Un’oasi di glamour disinvolto e ricco di storia al Ristorante Otto Geleng, salotto gourmet dove va in scena la raffinatezza gastronomica di Chef Roberto Toro.
Taormina, dove le note del mondo antico si incontrano con la modernità, fa da sfondo al Grand Hotel Timeo, che racconta la storia e il fascino dell’Etna e del Teatro Greco. La struttura ospita il Ristorante Otto Geleng, il ristorante gourmet , intitolato al pittore tedesco, una location con otto tavoli affacciati sulla baia di Naxos e sull’Etna che rappresenta il ‘salotto nobile’ inaugurato per i 145 anni dell’albergo. Aperto solo a cena e per un massimo di 16 commensali, ricorda le ville siciliane di un tempo, per l’ambiente e i dettagli, dal tovagliato sfilato siciliano alla posateria Christofle Paris, in pezzi d’argento unici.
La cucina del ristorante è influenzata dai ricordi d’infanzia la proposta dell’executive chef Roberto Toro, siciliano doc legato ai valori della dieta mediterranea: ogni stagione racconta la sua Sicilia, con creatività e raffinatezza, esaltando le migliori materie prime. Si ordina à la carte scegliendo tra le portate dei menu degustazione: Otto, otto piatti contemporanei, contaminati dalla tradizione, come la Triglia, foie gras, finocchio, mandarino; Le tre valli siciliane, tra i piatti Bottoni, melanzane, parmigiano, basilico. In abbinamento, oltre 400 etichette, tra eccellenze autoctone, nazionali e francesi, chicche di piccoli produttori locali selezionate dalla sommelier Veronica Bonelli, fautrice anche della Sinergia di Champagne.
Chef Roberto Toro, l’anno scorso era il 150esimo anniversario del Gran Hotel Timeo, avete festeggiato in maniera particolare? Cosa significa fare parte di quest’eredita cosi importante?
“Io sento molto forte la responsabilità di trasmettere ai nostri ospiti, attraverso il cibo e le emozioni che creo con la mia cucina, lo spirito di ospitalità siciliana che il nostro meraviglioso albergo incarna da più di 150 anni. L’anno scorso, per celebrare questo importante anniversario, ho voluto dare nuova vita ad un antico menù del Timeo risalente agli inizi del ‘900 che abbiamo ritrovato nei nostri archivi e che era di ispirazione francese. I piatti presenti in quel menù sono stati reinterpretati in chiave moderna e portati in giro per la Sicilia in una serie di eventi gastronomici in formato pop up e all’aperto in luoghi insoliti e unici dell’isola, come i campi di grano di Susafa, nel palermitano, le vigne di Pietradolce sull’Etna e la riserva di Vendicari”.
Sostenibilità: cosa vuol dire per te questa parola in cucina?
“Per me sostenibilità significa prima di tutto lavorare con materie prime stagionali e approvvigionarsi più possibile da piccoli produttori locali che coltivino in maniera sostenibile, tramite ad esempio l’uso di acqua piovana per l’irrigazione o l’impianto di pannelli solari per la fornitura di energia elettrica”.
Quali sono le sfide di un ristorante gourmet a Taormina?
“Sicuramente nel nostro contesto una sfida importante è riuscire a soddisfare il numero di richieste per cenare all’Otto Geleng, che sono moltissime, mantenendo intatto il concept del nostro ristorante che ha volutamente un numero di otto tavoli per mantenere l’atmosfera intima ed esclusiva”.
Pregi e difetti di chef Toro
“Un mio pregio è sicuramente la pacatezza. Sono una persona riflessiva e che assolta molto. Un difetto è la testardaggine: se mi metto in testa una cosa faccio di tutto per ottenerla”.
Come vedi il futuro della ristorazione? E vedi tanta ristorazione gourmet nel futuro?
“Negli ultimi decenni la ristorazione ha ricevuto una grande attenzione di pubblico e mediatica. Questo vale non solo per la cucina strettamente gourmet, ma anche in ambiti paralleli (concept più “light” gestiti da Chef stellati, pizzerie con un grande lavoro di ricerca alle spalle, etc.), quindi penso che le prospettive siano di ulteriore crescita del settore dell’enogastronomia”.
Cosa vorresti dire ai giovani che vogliono diventare chef di ristoranti stellati?
“Che si deve necessariamente partire dalla gavetta per strutturarsi in maniera solida con basi di cucina tradizionale, per poi imparare pian piano le tecniche della cucina gourmet”.
Pensi che la ristorazione gourmet sia sostenibile solo all’interno degli hotel?
“Non credo perché anche i ristoranti stellati e gourmet che non si trovano dentro gli hotel lavorano e ricevono attenzione, magari sviluppando progetti paralleli con i loro Chef”.
Come ti vedi tra 5 anni?
“Mi vedo crescere sempre di più all’interno della mia cucina al Grand Hotel Timeo. E’ difatti nei nostri piani allargare la cucina dell’Otto Geleng per poter esprimere ancora di più la mia fantasia… ma non vi racconto altro per ora”.