La quarantena prosegue e tra pochi giorni è Pasqua. Per ovvie ragioni la trascorreremo lontani dai nostri cari, ma non c’è ragione per non rispettare la tradizione mangereccia di questa festività e pasteggiare bevendo ottimi vini. Eccovi i 6 vini che vi consigliamo in abbinamento ai piatti del pranzo pasquale, dall’antipasto al dolce, più una bottiglia per il pic-nic di Pasquetta in balcone o in giardino.
Pasqua è alle porte. Mai come quest’anno sarà una festività insolita che vedrà moltissimi di noi fisicamente lontani dai propri cari e dai propri amici e non per scelta. Di sicuro per questa distanza che siamo costretti a mantenere dalle persone che ci stanno a cuore sarà una festività celebrata in tono leggermente più dimesso, ma non dimentichiamoci che si tratta pur sempre di uno degli appuntamenti più mangerecci dell’anno.
Certo obietterete che Pasqua non è solo questo e non possiamo ricondurla esclusivamente al pranzo pantagruelico che solitamente affrontiamo armati di coltello e forchetta, quando non addirittura a mani nude (spesso affrontare come si deve l’agnello richiede pochi fronzoli e disponibilità massima a ungersi le mani). Avete ragione, ma, con tutto quello che stiamo vivendo in questo strano periodo della nostra storia, per chi non ha il conforto della fede, i piaceri della tavola fanno parte di quelle vie di fuga che si percorrono per liberarsi del senso di angoscia che la reclusione forzata instilla in ciascuno di noi. Quindi mettiamo al bando eccessivi moralismi e concediamoci di viverla in spensieratezza.
Dando per scontato che abbiate recuperato quasi tutto l’occorrente per imbastire il pranzo di Pasqua, seguendo la tradizione o innovando, arrotato i coltelli e appuntito i rebbi delle vostre forchette, predisposto al meglio pc, smartphone o tablet per collegarvi in video con i vostri cari lontani, vi pongo una domanda: al vino ci avete pensato?
Di certo non ci sarà l’imbarazzo di doverlo portare a casa di amici e parenti senza conoscere esattamente il menu e non dovrete assistere allo scempio del Grand Cru di Borgogna (o qualsiasi altro gran vino che avrete voluto sfoderare per l’occasione) ad opera di vostro zio (o di un qualsiasi altro membro del parentame) che lo mischierà alla gazzosa. Almeno questo strazio vi verrà risparmiato e se vorrete potrete stappare quella grande bottiglia che avete in cantina, senza tremare di terrore all’idea di vederla affiancata sulla tavola da un bottiglione da tre litri di vino acquistato al discount da vostro zio (sempre quello della gazzosa). Se invece non avete una idea chiara su quali vini mettere in tavola, non temete, proviamo a darvi una mano noi con i nostri consigli per abbinare il vino durante le feste pasquali. Pronti a prendere appunti?
Antipasti
Ogni pranzo pasquale che si rispetti inizia con un sacco di antipasti come uova sode, verdure in pastella, vol-au-vent di pesce, torta pasqualina, etc. e con cosa possiamo accompagnarli se non con una bella e succosa bollicina? Il Gargànte 2017 di Nevio Scala potrebbe fare al caso vostro. Una bollicina sincera, immediata e di fragrante piacevolezza di beva. Ottenuto da uve Garganega in purezza, la cui rifermentazione viene indotta con aggiunta di mosto di uve appassite, il Gargànte si presenta nel calice di colore giallo paglierino, leggermente velato, con una spuma delicata e abbondante. Olfatto caratterizzato da note di lievito, agrumi, frutta a polpa bianca ed erbe officinali. Il sorso è vivace, con un frutto succoso e appagante, che scorre piacevolmente verso un finale secco, fresco e sapido. Se non siete amanti delle bollicine e preferite un bianco fermo, potete optare per il Fregellae 2017 di Palazzo Tronconi. Ottenuto da un blend di tre vitigni autoctoni del frusinate, Maturano bianco, Capolongo e Pampanaro in percentuali quasi identiche, si mostra nel calice con una veste paglierino carico con una lieve opalescenza. Bouquet olfattivo ampio che si articola su note floreali di ginestra, foglie di limone, susine mature e scorza di cedro. Sullo sfondo si fa strada una scia minerale, quasi salina, sulla quale si innestano note di lievito e salamoia che fanno pensare alla focaccia con le olive. In bocca il sorso è giocato su una freschezza di agrumi, susine e uva appena premuta e una sapidità più marina che calcarea. Salino e freschissimo, con una struttura niente affatto trascurabile, è una bevuta di grande godibilità con cui avviare il vostro pranzo pasquale.
Primi
La tradizione del pranzo pasquale spesso vuole che i primi non siano mai dei piatti che passino senza lasciare il segno. Dopo la nutrita pattuglia di antipasti la scena viene occupata da porzioni abbondanti di cannelloni, lasagne o paste al ragù. Sono dei piatti ricchi, che hanno bisogno di un vino corposo e, a meno che voi non optiate per variazioni sul tema, rigorosamente rosso. La nostra proposta di abbinamento con primi di questo calibro è il Pimi 2017 di Masseria Perugini. Rosso calabrese ottenuto da uve Guarnaccino Nero da vigne allevate a cordone speronato e ad alberello a 300 metri sul livello del mare nel comune di San Marco Argentano. Si presenta nel calice con una veste rosso rubino intenso, orlata da tinte granate. Il naso inizialmente giocato su note di prugna e macchia mediterranea (alloro e lentisco), regala col tempo toni speziati, richiami di chinotto e una piacevole nota ferrosa. Al palato è intenso e saporito, con ritorni fruttati di prugna e agrumi, dotato di quella freschezza e del tannino giusto per reggere l’urto con sughi di pomodoro e carne. La profonda vena sapida accentuata dai cenni ematici che caratterizzano il lungo finale vi aiuteranno a predisporre il palato a un secondo boccone e un secondo sorso.
Secondi
Il piatto più importante di ogni pranzo di Pasqua è l’agnello (o il capretto, a seconda di dove vi troviate e di quale dei due preferiate). Questo tipo di carne ha bisogno di un vino avvolgente e morbido, ma tutto dipende da come viene proposto. Se in umido, una buona idea potrebbe essere il Camerlengo 2015 di Camerlengo. Siamo davanti a una verace e complessa testimonianza dal Vulture, zona vitivinicola dal potenziale in parte inespresso, realizzata dal sorridente e istrionico Antonio Cascarano. Ottenuto da uve Aglianico in purezza, selezionate tra viti di circa 40 anni site a 500 metri d’altitudine e che poggiano su suolo vulcanico, si mostra nel calice con la sua veste rosso rubino intenso, quasi impenetrabile. Naso che ha bisogno di tempo per schiudersi nella sua interezza, ma che vi ripagherà con note di tabacco dolce, prugna, terra, cuoio e un’infinità di spezie che disegnano un profilo pulsante ed energico. Struttura, vitalità e freschezza caratterizzano l’assaggio, il cui ritmo è scandito da prugne, spezie, un tannino nobile e una lunga scia di sale.
Non siete amanti dell’agnello? Preferite il pesce o addirittura seguite una dieta vegetariana? Nessun problema. Un’alternativa, ottima nel caso in cui decideste di ripiegare su formaggi e verdura di stagione, come asparagi e carciofi, o su una delicata orata al sale, è il Don Chisciotte 2018 diPierluigi Zampaglione. Un’espressione nitida di Fiano irpino, sontuosa sintesi di polpa e mineralità. Ottenuto a partire da uve di Fiano in purezza, con vigne coltivate a circa 800 metri d’altitudine su suoli di matrice argillosa e vulcanica, il Don Chisciotte riempie il bicchiere con la sua veste dorata di grande intensità e al naso alterna note di lime, castagna e fiori bianchi, ad altre più territoriali che rimandano alla pietra focaia sfregata. Il sorso è tutto giocato sulla finezza e sulla sapidità, grazie ad un sapiente uso della macerazione, che dona profondità senza appesantirlo. In bocca si allunga agilissimo con i suoi toni agrumati e con la sua raffinata trama salina.
Dolci
Per chiudere in bellezza e dare un’ulteriore “botta” alla glicemia non possono mancare i dolci. Colomba, colombine farcite, pastiera, cassata, uova di cioccolato e chi più ne ha più ne metta. Cosa abbinarci? Potrebbe fare al caso vostro uno dei sette vini da dessert che vi abbiamo proposto in abbinamento ai dolci di Natale, oppure potete lasciarvi coccolare dal N°8 2016 di VNA. Questo passito da uve Croatina, realizzato da questa giovanissima realtà dell’Oltrepò pavese, con le sue intense note di amarena, mora e ciliegia in confettura è un partner adatto per uova di cioccolato fondente. Al palato il tannino è importante ma gradevole. La grande freschezza e la lunga persistenza vi faranno dimenticare che avete trascorso la giornata lontano dai vostri cari.
E per il lunedì di Pasquetta, e la puntuale gita fuori porta, che per ovvie ragioni quest’anno sarà sostituita da un pranzo in balcone o per i più fortunati in giardino, la referenza adatta al pic nic, qualunque cosa decidiate di mangiare, è un vino che si abbini più al momento che alle pietanze. Per questo la nostra “bonus track” per il lunedì dell’Angelo è il Colline Lucchesi Doc “Casa e Chiesa” 2018 di Tenuta Lenzini. Un Merlot schietto, semplice e fresco prodotto da una delle realtà più convincenti e interessanti delle colline lucchesi. Un rosso quotidiano e conviviale, che racconta con una semplicità disarmante la natura del frutto nella sua forma più succosa e piacevole. Rosso rubino scuro e concentrato. Il naso è un tripudio di profumi di more selvatiche, prugna e ribes nero, mescolati a note di pepe nero, sfumature di sottobosco e echi di terra smossa. Al palato domina la freschezza, golosa, rustica e appagante del frutto croccante, stemperata dall’innata rotondità e carnosità del merlot e da un tannino evidente ma non irruente. Un sorso irresistibilmente beverino, sincero e piacevole, adatto per rendere quanto più possibile spensierato il pic-nic di Pasquettain balcone o in giardino.