50/60 euro). G33 è invece il vino di punta, nell’annata 2020 sono state prodotte solo 1590 bottiglie. Il nome in questo caso deriva dalle percentuali usate per il blend di Sangiovese, Merlot e Petiti Verdot. Qui siamo di fronte a un vino potente ma sempre elegante, con una persistenza lunghissima e profumi e sapori di violette, grafite, cuoio e spezie che si riaffacciano di continuo dal bicchiere. Bello da bere anche ora ma meglio tra qualche anno quando rivelerà il passo di un autentico fuoriclasse (150/180 euro).

Podernuovo: la cantina e il territorio

Per visitare la cantina Podernuovo basta prenotare e sono previsti due pacchetti degustazione: uno “light lunch” con un tagliere di salumi, un altro “full” con un antipasto e un vino. E da assaggiare è anche l’olio prodotto sempre a Podernuovo e il miele. Fiore all’occhiello sarà l’ospitalità: il resort di charme ricavato da un vecchio casale dovrebbe essere pronto fra un paio di mesi e prevede cinque stanze per un totale di nove persone (la struttura va però prenotata in blocco) con cucina interna, piscina, spa e forno per barbecue e pizze, con la possibilità anche di avere uno chef a disposizione.

I dintorni

Da Podernuovo basta spostarsi di qualche chilometro per scoprire borghi incantevoli: a poca distanza c’è Città della Pieve nella cui cattedrale sono conservate due bellissime tele del Perugino il quale, a dispetto del nome, è nato proprio qui (e qui si trova il buen retiro di Mario Draghi). Il 22 e 23 giugno il paese diventa poi un vero e proprio spettacolo di colori per la tradizionale Festa dell’Infiorata: un suggestivo tappeto floreale di oltre 900 metri quadrati partirà da Porta Sant’Agostino, percorrerà via Vannucci e terminerà ai piedi della Cattedrale.

Merita senz’altro una sosta la Taverna del Barbacane (aperta tutte le sere dal 13 al 22 giugno, ad eccezione del 17 giugno) è pronta a solleticare il palato dei clienti con i piatti della tradizione come le “lumache al pizzico”, chiocciole di terra servite con uno stuzzicante e segretissimo pizzico di pomodoro: una ricetta che è diventata l’emblema della taverna e che richiede un lungo lavoro di preparazione; oppure il cinghiale al dragoncello, uno spezzatino molto ricco di aromi, i pici, le tagliatelle, gli gnocchi e le carni cotte alla brace del camino, da sempre simbolo del punto di ristoro allestito nell’incantevole scenario degli Orti del Palazzo Vescovile. Merita una visita anche Cetona con il suo centro medievale, San Casciano dei Bagni e le sue terme, e poco distante Orvieto.

E per chi ha voglia di un’esperienza culinaria da “fuoriclasse” può fare una sosta al castello di Fighine, dove alla mano (sapiente) dello chef Francesco Nuziata si aggiunge la consulenza del tristellato Michelin Heinz Beck. Prenotazione obbligatoria.

Info utili

Poderenuovo a Palazzone

Località Le Vigne, 203, 53040 Palazzone SI

Tel: 0578 56056

Sito

Articoli correlati

AVENTINA: Carne, Bottega e “Cucina di prossimità” alla Piramide Cestia

Sara De Bellis

I vini più storici di tutte le epoche

Camilla Rocca

Annuario dei Migliori Vini Italiani 2022: Luca Maroni e Sens Eventi presentano la XXIX edizione

Redazione