L’alimentari di alta qualità aperta nella periferia est di Roma da una famiglia di origine marocchina e tunisina vissuta a Napoli è l’indirizzo da segnare per fare scorta di cibo dolce e salato, ma anche di prodotti di bellezza e artigianato nordafricano, per sentirsi nel suq di Marrakech restando nella Capitale.
Pane arabo, caffè al cardamomo, acqua di rose, tè, menta fresca, agnello halal, cannella e zenzero. Ancora, hummus, baba ganush, baklava e un barattolo di halva, un simil torrone vegetale a base di tahina, al gusto di pistacchio, gustoso come dessert per chi non ama il dolce. La spesa non è frutto di una tappa al suq di Marrakech, quanto invece di una tappa a Centocelle, la periferia est di Roma dove vive una importante comunità multietnica di religione musulmana. Il Mercato Arabo, fornitissimo bazar al coperto a un passo dalla moschea di via dei Frassini, è l’indirizzo da raggiungere, per riempire di prelibatezze la propria dispensa e compiere, allo stesso tempo, un viaggio restando in città tra sapori e profumi capaci di evocare paesaggi, suggestioni ed emozioni delle Terre maghrebine.
Basta perdersi nel lungo corridoio delle eleganti teiere con vassoi e bicchierini di vetro decorato, per raggiungere idealmente la deliziosa piazza delle spezie nel suq della città marocchina più turistica. Una meta rinomata perché al tramonto va in scena il più romantico tra i rituali del tè, rigorosamente dolcissimo, versato dall’alto e con la menta fresca a renderlo speciale e fortemente identitario del luogo. Tutti ingredienti che si ritrovano nell’insegna capitolina, dove non si viene solo serviti pescando dagli scaffali décor per la casa, prodotti alimentari e di bellezza.
Chi ha anche la curiosità di apprendere ad esempio come preparare la bevanda calda in modo tradizionale, riceve tutte le istruzioni necessarie. E in una giornata poco caotica, si può anche avere il privilegio di una dimostrazione pratica dal vivo, con assaggio finale. Tra dolci, frutta secca e disidratata, carne non di maiale, spezie, latte di pistacchio fermentato e odorosi incensi, il Mercato Arabo è divenuto un’insegna di riferimento anche per i romani. A conquistare i palati sono i salumi che somigliano in tutto al salame e alla mortadella originali, ma sono di tacchino, pollo e manzo. A renderli accattivanti è la tendenza generale a consumare sempre meno maiale. Ma in particolare, questi affettati vengono usati per farcire i panini dei bambini di religione musulmana che vanno a scuola e vogliono mangiare all’italiana, senza doversi sentire diversi.
Mercato Arabo: la storia
Racconta Rabeh Ibrahim, marocchino nato in Italia e figlio del titolare del negozio aperto a Centocelle nel 2014: <<Era il 1985 quando, in una Napoli vibrante di storia e cultura, Mohamed El Kerchaoui, allora poco più che trentenne, arrivò dal Marocco con sogni e grandi ambizioni. Grazie al sostegno della moglie tunisina Mabrouka Bensaid, Mohamed li realizzò avviando il Mercato Arabo, un piccolo bazar che ben presto divenne un punto di riferimento nella città. L’obiettivo era chiaro: portare un angolo di Maghreb a Napoli, offrendo carne, spezie, dolci, prodotti artigianali e cosmetici>>, conclude lo stesso ripercorrendo le origini dell’azienda fondata dai genitori.
Il Mercato Arabo si distinse subito per la sua vasta e variegata offerta, conquistando una clientela diversificata con esigenze altrettanto variegate. La qualità dei prodotti e l’attenzione ai dettagli furono i punti di forza che permisero di affermarsi nel tempo. Elementi che ancora oggi rendono la realtà imprenditoriale una garanzia.
Nel 2007, Mohamed, soprannominato “Rifi” dagli arabi e “Mimmo” dai napoletani, e sua moglie Mabrouka, “Leyla”, ampliano l’attività familiare con l’apertura di una seconda filiale nel capoluogo campano e, successivamente, di una terza insegna a Roma. <<Era il momento di esplorare nuovi orizzonti e la Capitale venne considerata la scelta naturale per un ulteriore passo avanti. Oggi, il Mercato Arabo di Centocelle, situato in via degli Aceri 96, rappresenta il frutto di una lunga e continua evoluzione. Il nostro impegno è quello di crescere e migliorare costantemente per offrire ai nostri clienti un’esperienza unica e soddisfacente>>, continua Rabeh Ibrahim.
La gamma di prodotti è sempre più vasta, con gli immancabili: la carne halal di alta qualità e un’ampia selezione di articoli di artigianato maghrebino. Dai bicchieri da tè finemente decorati alle tajine in terracotta, dai veli colorati agli abiti tradizionali nordafricani, ogni angolo del negozio è ricco di idee per regali speciali. Gli appassionati di dolci sono attesi invece al bancone dedicato alle delizie di fine pasto. Come i makroud, i biscotti al sesamo, i maamoul ripieni di datteri o noci, qui anche alla Nutella, o i lokum, i cubetti di gelatina turchi. Ma chi preferisce cimentarsi nella preparazione dei dolci, al Mercato Arabo trova tutto il necessario per realizzare prelibatezze a casa.
E se la sobya, il succo di sciroppo di carrube, è andata a ruba durante le festività, per brindare si fa spazio uno spumante analcolico fruttato a base di uve bianche e mango, prodotto nel Regno Unito. Presa d’assalto a Capodanno, la bottiglia è immancabile quando i musulmani vogliono ospitare i loro amici romani a casa. Un’alternativa da prendere in considerazione anche nelle case di chi ha sempre comprato vino, ora che il Governo ha varato un pacchetto di misure restrittive rispetto al consumo di alcol, per migliorare la sicurezza alla guida e sulle strade. Davanti a una partita di calcio, invece, si può provare con una “bionda” analcolica ghiacciata, che arriva a Centocelle da alcuni birrifici siriani e libanesi in Germania.
Infine, chi desidera dedicare un po’ di tempo alla cura di sé, immaginandosi in un hammam per un rituale di bellezza marocchino, non resta deluso dal reparto della beauty care del Mercato Arabo, tra saponi naturali per gommage e savonage, odorosi incensi in grani all’ambra, acque di rose come tonici (ma utili anche per il tè alla menta), e ancora burrocacao all’olio di Argan, hennè e una varietà di profumi, fragranze avvolgenti e persistenti per il corpo e per l’ambiente, con cui viaggiare nell’ammaliante e ipnotico Maghreb attraverso i sensi.