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L’Estate in un Cocktail: 5 storie da bere e da sfoggiare al bancone

5 classici della Mixology del Mondo con storie uniche da raccontare: sono il Mojito, il Daiquiri, il Margarita, il Moscow Mule e Pisco Sour. Nati per caso, voglia o fortuna, sono diventati dei must da bancone e sono capaci, oltre ogni stagione, di farci chiudere gli occhi e trasportarci in paradisi tropicali e suggestive mete.

Sono freschi, agrumati, dolci, sapidi, piccanti e rinvigorenti. Sanno di viaggio e di mete esotiche, sono i Drinks dell’estate, che parlano la lingua della vacanza, perfetti da sorseggiare, capaci di farci chiudere gli occhi trasportarci in paradisi tropicali. Sono 5 classici della Mixology del Mondo, protagonisti dell’estate da bere ovunque voi siate; sono quelli che non stancano mai e che tra attrici e scrittori, uomini d’affari; presidenti lungimiranti, sbarchi e barteder, hanno storie uniche da raccontare.

MOJITO – CUBA

Cocktail made in Cuba, viene preparato con rum, lime, zucchero, menta e tanto ghiaccio. E’ uno dei Must Drinks dell’estate, oltre ad essere uno dei cocktail più apprezzati al mondo perché per suo potere rinfrescante e beverino. Di norma servito in un tumbler alto, dalla forma cilindrica, la sua fama è dovuta anche ad altro poichè Ernest Hemingway (Oak Park, 21 luglio 1899 – Ketchum, 2 luglio 1961), durante la sua permanenza cubana, lo beveva quotidianamente nella famosa Bodeguita del Medio all’Avana. Il Mojito e il Daiquiri erano i due cocktail preferiti dal celebre scrittore unitamente ai luoghi preferiti dove berli come ricorda la sua celebre frase:

Mi Mojito alla Bodeguita, mi Daiquiri alla Floridita“.

Ernest Hemingway

DAIQUIRI – CUBA

Sarà per le sue origini caraibiche o per il distillato con cui viene preparato, fatto sta che, se creato a regola d’arte, è tra le miscele più gaudenti per lasciarsi cullare dalle calde serate estive. Difficile risalire al momento esatto in cui è nato il Daiquiri. Quello che sappiamo è che sicuramente la preparazione che conosciamo oggi ci è arrivata dai bar sulle spiagge di Cuba e che risale alla fine dell’Ottocento. Quello che è certo infatti è che il nome deriva da quello di una spiaggia. Tra verità e leggenda si racconta che nel 1898 – durante la guerra tra Stati Uniti e Spagna – in seguito all’affondamento di una nave americana nel porto dell’Avana, un marine sbarcò sulla spiaggia di Daiquiri, in un piccolo villaggio. Per placare la sete entrò in un locale di mescita e chiese di poter bere un rum allungato con succo di lime, che poi “corresse” con un’aggiunta anche di zucchero. Il Daiquiri si prepara infatti con un buon rum, succo fresco di lime o limone e un’aggiunta di zucchero. Il risultato finale è determinato proprio dalla capacità di combinare l’aspro del lime con il dolce dello zucchero. In questo equilibrio si gioca tutto il suo successo. Il drink rientra infatti nella categoria dei cocktail sour. Altro ingrediente fondamentale, come sempre in mixology, è il bicchiere. Il Daiquiri va servito in una coppetta da cocktail ghiacciata.

MARGARITA – MESSICO

Racchiude nella sua coppa il sapore del Messico dove è considerato Bevanda Nazionale. E’ un drink fresco, a base di tequila, in cui sapidità e dolcezza si uniscono in modo equilibrato preparato con triple sec, liquore dolce e trasparente aromatizzato all’arancia, il lime e la tequila, distillato messicato ricavato dall’agave blu.

Se il Messico è il suo Paese di origine, il nome Margarita nasce in onore dell’attrice Marjorie King, allergica ai distillati tranne che alla Tequila; e così nel 1938 il barman dell’Hotel “La Gloria Ranch” vicino a Tijuana, dove la King era ospite, creò per la prima volta il drink. Altra caratteristica del Margarita: la preparazione del cocktail prevede che si parta da una coppa o coppetta ghiacciata (tenuta in freezer) bordata di sale.

MOSCOW MULE – USA

Questo cocktail gettonatissimmo traducibile in “Mulo moscovita” nasce negli anni ’40 del ‘900 e non ha nulla a che fare con la Russia, se non per la presenza della vodka; il drink fu inventato da tre uomini di affari a un tavolino del Chatham Hotel di New York dove si riunirono per discutere e decidere una strategia comune per il rilancio dei loro prodotti sul mercato americano: vodka (Smirnoff), ginger beer e uno stock di mug in rame da 5 once, con inciso sopra un asino.

Oltre alla tipica mug – tazza molto spesso di rame – in cui si prepara e si serve questo cocktail, i protagonisti, come detto, qui sono vodka, succo di lime, ginger beer: bevanda a base di estratto di radice di zenzero, spezia molto versatile dal sapore piccante. La quantità di ginger beer può essere dosata a proprio gusto. Il Moscow Mule si caratterizza per un tasso alcolico non troppo alto e per essere molto dissetante grazie alla piacevolissima nota pungente dello zenzero.

PISCO SOUR – PERù

La nascita del Pisco Sour non è ancora certa: c’è chi lo fa risalire agli ultimi anni dell’800, mentre altri sostengono che sia stato creato all’inizio del secolo successivo in Perù. Nonostante le antiche origini, questo sour è stato riscoperto in tutto il mondo e oggi ha addirittura la sua giornata internazionale che cade il primo sabato di febbraio di ogni anno. La sua base alcolica è appunto il Pisco, acquavite peruviana di cui vengono inseriti 60 ml all’interno di uno shaker insieme a succo di limone/lime fresco, sciroppo di zucchero e albume d’uovo. Il tutto va agitato e poi filtrato all’interno del classico bicchiere da Pisco Sour per il servizio on the rocks, mentre per una versione più contemporanea del drink si può scegliere la coppetta. Per decorarlo, basterà aggiungere qualche goccia di Amargo bitters.

Il Pisco Sour fu creato dal barman Victor Morris, originario di Salt Lake City, il quale si trasferì nel 1913 in Perù, facendo la conoscenza dei prodotti locali. Il barman, detto “El Gringo”, nel suo Morris Bar di Lima, iniziò a servire il drink in alternativa al Whisky Sour, altro cocktail nato in Perù. Il locale di Morris era frequentato da una clientela altolocata, sovente composta da turisti americani, i quali contribuirono alla diffusione del drink. Anche l’allora presidente peruviano, Augusto Leguia y Salcedo, contribuì alla notorietà del Pisco Sour, in quanto sostenitore della cultura della miscelazione.

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