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Cucina filippina a Roma: guida agli indirizzi più autentici in città

All’Ambasciata Filippina in Italia lo scorso 23 aprile è stata presentata la prima guida digitale sulla cucina filippina di Roma.

Un grande evento partecipato sulla cucina filippina si è svolto la scorsa settimana nella sede dell’Ambasciata Filippina di via Aurelia 209/A per iniziativa dell’ambasciatore filippino in Italia Nathaniel Imperial nonché Permanent Representative to UN agencies a Roma. Nel contesto della presentazione di una nuova guida per segnalare a tutti dove trovare buona cucina filippina nella capitale italiana si è celebrata una grande festa legata al cibo filippino che in tutto il mondo proprio ad aprile viene festeggiato nel Filipino Food Month.

Durante la serata, che ha visto la splendida partecipazione tra gli altri anche del presiedente della FAO Qu Dongyu, è stato presentato anche il volume di cucina filippina della scrittrice – già autrice di “The New Filipino Kitchen” uscito nel settembre 2018 – Jacqueline Chio-Lauri “We Cook Filipino”. Quest’ultima durante la chiacchierata con l’intervistatrice fotografa, sommelier ma anche blogger di Apron And Sneakers e The Chosen Table Rowena Dumlao, ha raccontato quali sono le basi della cucina filippina partendo dallo spiegare il significato della frase “Kumain Ka Na?”, una domanda molto semplice, posta a motto dell’evento, e equivalente dell’italiano “Hai mangiato?”.

Jacqueline Chio-Lauri ha raccontato come questa poche parole siano capaci di incarnare tutto il calore, la cura e l’attenzione dello spirito di accoglienza delle filippine ma anche la grande importanza che nella cultura filippina viene data al cibo e ai suoi molteplici significati. “Kumain Ka Na?” come spiegato nel libro può infatti essere interpretabile anche come un più generico “Come stai?” (“Kumusta?” in filippino) per dire di quanto l’aver mangiato o meno, e quindi il cibo, sia determinante nella condizione di benessere di una persona.

Nella conversazione si è parlato di piatti legati ai momenti di celebrazione della cucina filippina, ma anche di tecniche di cottura o meglio dei sapori più rappresentativi di questa tavola. Uno dei più simbolici è l’adobo, un piatto iconico a base di carne come pollo, maiale, manzo o anche pesce come calamari, che prevede la marinatura della proteina nel condimento di aceto, salsa di soia, aglio, foglie di alloro e pepe nero. Altro aspetto interessante è stato quello della presentazione degli ingredienti più rappresentativi della cucina filippina come il calamansi, un piccolo agrume equivalente del nostro limone, o l’ube, una specie di patata viola dolce, perfetta per realizzare un cremoso gelato.

Nella guida sulla cucina filippina e dei ristoranti filippini a Roma – Filipino Cousine In The EATernal City – disponibile solo in formato digitale e scaricabile QUI, vengono presentati i gusti principali di questa cultura gastronomica, che sono divisi in tre grandi gruppi (matamis, il dolce; maalat, il salato; maasim, l’acido) ma anche tutte le tradizioni della tavola come il mangiare “boodle fight” o le altre ricette tipiche del paese come il Kare-Kare o l’Halo-Halo. Nei diversi locali selezionati nella guida ristoranti e gelaterie: Ala Eh, Filipino Sizzling Station, Manila Restaurant, Neighborhood, Sarap SNC, Tali N Tiago, Gel’Istria, Lab Gelato.

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