Il Pastificio San Lorenzo ha riaperto a Roma in una nuova accattivante versione pop e fuori dagli schemi.
Nei bellissimi spazi post industriali di via Tiburtina 196, dopo quasi un anno dalla sua chiusura, il Pastificio San Lorenzo è tornato lo scorso 9 settembre ad allietare i romani con una proposta food completamente rinnovata, che vuole essere un inno alla convivialità e al piacere della tavola. Dietro al nuovo volto del celebre locale una nuova gestione e una squadra di 8 soci, che hanno voluto reinventare il celebre locale di San Lorenzo regalandoci un’osteria contemporanea, in cui riscoprire il piacere di stare insieme mangiando bene e bevendo drink d’autore, in una sede di grande fascino.
La location e il Pastificio Cerere
Il Pastificio San Lorenzo nasce all’interno dello storico Pastificio Cerere (chiamato così in omaggio alla dea latina delle messi), ovvero la più antica delle fabbriche del quartiere San Lorenzo, attiva dal 1905 al 1960, e in seguito nota per essere stata negli anni ‘ 70 il vivace centro artistico dove nacque la Scuola Romana di San Lorenzo.
Oggi al pian terreno della Fondazione Pastificio Cerere, ancora importante centro culturale del quartiere, sorge un ristorante in cui la pasta torna ad essere protagonista: un’osteria gastronomica moderna dall’aspetto retrò, uno spaccio di pasta artigianale e un cocktail bar d’autore, un vero e proprio punto di ritrovo rilassato ed informal chic, dove riassaporare il gusto della semplicità senza rinunciare alla qualità.
Il locale è ancora oggi molto fedele al progetto originale dell’architetto Roberto Liorni, l’uomo che «inventò» il format stilistico di ‘Gusto, che nella Capitale anni fa fece scuola anche se molti arredi come il bancone, e la mise en place sono stati rinnovati del tutto. Uno stile che piacevolmente strizza l’occhio a epoche passate e concept internazionali.
Entrando l’impressione è quella di trovarsi un po’ in un loft newyorkese, a causa degli elementi strutturali e delle vetrate delle grandi finestre che affacciano su via Tiburtina. All’ingresso sulla destra c’è un bel salottino anni ’40 confortevole e pieno di cuscini, l’angolo perfetto per l’aperitivo o il dopo cena.
Volgendo invece lo sguardo verso l’ampia sala, spicca il lungo bancone bar sormontato da una lampada retrò con l’effigie “ Pastificio Cerere”, alle sue spalle si intravede la cucina a vista. Lungo le vetrate si snodano i tavoli rivestiti in piastrelle di ceramica e circondati da morbidi divanetti di pelle marrone invitano ad accomodarsi. Sulla parete in fondo un’ampia rastrelliera ci ricorda che qui l’attenzione per il beverage è molto forte. Infine la luce soffusa delle lampade in stile industrial e alcuni arredi d’antan contribuiscono a creare quell’atmosfera calda e informale che mette subito a proprio agio.
Cosa si mangia al Pastificio San Lorenzo:
Al nuovo Pastificio la parola d’ordine è “convivialità”: non aspettatevi il solito menù con primi e secondi quindi, ma una proposta divertente e libera da convenzioni. Il menù si apre con un invito: Condividere, per poi lasciare liberi i clienti di scegliere “in ordine sparso” tra una serie di proposte stagionali di carne, pesce e verdure, ordinabili in versione piccola o grande, senza schemi.
Proseguendo non può mancare qui la sezione Pastificio, in cui si celebra la tradizione italiana della pasta in tutte le sue forme. Dai grandi classici della tradizione romana ai diversi formati di pasta fresca fatta rigorosamente in casa. Il tutto attingendo dall’inesauribile bagaglio di ricette regionali italiane da nord a sud, reinterpretate dallo chef in maniera personale, mantenendone intatta la memoria gustativa.
In carta tra le pastasciutte (dai 10 ai 12 euro a porzione) ecco l’immancabile Carbonara (con tartufo quando la stagione lo permette), gli Spaghetti Burro e Alici Alla Beccafico, e i deliziosi Fusilloni Pastificio con un delizioso sugo di pomodoro dal sentore affumicato. Tra le paste fresche ( dagli 11 ai 13 euro a porzione) ecco i creativi Ravioli di galletto arrosto, broccoli romaneschi e croccante al rosmarino che conquisteranno gli amanti delle carni avicole arrostite con il loro gusto rustico ma delicato, ma si potranno scegliere anche gli invitanti tagliolini ajo e ojo baccalà e ceci croccanti, i romanissimi Tonnarelli cacio e pepe shansho, o per i più raffinati i Fusilloni freschi con mandorle tostate, pesto e gamberi rossi di Mazara.
Merita una menzione a parte l’imperdibile Amatriciana Pop (foto in copertina), un’amatriciana “da manuale” arricchita però con minuscole “perline” di maiale soffiato croccanti, che conferiscono al piatto un tocco in più davvero speciale, che è a nostro giudizio il fiore all’occhiello del locale.
Ai fornelli del Pastificio San Lorenzo troviamo Gianfranco Pecchioli, uno chef giovane e preparato, in grado di vantare esperienze internazionali di assoluto rilievo in Italia e all’estero, presso ristoranti prestigiosi come: Il San Lorenzo, Enigma dei fratelli Adrià, La Pergola e Il Pagliaccio. Sebbene abbia militato in tante cucine stellate Pecchioli è rimasto saldamente legato alle sue origini, continuando a coltivare la passione per la tradizione e per la cucina casalinga. Il frutto di questo retroterra è uno stile quindi sempre in bilico tra innovazione e tradizione, in un mix di concretezza e fantasia, che esalta i sapori casalinghi nostrani ma aperto anche alle suggestioni estere e dell’alta cucina. Una cucina di sostanza, semplice e diretta ma tecnicamente evoluta.
Nel menù del Pastificio si celebra così tutto l’amore di Pecchioli per le ricette casalinghe e il culto per la romanità ironica e sorniona, con piatti che confortano sull’onda del ricordo, ma sono nello stesso tempo un po’ “dissacranti” e divertono con guizzi creativi inattesi. Come ad esempio la trippa con menta e pecorino, che qui viene servita fritta croccante e asciutta, accompagnata da una salsina di pomodoro a parte: un grande classico romano ci appare così sotto nuove vesti, trasformandosi così in uno snack sfizioso e giovane perfetto per l’aperitivo.
Tra i pezzi forti del locale la focaccia fatta in casa, servita ancora calda con varie farciture (assolutamente consigliata quella con pomodori infornati alla pizzaiola, 5 euro), le Crocchette di bollito e salsa verde (4/10 euro a seconda della porzione piccola/grande) a mio parere veramente spettacolari; o il piacevolissimo e leggero Vitello con spuma tonnata e capperi fritti (8/17 euro a seconda della porzione piccola/grande), infine raccomando lo stuzzicante Galletto con crema di sedano rapa, peperone crusco ed erbe aromatiche( 16 euro).
Da provare anche i dessert divertenti e golosi, fatti proprio per coccolarsi come la buonissima Lemon tarte con meringa bruciata ( che viene fiammeggiata dal cameriere direttamente al tavolo con il cannello) e l’intrigante pop corn caramello e cioccolato un gelato che vi farà piacevolmente tornare bambini.
Una carta dei vini curata che spazia con diverse etichette sia locali che nazionali, vi permetterà di accompagnare piacevolmente il pasto con abbinamenti ben studiati.
Cosa si beve al Pastificio San Lorenzo: il concept bar
Il bancone del concept bar è l’elemento centrale e il biglietto da visita del Pastificio: punto di attrazione del locale è qui che si siedono clienti non solo a bere ma anche per mangiare al banco, assaggiare e scambiare due chiacchiere in ogni momento della giornata.
Il bar è affidato a un grande nome come Federico Tomasselli, negli ultimi anni General Manager del Jerry Thomas, che realizzerà al Pastificio il progetto di un bar suddiviso in due grandi aree: l’invecchiamento in botte dei cocktail e una destinata ai Bloody Mary. Ma a cosa serve far riposare un cocktail in una botte? L’ “Aging in Barrels” ha come scopo quello di cambiare alcuni aspetti principali della bevuta, come per esempio aggiungere profondità e definire una personalità più ricca al palato. I cocktail in botte possono essere serviti come cocktail o distillato liscio grazie al flavour e quindi alla struttura che donerà la botte al drink e che spingerà sul corpo del mix donando note vanigliate.
In carta saranno presenti tre drink che utilizzeranno il passaggio in botte non solo per proporre il twist di un cocktail classico con queste caratteristiche ma anche per stimolare gli stessi bartender in una ricerca in ogni batch del mix migliore per il cliente sia sotto forma di cocktail o come distillato da servire alla fine di un pasto.
Dall’altro lato Tomasselli ha incentrato l’offerta del bar sul Bloody Mary: un classico con più di 100 anni alle spalle, amatissimo e versatile, sia come aperitivo che come after dinner, che è stato scelto perché è composto da una vasta selezione di sapori, dal salato al piccante, dallo speziato al vegetale, e in base al gusto del cliente potrà essere tagliato su misura dal bartender, modificandolo di volta in volta per rendere la bevuta più appagante possibile, e poi il Bloody Mary qui ha come materia prima lo stesso pomodoro di qualità utilizzato anche per preparare i piatti della cucina del Pastificio, una scelta azzeccata che forse strizza l’ occhio ai principi della “cucina circolare”.
Due modi diversi in conclusione di appagare la sete di chi sceglierà di trascorrere una serata in questo nuovo ruggente Pastificio San Lorenzo, che con questa proposta sembra pronto a soddisfare anche i più esigenti.
Il futuro: concerti, mostre, eventi
In sinergia con la Fondazione che lo ospita, il Pastificio San Lorenzo vuole tornare a essere come un tempo un ritrovo per giovani talenti, artisti, musicisti e avventori di San Lorenzo. Uno spazio sempre vivo, dall’ aperitivo al dopo cena, con piccoli concerti, mostre, eventi e collaborazioni che porteranno una nuova spinta propulsiva verso il processo di rigenerazione di un quartiere troppo bello per non rifiorire.
Info utili
Pastificio San Lorenzo
Via Tiburtina, 196 – Roma
Tel: 06 504 2669
Orari: aperto dal lunedì alla domenica dalle 19:00 all’1:00