Un’impronta surrealista ma con un forte legame con le origini campane e con Roma. Queste le parole chiave del menu di La Terrazza dell’Hotel Eden targato Salvatore Bianco.
Affinità artistiche e sinergie intellettuali legano il nuovo executive chef all’indirizzo fine dining dell’Hotel Eden, l’albergo romano cinque stelle lusso di Dorchester Collection. Il suo ristorante La Terrazza parte con una proposta degustazione firmata da Salvatore Bianco che ruota attorno al Maestro del surrealismo Salvador Dalì mentre il Dna dei sapori resta sempre ancorato alle sue origini campane e alla Città eterna.
Salvatore Bianco: l’arte in cucina
L’executive chef Salvatore Bianco, classe 1978, dopo anni di confronto creativo e maturazione di stile – nelle sue esperienze c’è anche quella affianco al grande maestro Gualtiero Marchesi, conosciuto presso il relais L’Albereta, Franciacorta mentre l’ultimo decennio della sua carriera lo trascorre a Napoli al Comandante di Romeo Hotel dove ottiene 1 stella Michelin – porta nel nuovo menù de La Terrazza di Hotel Eden una filosofia che predilige la valorizzazione dell’ingrediente, senza rinunciare a ricerca e sperimentazione, giocando con i profumi e le consistenze di prodotti locali dimenticati per “travolgere e stravolgere il commensale e fargli vivere nuove emozioni” come afferma lui stesso.
L’arte in questo personalissimo universo gastronomico, ha un ruolo fondamentale: contaminazioni culturali hanno formato la sua memoria gustativa, l’arte la respira fin dalla sua infanzia nel laboratorio di scultura e pittura di famiglia, lui stesso ne è appassionato e capiamo allora che non è un caso se oggi la definisca “una costante” della sua vita, se è vero anche che l’atto di alimentarsi parte dai ricordi. Per questo, citando le sue parole, lo accompagna “l’idea di farla rivivere in ogni piatto suscitando emozioni, ricordi e suggestioni”.
La proposta de La Terrazza
Come nel surrealismo, l’inconscio apriva all’indagine una sterminata regione della psiche per pensare per immagini, Salvatore Bianco pensa per piatti perché definisce la cucina “l’unica forma d’arte che riesce a far interagire tutti i sensi contemporaneamente”.
Il nuovo executive chef de La Terrazza propone due menù degustazione che prendono in prestito il nome da due celebri opere di Dalì, artista molto amato dallo chef.
La persistenza della memoria, dunque, è “una riflessione sul tempo e come influenza il gusto e le emozioni” con una selezione di piatti signature, espressione del suo percorso di crescita, dove è centrale il motivo dello scorrere del tempo. Tra questi la Seppia con vignarola, salicornia e frutti di mare o gli Spaghetti con ghiande, caffè, tabacco e orzo.
La metamorfosi di Narciso per “un’espressione di cambiamento ed evoluzione” dove in un gioco al contrario, lo sguardo è volto soddisfare il piacere del commensale e la curiosità di chi è aperto al cambiamento, recuperando le ricette tipiche del territorio romano e laziale in chiave moderna e innovativa. Ne è un esempio l’Animella servita con carciofi ed erbe aromatiche e le “Fettuccine…?” con parmigiano 62 mesi e pollo. E per dessert il Tiramisù con aceto di caffè ed erbe amare.
Info utili
La Terrazza
Hotel Eden, via Ludovisi 49, Roma