La pizza napoletana di Donna Sophia, quella di farina semi-integrale da agricoltura biologica di Thursday Pizza. Le tapas ecocompatibili di Gesto e i piatti energetici, detossinanti, idratanti e proteici di V3Raw. E poi i Panini di Mare, i cocktail di Morgante, l’agrigelato di Gusto 17 e la cucina stellata di Taglienti nel suo ristorante Lume. E infine, da giovedì 1 settembre, il primo bistrot a marchio Peck
Il ritorno a Milano dopo le ferie può essere meno traumatico di quello che si pensa. Specie per i foodies più accaniti, che proprio nel capoluogo lombardo potranno recuperare quello che si erano persi a inizio stagione, quando hanno aperto interessanti nuovi indirizzi di locali, ristoranti e pizzerie in cui vale assolutamente la pena fare un giro di prova. Ve ne consigliamo qualcuno.
Se andate matti per la pizza, sono due gli indirizzi che fanno al caso vostro: il primo, in corso di Porta Ticinese, apre più di una finestra su Napoli e sulla napoletanità. Si chiama Donna Sophia, e fa una margherita autentica che più autentica non si può. Molti altri gusti poi, con pizze in versione fritte, al forno, con il cornicione e senza. Da provare anche i primi piatti, rigorosamente nelle ricette della tradizione partenopea: spaghetti al vesuvio (pomodorini e basilico), A’ nennella (ragù napoletano, ricotta e formaggio) e gnocco e’ Surrient su tutti.
Filosofia diversa quella di Thursday Pizza, che in via delle Foppette, zona Solari, punta su una pizza declinata in versione gourmet e preparata esclusivamente con ingredienti DOP, freschi e italiani, e farina semi-integrale tipo 1 con aggiunta di soia e cereali, macinata a pietra e di agricoltura biologica. L’impasto segue una lunga lievitazione naturale di 48h, e tutte le fasi di preparazione sono a impatto zero sull’ambiente, ovvero l’energia proviene da fonti rinnovabili e attrezzature elettriche. Solo dieci in tutto le varianti da provare, ma sono una più interessante dell’altra. Ci piace citare in particolare la Pistaccia, mortadella, granella di pistacchi, olio EVO, la Decima, prosciutto cotto, pomodoro romano, rucola, bufala campana dop e olio tartufato, la Rustica, pomodoro, basilico, stracciatella, olive nere, origano, timo e capperi, e la Veggie, non solo per i vegetariani, zucchine, peperoni, trevigiana, funghi in versione rossa (con pomodori e basilico) o bianca.
Sempre sul tenore dell’ecocompatibilità è nato (in via Giuseppe Sirtori 15) Gesto, il cui nome è ispirato proprio al tratto distintivo del locale, in cui si ordina su una lavagnetta che diventa piatto per evitare sprechi di acqua, di carta e costi di sala: in questo modo non si stressa l’ambiente e si mangia pure a costi più che contenuti. Qui si mangiano molte cose, anzi molte tapas, di terra e di mare (il menu cambia spessissimo seguendo il corso delle stagioni). Qualche esempio? Nuggets di pollo, arachidi e barbecue del Gesto; Polpette di carne, insalata di patate e germogli di soia; Polpo rosolato, patate, fagiolini e pesto di pomodori secchi; Baccalà cornflakes, pomodorini e rucola; Falafel di fagioli neri, salsa pachino e cumino; Maki vegano con teriyaki all’arancia. I prezzi sono imbattibili (dai 3 ai 5 euro ogni portata) e a settembre si cena con concerti e performance dal vivo.
Di Lume, il nuovo ristorante dello chef stellato Luigi Taglienti, vi abbiamo già parlato: è bianchissimo, illuminatissimo, elegantissimo, quasi a fare da contraltare al complesso industriale (l’ex fabbrica Richard Ginori) nel quale sorge. Due menu degustazioni (uno tradizionale e un altro più creativo) e piatti di ricerca abbinati alla birra.
Particolare novità per lo street food è rappresentata da Panini di Mare, nomen omen, in zona Colonne di San Lorenzo. Nato dalle conoscenze ittiche del patron e chef Mario Ottaviano (già al timone del ristorante Trabucco da Mimì, a Peschici), offre ai clienti tutto il sapore del mediterraneo tra due fette di pane, e grazie al metodo di cottura sottovuoto il pesce rimane sempre fresco, se non come appena pescato poco ci manca. E c’è l’imbarazzo della scelta: dal polpo al tonno crudo, dal salame di gambero rosso al Fish Kebab.
Progetti di diete dopo un’estate (o un anno addirittura) di eccessi? V3Raw è il posto che fa per voi: piatti studiati da esperti della nutrizione per essere energetici, detossinanti, idratanti e proteici. Insomma, salute e benessere senza rinunciare al gusto. Si trova in via Spallanzani (angolo viale Regina Giovanna), e in un ambiente elegante, minimale e di design potrete gustare “insalate progettuali” (proteiche, detox o antissidanti), zuppe, estratti, smoothies e yogurt naturale in vari abbinamenti fatto in casa con latte d’alpeggio della Valtellina e delle vallate cuneesi.
Se avete voglia di un buon drink in una location d’eccezione, con le giuste luci e la giusta atmosfera, un dehor che sembra l’eden, in una delle vie più caratteristiche di Milano, vicolo del Lavandai, allora dovete assolutamente provare le miscele del nuovissimo Morgante cocktail & soul. Un luogo estemporaneo per una fuga dalla città pur rimanendo sul naviglio. E si mangia pure: tortino di risotto alla milanese con vitello croccante per esempio, oppure la pancia di maiale laccata con anice stellato e il polpo con patate, fave fresche, capperi e taggiasche. E poi tartare di salmone o di manzo, gazpacho, sashimi “del vicolo” e dolci come il crumble di pere e cannella.
Infine un’importante new entry gourmet nel mondo dei gelati milanesi: è Gusto 17, in via Savona, una “agrigelateria” ispirata al modello dell’agriturismo, con filiere cortissime e quindi prodotti e ingredienti autentici e di qualità provenienti proprio dalle zone di produzione. Materie prime dunque selezionatissimi come per esempio i limoni di Sorrento, o le nocciole del Piemonte, o ancora i pistacchi di Bronte. 16 gusti più uno, il vostro, da suggerire proprio a Vincenzo, Stefania e Rossella, ideatori di questo format che celebra le tradizioni regionali del gelato.
Giovedì 1 settembre inaugura poi il primo bistrot della storica gastronomia milanese Peck: sarà proprio nel cuore del punto di via Spadari. Il bistrot punta ad una nuova fascia di clienti, anche giovani: quelli che amano l’aperitivo e gli incontri informali al tavolo gustando qualche delizia disimpegnata fuoriorario. E’ l’architetto dell’Expo Gate Alessandro Scandurra il firmatario dell’allestimento e dell’ambientazione del “Il piccolo Peck“, questo il nome ufficiale del bistrot: lo stile sarà più che vintage e richiamerà gli anni ‘30 e l’atmosfera dei caffè viennesi, coi colori cioccolato e miele e il bancone in legno dai riflessi in vetro scuro e zinco. Un vero e proprio esperimento che se riceverà il successo sperato cercherà di essere replicato in altre zone della città, candidandosi a formar cult per l’aperitivo e non solo.