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Cibi contaminati. Come difenderci dalla black list

Dopo la pubblicazione della Coldiretti degli alimenti più tossici provenienti dall’estero, Nadia Toffa a Le Iene si è interrogata sul perchè l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine della materia prima valga per i prodotti freschi e non per quelli inscatolati o cosiddetti “trasformati”. E ha incontrato il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che ha parlato di «sfida importantissima» per uniformare la normativa europea nel 2017

Quali siano i dieci cibi più contaminati che vengono dall’estero ce lo ha svelato qualche giorno fa la Coldiretti pubblicando sul suo sito la famigerata black list degli alimenti che contengono sostanze nocive spesso cancerogene dannose per la nostra salute. Ve la riproponiamo:

Broccoli (dalla Cina) – irregolarità al  92%

Prezzemolo (dal Vietnam) – irregolarità al 78%

Basilico (dall’India) – irregolarità al 60%

Melagrane (dall’Egitto) – irregolarità al 33%

Peperoncino (dalla Thailandia) – irregolarità al 18%

Menta (dal Marocco) – irregolarità al 15%

Meloni e cocomeri (dalla Repubblica Dominicana) – irregolarità al 14%

Fragole (dall’Egitto) – irregolarità al 11%

Piselli (dal Kenia) – irregolarità al 10%

Arance (dall’Egitto) – irregolarità al 5%

A questi e a molti altri si aggiungono anche prodotti di ben più ampio consumo (e ben più presenti nei nostri supermercati) e provenienti tra l’altro da paesi ben meno sospetti, almeno sulla carta, come – tanto per citarne un paio – formaggi e latte dalla Francia e pollo dalla Polonia, contaminati da batteri e micro organismi.

Aflatossine, pesticidi, erbicidi, metalli pesanti, salmonella: questi molti dei contaminanti tossici e cancerogeni presenti nei cibi della black list.

Come fare dunque per scongiurare il pericolo? E’ il punto di partenza dell’ultimo servizio di Nadia Toffa andato in onda a Le Iene martedì 25 ottobre. La giornalista ha voluto approfondire una questione ancora troppo ingarbugliata normativamente parlando. Sebbene infatti sui prodotti freschi (o sulla frutta secca in guscio), per legge, venga espressa chiaramente l’origine della materia prima, non vige lo stesso obbligo quando si tratta di inscatolati, e dunque per i cibi cosiddetti “trasformati” (per esempio peperonate in barattolo, polpe di pomodoro, cioccolate con nocciole, o succhi di arancia) con conseguenti alti rischi di intossicazioni.

La Toffa, dopoaver indagato sul contenuto tossico dei prodotti incriminati e sulle dinamiche di importazione di questi da parte delle aziende italiane, è riuscita a intercettare il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina, che ha annunciato – parlando di “sfida importantissima” – che nel 2017 potrebbe essere allargato a tutti i prodotti indiscriminatamente e a prescindere dal loro tipo di confezionamento la normativa europea riguardante l’obbligo di origine in etichetta della materia prima.

E sarebbe anche ora, per la sicurezza di tutti e per la tutela del vero Made in Italy, oggetto tra l’altro di una petizione online su change.org promossa proprio dal programma televisivo. (Ecco come aderire all’iniziativa).

Cliccando qui potete vedere il servizio completo di Nadia Toffa “Cibo contaminato sulle nostre tavole. Come difenderci?”

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