Perbellini, dalla città d’arte al Lago di Garda, per la sua nuova Locanda.
Giancarlo Perbellini è instancabile. Dopo 9 aperture, di cui sette a Verona (Casa Perbellini, Locanda Quattro Cuochi, il ristorante di pesce Al Capitan della Cittadella, la tapasseria Tapasotto, la pizzeria Du de Cope, la pasticceria Xbe Dolce Locanda e il gastrobistrot Giancarlo Perbellini Pop Up), uno a Milano (Locanda Perbellini Bistrot) e uno in Sicilia (Locanda Perbellini al Mare, sulla spiaggia di Bovo Marina), nasce Locanda Perbellini Ai Beati. Per facilità chiamata Perbellini Al Lago.
Dato che la città (Verona e Milano) e il mare (in Sicilia) sono stati già presi, ci aspettiamo quindi una bella apertura in montagna, magari in Trentino o Alto Adige, data una certa vicinanza a Verona. E infatti lo chef rilancia, entro il 2022, il numero dei ristoranti di Perbellini potrebbe duplicare.
Potrebbe prendere il volo il brand dolce di Perbellini, Dolce Locanda, e colonizzare tutta Italia. Sì, Italia, perché al momento l’estero è in stand by dopo la chiusura de La Pergola in Bahrein.
Il format Locanda, anche al lago
Mentre rimane l’ammiraglia, il ristorante gourmet Casa Perbellini, il format Locanda è sicuramente più easy sia nella proposta che nel servizio. Il resto, almeno qui a Garda, lo fa lo splendido panorama che si schiude al tramonto tra la Rocca del Garda (dove si racconta che fu rinchiusa la regina Adelaide e punta San Vigilio. Luoghi magici a dir poco. E nel centro la vista sull’altra sponda del Lago.
Quindi tradizione regionale veneta e nazionale a cui si aggiungono i piatti classici di Perbellini come la storica Millefoglie, famoso dolce nato a Isola Rizza, dove si trova la pasticceria di famiglia.
Il menu di Perbellini Al Lago
Cinque o sette menu a un prezzo più che comfort, come tutti i format Locanda di Perbellini, rispettivamente da 60 e da 78 euro. Una bella attenzione per celiachi, intolleranti al lattosio e al nichel con il menu senza, con tre portate a scelta.
Tra i piatti più legati al territorio troviamo le sarde di lago fritte, maionese di cipolle, carciofi , pesto di menta e Monteveronese di Malga o il Luccio mantecato con focaccina di grano arso e gazpacho. Da provare assolutamente il coniglio tonnato, must di Perbellini o il rigatone cacio e pepe o la cesar salad di ricciola.
In cucina e in sala giovani che riserveranno parecchie sorprese per il futuro, lo si legge già nella loro ambizione mal celata, oltre che nei loro occhi. E in questo mondo (come ovunque) è giusto essere così, desiderosi di raccogliere sempre frutti più in alto, fino a quando ci si arriva, e fino a quando ci si può estendere.
Sono Marco Cicchelli, in sala, socio e gestore, una carriera a dir poco stellata, prima alla Locanda del Pilone, poi al Piccolo Lago di Verbania, quindi al Caffè Quadri alla corte degli Alajmo e ora in forza da Giancarlo Perbellini, Marco Rossi il sommelier e Michele Bosco, 28 anni, lo avevamo già visto Al capitan della Cittadella a Verona.