Mountain Partnership è la nuova etichetta volontaria con cui FAO e Slow Food hanno deciso di sostenere e promuovere nel mercato i prodotti sostenibili e di alta qualità di piccoli allevatori e coltivatori montanari di aree in via di sviluppo. Caffè, tè e spezie i primi a finire sugli scaffali
FAO e Slow Food lanciano la Mountain Partnership, un’etichetta volontaria per promuovere i prodotti di piccoli allevatori e coltivatori di montagna nei paesi in via di sviluppo, dando loro un accesso (e una riconoscibilità) sui mercati che altrimenti mai avrebbero.
Il marchio garantirà della biodiversità e dei metodi di produzione legati alle tradizioni culturali delle comunità montanare. Caffè, tè e spezie provenienti da diverse aree saranno i primi ad essere introdotti in negozi biologici e di gastronomia tipica.
Tale sistema – al quale i produttori possono aderire su base volontaria – mira inoltre ad assicurare giusti guadagni ai produttori ed una distribuzione più equa dei profitti lungo l’intera filiera.
Chi volesse farne richiesta deve contattare il Segretariato dell’Alleanza per la Montagna direttamente o tramite i focal point locali dell’Alleanza. Le richieste verranno valutate sulla base di una serie di criteri, tra i quali le dimensioni della produzione, l’impatto sull’ambiente e l’altitudine di lavorazione e produzione.
L’Alleanza supervisionerà infine una dinamica di verifica attraverso cui si provvederà ad un monitoraggio periodico su un campione a caso di prodotti con l’etichetta di Prodotto dell’Alleanza per la Montagna, per assicurare che tutti i beni rispettino i criteri.
«Crediamo che un’etichetta di questo tipo attrarrà quei consumatori che sono interessati a prodotti di alta qualità e sostenibili per l’ambientale, dando loro le informazioni necessarie per fare scelte consapevoli riguardo i valori, i metodi e le comunità che vogliono sostenere con i loro acquisti» sostiene Rosalaura Romeo, del Segretariato Mountain Partnership della FAO.
«Promuovere la biodiversità e sostenere i piccoli produttori sono entrambe azioni cruciali per migliorare lo sviluppo rurale e per garantire il futuro delle aree di montagna – dichiara invece il Segretario Generale di Slow Food Paolo Di Croce – che nonostante la loro ricca cultura e il loro gran patrimonio ambientale restano economicamente marginalizzate».