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I Migliori Vini della Sardegna 2025: online la Guida di Vinodabere

vigna

Numeri e qualità da record. Questo emerge dall’edizione 2025 della Guida ai Migliori Vini della Sardegna targata Vinodabere.it.

Ben 385 recensioni, su oltre 800 campioni valutati, è la riprova di un crescente livello qualitativo della produzione enoica regionale. È quanto emerge dall’edizione 2025 della Guida ai Migliori Vini della Sardegna di Vinodabere.it, un excurcus, suddiviso in 38 sottosezioni, sulle realtà territoriali più meritevoli e identificative dell’Isola.

Ecco allora non “il” Cannonau, ma “i” Cannonau; non “il” Vermentino ma “i” Vermentino, e via tutti gli altri vitigni indigeni e tutte le principali tipologie produttive del “piccolo continente” in bottiglia che vede a ogni vendemmia crescere la sua reputazione. E che stavolta è stato in grado di esprimere più di 118 vini (quasi un terzo di quelli recensiti) capaci di superare i 98 punti raggiungendo la Standing Ovation (il massimo riconoscimento), di cui 8 hanno raggiunto 100/100.

Dopo i trailer dedicati alle varie classifiche parziali, curata dai giornalisti Maurizio Valeriani e Antonio Paolini con la collaborazione di Salvatore Del Vasto, Paolo Frugoni, Maurizio Gabriele, Emanuele Giannone, Luca Matarazzo, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Pino Perrone, Emanuela Pistoni, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Gianni Travaglini, Paolo Valentini, la Guida di Vinodabere, disponibile ora online nella sua interezza, è la dimostrazione di quanto, anche da parte dei consumatori, ci sia un sempre più crescente interesse in merito alle piccole realtà produttive analizzate dai degustatori della guida.

Sembra, insomma, sempre meglio compresa e apprezzata la filosofia che sta dietro la Guida: e che vede al centro la voglia di raccontare e far conoscere sempre più realtà vinicole – accendendo riflettori anzitutto su quelle sin qui meno in vista – del già citato “piccolo continente” sardo. E, bisogna dirlo, le scoperte non mancano. Perché accanto agli affermati “top player” di sempre, sono ogni volta più numerose le realtà in partenza meno celebri capaci di primeggiare e di far centro.

E sono sempre di più le sottozone di fresca emersione che propongono prodotti da prima linea assoluta. Come hanno dimostrato “dal vivo”, le due edizioni annuali dell’evento-vetrina organizzate a Roma da Vinodabere.it nel mese di gennaio.

Guida e kermesse romane (di cui è già in programma la terza edizione con in pista le nuove vendemmie e bottiglie appena recensite) hanno insomma sinergicamente fornito l’occasione per sfatare e superare un certo numero di stereotipi che da più di un decennio non appartengono più al contesto enoico sardo, ma in qualche modo gli aleggiano ancora attorno. L’esempio più lampante è quello del Cannonau, il vitigno bandiera, lontano ormai anni luce dal modello di vino alcolico e pesante della “vecchia” (e oggi non più fondata) reputazione, ed espresso ora attraverso una panoplia di interpretazioni di spiccata diversità (e di grandissimo interesse) a seconda delle zone di nascita e allevamento delle uve: dalla viticoltura di montagna della vocatissima comunità di Mamoiada (ormai quasi 40 i vignaioli che imbottigliano ed etichettano i loro vini) ad aerali altrettanto storici come Oliena (con il suo Nepente), Orgosolo, Dorgali (con la splendida Valle di Oddoene, ora toponimo utilizzabile in etichetta), l’Ogliastra, la Romangia, e perfino la Gallura, che mostra ultimamente di sapersi districare abilmente anche con le varietà a bacca rossa.

Restando in tema di sorprese, ne ha regalato di belle anche Mandrolisai, territorio di grande tradizione enoica (ma fin qui non premiata a sufficienza da fama e fortuna) che con la sua omonima denominazione (la doc più territoriale della Sardegna con tre vitigni utilizzati in blend: Bovale, Cannonau e Monica) raccoglie ormai più di 20 produttori, autori di vini di carattere, personalità e alto rango (ben 9 Standing Ovation di cui 3 i 100/100 in guida). Convince sempre più il Cagnulari (7 Standing Ovation), una varietà presente soprattutto nel Nord-Ovest dell’Isola, e si costituisce a Sant’Antioco la Comunità del Carignano a Piede Franco (questa varietà consegue ben 9 Standing Ovation), a dimostrazione della volontà di unire le forze per il territorio.

I tempi sembrano insomma maturi per un vero e proprio exploit della Regione, dunque, che Vinodabere vuole anticipare con l’obiettivo di suscitare curiosità e stimolo all’assaggio nei lettori.

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