Dalle splendide Ville, allo sfincione e alle industrie conserviere: sono tanti ì motivi per andare a fare un giro nel territorio di Bagheria e noi li abbiamo scoperti per voi.
In occasione di “Bio in Sicily 2021” che si è svolta lo scorso 1, 2 e 3 ottobre presso Villa Palagonia a Bagheria, siamo andati alla scoperta del territorio bagherese tra ville, chicche enogastronomiche e realtà imprenditoriali tutte da scoprire unite da un filo conduttore: sostenibilità e tutela della biodiversità.
Cosa vedere a Bagheria
Bagheria “città delle Ville”
Bagheria è detta anche “città delle Ville” per il grande numero in essa presenti di ville quasi tutte del XVIII secolo in stile barocco. Anche se molte di esse non sono visitabili e molte versano in stato di abbandono, rappresentarono un tempo le più pregiate residenze estive dell’aristocrazia palermitana. È stato ipotizzato un preciso intento architettonico con stretti riferimenti alla filosofia alchemista settecentesca che sarebbe alla base dell’edificazione di alcune ville, in particolar modo Villa Valguarnera e Villa Palagonia come mostra la presenza, in molte sculture e decorazioni di tali ville, del dio Mercurio.
Anche l’impianto planimetrico di Villa Palagonia e Villa Valguarnera, sarebbe ispirato alla forma della chiave dell’Opera alchemica. Questo contesto fortemente simbolico derivò verosimilmente dalla volontà di creare una congregazione arcadica dove gli aristocratici adepti potessero dedicarsi alle arti liberali e alla filosofia alchemica lontani dal controllo del Tribunale dell’Inquisizione di Palermo.
Piazza Sepoclcro
Piazza Sepolcro è un luogo magico e speciale che rappresenta l’essenza, l’anima e la storia della cittadina alle porte di Bagheria. La Piazza, dove è stata posta la prima pietra chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme nell’anno 1740 dal principe don Nicolò Branciforti, è ritornata a nuova vita dopo la rifunzionalizzazione avvenuta 15 anni fa, grazie a un lavoro di rifacimento che l’ha riconsegnata alla pedonalizzazione e alla funzione di luogo di socializzazione della Comunità. Oggi è un centro nevralgico delle serate e della movida in città, contando sulla presenza di numerosi locali.
Cosa mangiare
L’Antica Focacceria
L’antica Focacceria dal 1856 ha fornito un contributo fondamentale alla rivitalizzazione dello spazio aggregativo grazie all’opera, all’intuizione e alla capacità dei giovani imprenditori, Giuseppe Urso e Francesco Carollo, che sono riusciti ad animare una delle 3 piazze del centro storico di Bagheria (Piazza Madrice e Piazza Anime Sante), rilanciando, al contempo, un presidio storico della tradizione gastronomica della Città. Lo storico locale ha un legame indissolubile con la tradizione e soprattutto radici solidi nella memoria storica dei bagheresi poiché è stato per decenni luogo di ritrovo per generazioni di famiglie per celebrare il rito della colazione bagherese per eccellenza, gustare la focaccia con ricotta fresca e salata, strutto e pepe nero, dalle caratteristiche uniche e improducibili: bollente, croccante, appena sfornata.
Lo sfincione bagherese
Il primo dei prodotti di eccellenza del territorio è lo sfincione bagherese ricco di valore storico e culturale prima ancora che gastronomiche. Bagheria, infatti, si va sempre più connotando come città d’arte, della cultura e del gusto, aspetti che fanno parte lo sfincione bianco, una torta salata in grado di animare le papille gustative anche dei più reconditi e intransigenti buongustai.
Si tratta di un piatto storico per le sue peculiarità e il mix gradevolissimo di prodotti di territorio (tuma o ricotta, acciuga, cipolla, pan grattato e caciocavallo), d’altronde le acciughe sono quelle di Aspra, il bagherese è terra di olio e formaggio e tutto questo conferisce forza e autorevolezza al prodotto che si lega con forza con le tradizioni del borgo di Aspra.
Non è un caso, dunque, che si sia costituita nel 2019 la Comunità dei panificatori Slow Food dello sfincione Bagherese, che sta facendo di tutto per farlo conoscere al mondo intero, dando forza al processo di marketing turistico e rafforzando la strategia di valorizzazione del prodotto.
La focaccia con ricotta
Tra le golosità del territorio da non perdere vi è la focaccia con ricotta. Si tratta di un panino artigianale, al quale viene spalmata dell’ottima ricotta di pecora alla base, e viene arricchito con una cascata di caciocavallo a striscioline, con aggiunta di pepe e sale. La specificità è conferita dal forno, quello di sempre, alimentato a legna artigianale e incastonato nel locale, un gioiello conservato dal 1901 che lavora a 400°C. Lo possiamo definire uno street food senza tempo che alla tradizione ha innestato l’innovazione e il ricambio generazionale che ridato nuova linfa al locale.
La scattata di Alia
La scattata è un dolcetto tradizionale della provincia di Palermo, con particolare riferimento ad Alia. La ricetta risalirebbe ai primi anni del novecento, sarebbe stata tramandata sino ad oggi nelle famiglie del paese. Negli anni ’50 le scattate erano preparate dalle donne del paese per essere consumate nei banchetti dei festeggiamenti del paese e in varie cerimonie. Attualmente sono consumate soprattutto durante le festività natalizie. Nelle famiglie, invece la produzione sta scomparendo poco a poco.
Un gruppo di giovani del paese ha deciso di valorizzare questo dolce per trasformarlo in una risorsa per questo piccolo comune montano dell’entroterra siciliano.
La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo di quattro semplici ingredienti: mandorle, coltivate nei mandorleti locali, pelate, sminuzzate e tostate, farina di grano tenero, zucchero, con l’aggiunta facoltativa di cannella e/o scorza di limone. Bisognerà miscelare gli ingredienti con un poco di acqua fino a ottenere una massa piuttosto consistente che va lasciata riposare mezz’ora. A questo punto con le mani umide di acqua si formano palline grandi come una noce che devono essere rotolate nei diavolini di zucchero colorati. Si depositano quindi le palline su una teglia che si pone in forno a 160°. Durante la cottura la piccola porzione di impasto si espande, in dialetto si dice “scatta”, dando una forma irregolare ai dolcetti e rendendo così unica ogni scattata. Di qui deriva appunto il nome. Negli ultimi anni la Fondazione Slow Food per la biodiversità attraverso una capillare azione sul territorio ha deciso di rivalutare questo antico prodotto.
“U Baroneddu”
Tra le aziende del territorio che meritano una menzione particolare vi è, sicuramente, “U’ Barunieddu”, una realtà a conduzione familiare nata dalla voglia di apportare innovazione alle ricette di Nonno Pino. I prodotti aziendali nascono da un percorso di ricerca sulla tradizione enogastronomica siciliana e soprattutto bagherese.
Ed è proprio da Bagheria e dalla sua storia nell’industria conserviera e alimentare che nasce l’idea di sperimentare forme nuove del mangiare bene. “U Barunieddu” è gestito dalla Famiglia Buttitta al completo: mamma Antonella, casalinga, con il figlio Giuseppe, studente, e la nipote Elisabetta, architetto. Uniti dall’amore e dalla passione per la cucina e il proprio territorio. Giuseppe, classe 1998, dopo il diploma all’istituto alberghiero e diverse esperienze nel campo della ristorazione, ha avuto un’intuizione. Insieme al nonno Pino comincia a studiare le ricette tradizionali e dopo un po’ decide che è arrivato il momento di farle assaggiare a tutti. Ovunque e in qualunque momento.
Nasce così “U Barunieddu”, una piccola start-up a conduzione familiare, dove la famiglia Buttitta lavora con passione per la propria terra, e si è posta l’obiettivo di farne conoscere i fantastici prodotti tradizionali.
Tra ì prodotti di punta vi è l’ormai celebre “crema allo sfincione” che ha chiuso in barattolo la nota specialità siciliana creando una crema spalmabile che ne conserva, tuttavia, inalterati il gusto e il profumo pur se in una insolita e ghiotta consistenza cremosa perfetta da spalmare sul pane o bruschette ma anche da utilizzare come goloso condimento per la pasta. A questa si affianca l’altrettanto ghiotta crema di caponata e tante altre conserve, crème che della Sicilia hanno l’anima.
Consigliatissimo il percorso di degustazione che sarà possibile effettuare su prenotazione contattando direttamente l’azienda.