Nella Napoli della Belle Époque, in via Santa Brigida, a ridosso della centralissima Galleria Umberto I, a pochi passi dal celebre Salone Margherita, arriva Brigida: l’osteria contemporanea che porta in tavola i piatti della tradizione napoletana. Mettetevi comodi perché qui il comfort food, come ama definirlo Gianluca Amoroso, moderno oste e padrone di casa, è un piacere a cui è d’obbligo abbandonarsi, spaghetti alla Gravunaro in primis.
Riportare in tavola i piatti della tradizione napoletana: una scelta che punta a fare conoscere la storia gastronomica partenopea anche ai tanti turisti presenti in città?
Napoli sta vivendo una stagione d’oro e sono tanti i turisti che arrivano in città attratti dalle sue bellezze artistiche, paesaggistiche e anche gastronomiche. Del resto basta camminare per i vicoli della città per essere avvolti dal profumo della pizza, della genovese o delle sfogliatelle calde appena sfornate. Sono convinto che non c’è niente di meglio che scoprire una città assaggiando i piatti tipici della tradizione, quelli che al primo boccone ti regalano un’emozione che difficilmente dimenticherai. Ecco, è proprio questo l’obiettivo che io e la brigata di Brigida cerchiamo di trasferire ai nostri clienti: regalare un’esperienza di cucina accogliente, sincera e genuina. Non c’è niente di più gratificante per me dello spiegare aneddoti e curiosità legate ad un piatto storico, rendere partecipi i clienti del grande lavoro di ricerca di materie prime che ogni giorno seleziono personalmente da piccoli produttori locali o raccontare aneddoti legati alla mia infanzia e alla cucina di mia nonna. Tutto questo fa sentire subito a proprio agio i nostri clienti, e il nostro scopo è accoglierli come fossero a casa, con un piatto caldo realizzato al momento ed eseguito con passione.
Quale il piatto in menu che maggiormente rappresenta lo spirito del locale?
Il nostro piatto iconico è lo Spaghettone alla Gravunaro un primo poco presente nelle cucine dei ristoranti e anche poco riproposto nelle case napoletane. Eppure questa ricetta, povera di ingredienti ma saporitissima, rappresenta uno spaccato di vita vera della Napoli di un tempo. Il Gravunaro – da cui il nome del piatto – era infatti il venditore ambulante di carbone che si poteva incontrare per le vie del centro storico. La leggenda vuole che una donna, vedendo quest’uomo stanco dopo una lunga giornata di lavoro, abbia preparato per lui uno spaghetto con i pochi gli ingredienti che aveva in casa. Il risultato fu talmente buono che la ricetta si è conservata fino ad oggi. I nostri cuochi infatti realizzano questo piatto proprio come una volta con acciughe, capperi, olive, pinoli, uvetta sultanina e mollica di pane croccante. Un vero e proprio comfort food al quale è piacevole abbandonarsi completamente con tanto di bavetta al collo annodata dal nostro personale di sala.
La classica pasta e patate non può mancare ma il dubbio è: “con o senza provola?”
La pasta e patate è un must della cucina napoletana e di certo non poteva mancare nel nostro menu. Tra i piatti più richiesti dai clienti ma anche uno di quelli più interessanti da raccontare, vista la sua evoluzione. In origine la pasta e patate si presentava infatti come una minestra, molto brodosa, che veniva preparata con il classico tubettone. Col tempo il piatto è cambiato sia nella scelta del formato di pasta che nella sua stessa consistenza. Noi la prepariamo con pasta mista – formato tipicamente meridionale – patate e provola sciolta al suo interno che conferisce una nota particolarmente sapida e avvolgente.
Il nome del locale ha un doppio rimando, ce lo racconta?
In realtà i motivi sono tre. Il nome Brigida non è casuale. Sicuramente rimanda alla via nella quale si trova il locale, appunto Via Santa Brigida in pieno centro a pochi passi dalla Galleria Umberto I e da Piazza Plebiscito. Ma Brigida, come gli amanti della canzone napoletana ricorderanno, è anche la protagonista della canzone ‘A tazza ‘e café scritta da Giuseppe Capaldo nel 1918 e dedicata ad una donna bellissima ma caratterialmente molto scontrosa che l’autore paragona ad una tazzina di caffè amara che però nasconde sul fondo lo zucchero. Il segreto per addolcirla è girare il cucchiaino, ovvero un lungo corteggiamento probabilmente. Infine il terzo motivo: la cucina per me è donna. Ogni ricordo della mia infanzia è legato alla cucina prima di mia nonna e poi di mia mamma e ai tanti momenti condivisi in famiglia dinanzi ad un buon piatto di ziti al ragù.
Immagino che quindi non possa mancare a fine pasto, il classico caffè napoletano, giusto?
Il caffè è una tradizione, non può mai mancare a Napoli. Noi lo serviamo amaro, appunto, ma accompagnato da un babà mignon ripieno di crema. Un contrasto dolce-amaro che piace molto ai nostri clienti.
Per quanto riguarda i dolci, si segue sempre la scia della tradizione?
La tradizione caratterizza tutto il nostro menu e anche la carta dei dolci. È infatti possibile terminare il pasto con una fetta di caprese al cioccolato, con la classica pastiera napoletana o con un babà. Ai palati più curiosi che desiderano assaggiare qualcosa di “insolito” io consiglio la nostra torta Cioccolato e Aglianico, un fine pasto particolarmente soffice e goloso che rende omaggio ad un vino espressione della viticoltura campana. Noi lo serviamo con un rito particolare: tagliando il dolce al tavolo e servendolo con aggiunta di crema gialla. Una vera delizia per il palato, provare per credere!
Info utili
BRIGIDA CUCINA NAPOLETANA
Via Santa Brigida 49, Napoli
Tel. +39 342 653 2720
Aperto dal lunedì alla domenica, a pranzo e cena