Magazine di ristorazione e itinerari enogastronomici
Cantine da scoprireVino

Montefalco: viaggio nell’Umbria del vino tra Sagrantino ed enoturismo

Montefalco

Bellezze artistiche e naturali, appuntamenti sportivi ed eventi dedicati al vino. Montefalco, in Umbria, è una zona vocata all’enoturismo che ruota intorno al Sagrantino.

C’è un’uva che nasce nel cuore dell’Umbria e dalla quale si produce un vino che per le sue particolarità è pressoché unico al mondo, il Sagrantino di Montefalco. Un vitigno conosciuto fin dal Medioevo, usato inizialmente per realizzare vini dolci e poi, negli anni ’80, grazie all’intuizione di un gruppo di viticoltori, trasformato in un vino secco.

La zona in cui si produce, tra il paese omonimo, Bevagna, Giano e Gualdo Cattaneo, a poco più di un’ora di auto da Roma vale assolutamente il viaggio, con un percorso che si snoda tra morbidi pendii e boschi fino ad arrivare ai vigneti che annunciano l’avvicinarsi della collina di Montefalco. Qui la storia racconta che già a metà del 1500 si produceva il Sagrantino ad uso delle corti dei nobili ma la scoperta di alcuni documenti più recenti potrebbe anticipare la sua nascita addirittura al 1300, quando in questa zona soggiornò Federico II di Svevia. E dal nome di uno dei suoi falchi che venivano usati per la caccia deriverebbe proprio il suo nome.

Il Sagrantino

Quella che noi conosciamo maggiormente oggi è la versione “secca” dovuta all’intuizione di Marco Caprai che è stato il primo ad andare oltre la produzione di passito, creando un vino più secco adatto a carni rosse e cacciagione, piatti che hanno la forza di non essere sopraffatti dalla sua personalità. Ma con lui si sono poi mosse tutte le altre cantine della zona, Scacciadiavoli, Tabarrini, Tudernum, Tenuta Bellafonte, Antonelli, arrivando oggi a creare un grande rosso che non ha timore a confrontarsi con altre importanti bottiglie.

Di colore rosso cupo, il Sagrantino è un vino che va saputo aspettare, una bella donna che acquista fascino ed eleganza con il passare degli anni. E questo per la sua altissima concentrazione di tannini, probabilmente unica al mondo, che gli regala una struttura vigorosa, verticale, un vino quasi “masticabile” ma che va bevuto nel momento di maturazione giusta e con il piatto giusto.

Cantina Antonelli

Per disciplinare il Sagrantino di Montefalco può essere messo in vendita dopo quattro anni ma la maggior parte dei produttori preferisce aspettare il quinto anno. Da quel momento in poi occorre lasciarlo tranquillamente riposare in bottiglia. Quanto? Secondo gli enologi almeno altri dieci, quindici anni per assaporare al meglio tutte le sue potenzialità. La prova di quanto sia necessario “avere pazienza” l’ha data una degustazione della cantina Antonelli – una delle aziende più antiche di questa denominazione, con una storia che affonda le sue radici addirittura al 1883 – che ha portato dodici annate del suo Sagrantino Docg Chiusa di Pannone, prodotto con una selezione di uve di un’unica vigna in regime biologico. La più spettacolare, per equilibrio e longevità, è stata proprio la più vecchia, la 2003: un naso molto ampio con profumi di spezie, pepe nero, cuoio, liquirizia e frutti rossi che poi si ritrovano anche in bocca. Una larghezza di sensazione che si ripete anche nel sorso con tannini che, domati dagli anni, sono morbidi, setosi, equilibrati e con una persistenza lunghissima. E a lasciare stupefatti è la sensazione di un vino che può ancora affrontare tranquillamente gli anni che verranno.  

Per le altre annate da segnalare la 2007, nella quale i tannini sono già eleganti e l’ultima, appena messa in vendita, la 2019 (in enoteca intorno a 40 euro), che pur con il “disordine” di un Sagrantino ancora troppo giovane annuncia una maturità che potrà diventare molto interessante. L’abbinamento con questo Sagrantino più giovane? Un filetto di cinghiale lardellato, mentre con il passito è assolutamente da provare l’accoppiata con il cinghiale dolce e forte.

Enoturismo a Montefalco

Per chi vuole fare enoturismo la zona di Montefalco offre la possibilità di fermarsi nelle cantine – Antonelli propone degustazioni, cene, caccia al tartufo, escursioni in bici – mentre chi ama le architetture moderne non può non visitare il “carapace” dell’azienda Lunelli a Bevagna realizzato da Arnaldo Pomodoro nel 2012: una grande cupola di rame incisa da crepe che ricordano i solchi della terra e che si integra così perfettamente nel paesaggio. Una scultura all’interno della quale si trova tutto il percorso per la produzione del vino, dalla prima scelta delle uve fino alla messa in bottiglia.

E se Montefalco merita una visita per le sue bellezze artistiche rinascimentali – dalla piazza del Comune con i suoi palazzi nobiliari al complesso museale di San Francesco, costituito dalla pinacoteca, il Convento e la chiesa, edificata tra il 1335 e il 1338 e all’interno del quale si trovano le “Scene della vita di San Francesco” di Benozzo Gozzoli, il cui maestro fu il Beato Angelico, dipinte nel 1452 e la Natività del Perugino – a Bevagna, poco distante, ci si può perdere tra le sue stradine medievali e le botteghe dove si vendono salumi e formaggi di produzione locale.

Gli eventi

L’occasione per una gita può essere la V edizione della “Sagrantino Running – The Wine Trail” il 2 e 3 novembre,  la grande festa dell’outdoor, ideata per coinvolgere sia atleti e cultori della corsa nella natura e all’aria aperta, sia per attrarre famiglie e appassionati di enogastronomia per un week end tra colline e vigneti. In particolare, sabato 2 novembre si terrà l’Enogastro Camminata del Sagrantino®, una passeggiata guidata di circa 10 Km aperta a tutti, podisti e non, che condurrà attraverso vigne e colline alla scoperta del territorio del Sagrantino con visite guidate alle cantine dei produttori e degustazioni gastronomiche a cura del ristorante “La Cucina di San Pietro a Pettine” di Trevi (Pg).

Articoli correlati

Enoturismo: a Quarto debutta Viniamo – Le vie del Vino nei Campi Flegrei

Nadia Taglialatela

Chiara Soldati, Cavaliere del Lavoro. L’intelligenza imprenditoriale premia il vino italiano al femminile

Luca Cristaldi

Il territorio va in etichetta: il Consorzio Chianti Classico presenta le sue UGA