Girarrosto, supplì e dolci da forno ma anche ricette internazionali, birre e vini di qualità. In via Cola di Rienzo nasce Gabrini, “l’antica nuova rosticceria” della Capitale.
Nei locali e negli ambienti dello storico Franchi, rinasce, grazie a Camilla Castroni (del negozio omonimo), il nuovo indirizzo di riferimento di via Cola di Rienzo, Gabrini. Insieme a lei, in questa nuova avventura, anche lo chef Marco Moroni e Leonardo Di Vincenzo già fondatore di Birra del Borgo.
A vedere l’insegna da fuori bisogna confessare che si rimane quantomeno resistenti se non addirittura sospettosi. A Roma, si sa, si fatica a digerire i cambiamenti, figuriamoci se parliamo di cambiamenti che possono definirsi, come in questo caso, epocali.
La gastronomia Franchi al civico n° 200 di via Cola di Rienzo infatti era lì, dove adesso c’è Gabrini, dal 1920, da quando cioè i fratelli Felice e Benedetto Franchi, originari di Norcia, erano arrivati a Roma per aprire la loro bottega proprio nel quartiere di Prati, un rione che fino alla seconda metà dell’800, e anche nei secoli precedenti, era principalmente zona agricola e da sempre deputata al divertimento e alle merende distesi sull’erba o nelle antiche osterie.
Il progetto
Già dal nome il progetto di Gabrini da prova di tenere fede alla storia del rione cercando in più modi di valorizzarla. E quindi se da un lato si sobbarca del recupero di un luogo iconico come Franchi, che nel 2021 ha chiuso tristemente e definitivamente i suoi battenti, dall’altro cerca di mettere in luce un pezzo di storia che forse molti non conoscono. Gabrini, non a caso, era il cognome di Nicola di Rienzo, detto Cola, tribuno e senatore romano del XIV sec., da cui prende il nome anche la via, che è appunto, l’iconica, via Cola di Rienzo.
A rendere il progetto di Gabrini interessante allora è proprio questa ben riuscita fusione di modernità e di storia, di presente e di passato, con un’offerta varia che si struttura però sulla volontà di fare una gastronomia là dove c’era una delle gastronomie più note della città, tenendone vivo il ricordo con i cavalli di battaglia che un tempo la resero famosa, il girarrosto e i supplì.
Accanto a queste madeleine proustiane, che tirano un filo immaginario tra ciò che era e ciò che è, ci sono poi tutte le novità del caso. Si va dall’angolo caffè con il caffè di Castroni e pasticceria con lievitati da prima colazione, c’è la spina delle birre, dello spritz e del vino (che da Gabrini è tutto naturale) per proseguire con il banco della pizza (pizza in teglia e pizza farcita), che in realtà è la prima cosa che si incontra se si entra dall’ingresso adiacente a Castroni.
Seguono la zona rosticceria, il banco del pane e dei dolci da forno tutti ben disposti su alzatine in vetrina. Tra quest’ultimi spiccano anche novità internazionali degli ultimi anni come la babka, lievitato dell’Est Europa che sta facendo bella mostra di sé in tanti panifici e forni alla moda della città, alcune torte da credenza classiche come i ciambelloni e le crostate, passando poi per i plumcake, i brownies, il banana bread. Si prosegue con il lungo banco che ospita salumi e formaggi, quest’ultimi provenienti da Svizzera, Francia, Inghilterra, Spagna e Irlanda arricchiti da una selezione di “parmigiani rari” che rende onore invece all’arte casearia italiana.
Arrivati alla curva, dove sono le preparazioni cucinate, un must di qualsiasi gastronomia che si rispetti, poche cose, ben distinte e valorizzate nella disposizione, sanciscono ufficialmente l’abbandono della vecchia tavola calda di quartiere con le teglie mal disposte e traboccanti abbondanza proiettandoci nel futuro di questo comparto della ristorazione, speriamo.
Dalla curva, dove più o meno finisce il banco, comincia la parete di vini e le birre selezionate, come ci si aspetta, tra le migliori eccellenze italiane, belghe e tedesche. In fondo c’è il bar che è anche ciò che chiude l’offerta di Gabrini, lasciando tutta la parete sul lato di via Terenzio alle vetrate su strada con qualche tavolo e seduta alta (10 coperti).
Gli spazi
Tra le novità più evidenti c’è però quella il restyling, o la ristrutturazione degli spazi, affidata allo studio di architettura b15a. Un’operazione ben riuscita che mantenendo inalterata la disposizione del banco ha però stravolto, modernizzando davvero, l’estetica degli spazi.
Di Vincenzo sul progetto racconta “Anche la ristrutturazione del locale, affidata allo studio di architettura b15a, ha giocato sul binomio tra antico e nuovo recuperando elementi estetici e architettonici dello storico Franchi ma rendendoli contemporanei e funzionali”.
L’antica nuova rosticceria, come si autodefiniscono da Gabrini, intervalla quindi insegna e grembiuli blu accesi a prevalenza di marrone caldo per quanto riguarda le pareti e il banco. Un motivo tridimensionale che si ripete creando movimenti tra le maioliche e il legno da il risultato di un ambiente caldo ed elegante, capace di conservare in sé la memoria ormai di più di un secolo di storia proiettandoci nel futuro di – glielo auguriamo – promettente successo.
Info utili
Gabrini
Via Cola di Rienzo 200, Roma
Tel: 06 241 5032