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Il litorale del basso Lazio: un weekend, tra storia, arte e buona cucina

Una delle destinazioni più affascinanti nel Lazio, è la riviera di Ulisse in provincia di Latina, quel tratto di costa laziale che va da San Felice Circeo a Formia, in cui alla geografia reale si sovrappone una geografia mitica. Qui si mantiene intatta quella magia e quel fascino arcaico e speciale che solo i luoghi pieni di storia e mito conservano. Ecco le idee per una due giorni tra storia, arte e buona cucina.

Questo tratto di costa laziale, intriso di mito e leggende di cui ne sono testimonianza siti archeologici tra i più belli in Italia, immersi in un patrimonio naturalistico sorprendente, è un territorio raccontato anche da Omero nell’Odissea in cui viene citata Formia, la mitica terra dei Lestrigoni, in cui Ulisse aveva corso una delle sue più terribili avventure e perduto tanti dei suoi compagni di viaggio e, soprattutto, l’isola Eea, terra di Circe, nel promontorio del Circeo.

Un weekend qui è raccomandato, non solo per godere del mare e del paesaggio. Venendo da Roma, la prima tappa sarà quella alla Villa di Domiziano al Circeo, li dove l’acqua del Tirreno incontra quella del Lago di Paola. Proprio qui qualche anno fa è stato fatto un ritrovamento importante: le “cave grotte” descritte da Omero, in cui la Maga Circe invita l’eroe a nascondere il carico delle sue navi. Passando per la via Appia e la via Flacca, noti sin dall’antichità per essere i principali assi viari, economici e culturali, vale la pena poi visitare Terracina, Sperlonga e Gaeta.

Seguire Le Botti

Prima di raggiungere il mare, non lontano da San Felice Circeo e Terracina, nella quiete dalla campagna sulla Strada del Renibbio, tra distese di vigneti che crescono vigorosi all’ombra del monte Circeo, Seguire Le Botti è l’agriturismo con ristorante gourmand dell’azienda vitivinicola Cantina Sant’Andrea di proprietà della famiglia Pandolfo.

Qui, in un lussureggiante giardino fiorito, è possibile concedersi una pausa di gusto e relax grazie ai piatti realizzati dallo chef Pasquale Minciguerra. Anima e territorio sono le parole chiave della proposta gastronomica che, grazie alla collaborazione con virtuose aziende locali, accende i riflettori su quelle che sono le eccellenze pontine, dai formaggi al miele alla pasta.

Un ritorno alla cucina della terra, nel senso più contemporaneo della definizione, che nobilita gli ingredienti semplici, come i vegetali, attraverso lavorazioni che dimostrano una notevole abilità tecnica. In tavola arrivano così, abbinati ai vini prodotti dalla cantina, alcuni dei quali riposano silenziosi all’interno delle grandi botti presenti nella barricaia adibita a sala ristorante per le giornate più fredde, piatti fortemente identitari e ricchi di gusto. Tra questi L’orto Pontino in estate…, gustosa celebrazione dei tesori pontini, un cous cous all’acqua di pomodoro con melanzane perlina e zucchina gialla cotte in diverse modalità accompagnate da un gelato di zucchine alla scapece. Tripudio di sapore anche nel Risotto al pesto di erbette, lardo e pesca al vino. Un vero e proprio inno alla circolarità in cucina in quanto tutti gli ingredienti vengono autoprodotti in azienda. Tra i secondi, da provare l’Anatra alla brace con bietolina, cipollotto gratinato e prugna dall’aromaticità intensa ed elegante.

E come ogni agriturismo che si rispetti, al piano superiore della struttura, cinque eleganti e confortevoli camere, tutte dotate di terrazzo e cromoterapia, accolgono gli ospiti in cerca di relax all’insegna della privacy e dell’allure rustico chic.

Cosa vedere a Terracina

In antichità, nota come Anxur dal nome del dio protettore, fu capitale dei Volsci e conserva ancora le tracce del suo passato, nei resti del tempio di Giove Anxur sull’acropoli di Monte S. Angelo – anche detto monte Giove – che risalgono all’età compresa tra il II e il I secolo a.C.

I reperti provenienti dagli di scavi di Monte S. Angelo e da quelli nel territorio, sono conservati, al Museo civico “Pio Capponi” nel cuore del centro storico alto, nel primo livello della Torre Frumentaria, edificio del XIII secolo e nel Museo della Città, nell’edificio che Papa Pio VI volle far costruire alla fine del Settecento. Sempre nel centro storico, è stato riportato alla luce il teatro romano risalente all’età tra il 70-60 a.C., dopo anni di scavi per cui è stato riaperto alla città solo l’anno scorso. Passando poi in Corso Anita Garibaldi, al di sotto della Cattedrale, si scopre un vero tesoro che non tutti conoscono: le cosiddette Favisse del Tempio Maggiore, cioè gli ambienti sotterranei originariamente appartenenti all’antico Tempio Maggiore della città, già utilizzati come depositi dai sacerdoti e su cui è stata poi costruita la Cattedrale, custodiscono tra i più bei esempi di mosaici, rinvenuti nelle vicinanze all’interno di una Domus romana di II secolo d.C.

Tutte le informazioni, orari e giorni di apertura sono reperibili attraverso il Polo Museale di Terracina, reperibili al sito https://comune.terracina.lt.it/contenuti/1290605/polo-museale-terracina.

Dove mangiare a Terracina: ESSTRO di Simone Nardoni

Per chi volesse sempre partire dal territorio, per conoscerlo meglio nel vero spirito del viaggio anche a tavola, dopo una giornata trascorsa in spiaggia o tra le bellezze artistiche di Terracina, il consiglio è quello di provare la novità di questa estate: Esstro, il nuovo bistrot nato come suggerisce il nome dall’estro di Simone Nardoni.

Lo chef, che brilla nell’olimpo dei giovani chef stellati – classe 1987, con esperienze tra il Nord Italia e l’estero, nel 2021 ha ottenuto una stella Michelin nel vicino indirizzo fine dining Essenza, divenendo in breve tempo un punto di riferimento per gourmand sul territorio – ha appena inaugurato questa proposta di ristorazione informale che si adatta alle serate estive del litorale nonché ai diversi momenti della serata, con un’ampia proposta di vini sia in bottiglia che al calice e naturalmente la possibilità di assaggiare cocktail classici.

Nel menù, piatti sharing come I taglieri di salumi e formaggi di qualità ma anche veri e proprio piatti confortevoli e dal gusto diretto come gli Gnocchi fatti in casa con crema di scampi, oppure i pescati dell’asta di Terracina e non mancano poi classici internazionali, burger, toast e croque monsieur.

Esstro è aperto tutti i giorni, dalle 18.00 alle 24.00 soltanto nel periodo estivo e dispone di coperti soltanto nel dehors, a due passi dal lungomare di Terracina.

Cosa vedere a Sperlonga

Proseguendo verso il litorale, si raccomanda la visita di Sperlonga. Il nome deriva dal latino speluncae, richiamando un paesaggio naturale, quello della grotta, ricco di fascino e di risonanze mitiche, legate alle figure di Ulisse e di Circe.

Arrivati qui, dunque, saranno tante le cose da vedere ma non si potrà non visitare la villa dell’Imperatore Tiberio, che inglobava anche un’ampia grotta, nella quale furono collocate pregevoli opere in marmo che celebravano le gesta di Odisseo.

Il Museo Archeologico, annesso alla Villa di Tiberio, ospita i monumentali gruppi scultorei qui rinvenuti.

Tutte le informazioni, con orari e giorni di apertura sono reperibili su https://cultura.gov.it/luogo/museo-archeologico-nazionale-di-sperlonga-e-area-archeologica

Dove mangiare a Sperlonga: Bazzano Beach di Renato Cardogna

Nel frastagliato litorale di Sperlonga, in direzione Gaeta, una caletta in località Bazzano, dove il mare si fregia del riconoscimento della Bandiera Blu, svela un’oasi da scoprire oltre il promontorio del Ciannito, facilmente raggiungibile da questo anno, attraverso un parcheggio  che collega direttamente la battigia. Si tratta di Bazzano Beach di Renato Cardogna che è molto di più di uno stabilimento balneare perché vanta una offerta ristorativa da vivere sia a pranzo che cena. Quest’ultimo momento della giornata è davvero suggestivo con la “Bazzano Beach Experience”: si assaporano le proposte gatronomiche pied dans l’eau dinnanzi allo spettacolo naturale di un tramonto mozzafiato sul mare, sin dai primi di aprile, fino ad autunno inoltrato.

Il menù segue il classici consigli della mamma di Renato Cardogna ed è caratterizzato da una materia prima freschissima, con rifornimenti quotidiani dall’azienda ittica Purificato di Formia, la partecipazione alle aste del pesce, e l’approvvigionamento diretto (come avviene per le alici di Terracina) di pesce che offre il mare della zona, forniture di eccellenza, come quella dell’azienda agricola biologica locae dell’Olio Quattrociocchi mentre per la parte vegetale il riferimento è il mercato di Fondi, e per le spezie e gli aromi l’orto La Rocca di Sperlonga.

Il servizio serale (su prenotazione), annovera pochi coperti per creare una atmosfera più distesa e prende il via dall’aperitivo, sorseggiando un cocktail accomodati su grandi cuscini sulla spiaggia. La carta, che comprende anche un ricco e interessante menu degustazione, è ampia e presta attenzione anche alle esigenze dei celiaci e di chi persegue regimi alimentari ben definiti, e si apre con antipasti quali il polpo in vasocottura, la tartare di ricciola con maionese vegana, una ricca selezione di crudi, dal battuto di gamberi gobbetti e specialità tipiche come le polpettine di alici alla sperlongana (antica ricetta che risale alla tradizione locale), fiori di zucca in pastella, fino a originali proposte come il taco di mare. Si prosegue tra mezzo pacchero alla puttanesca di baccalà, amatriciana di tonno fresco e guanciale croccante, e secondi come il trancio di ricciola cotto a bassa temperatura e scottato, o la zuppa di pesce in vasocottura con pane croccante, fino a ricette più inusuali come il curry di pesce, o la parmigiana in vasocottura.

Il tutto abbinato a una vasta cantina, con vini principalmente laziali, in linea con la filosofia dell’offerta volta alla valorizzazione del territorio.

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