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Antonio Gentile & il 47 Circus Roof Garden: fate un giro sulle giostre del sapore

La grande bellezza della terrazza-ristorante dell’hotel FortySeven, un imprenditore illuminato, uno chef talentuoso, una barlady grintosa, uno staff affiatato: un indirizzo gourmand da evidenziare per tutti coloro che amano la cucina mediterranea, e per respirare Roma dall’alto così come non avete mai fatto.

Esistono luoghi che non si possono descrivere, vanno vissuti, respirati, mangiati. Bisogna essere lì, osservare dall’alto un panorama senza tempo, lasciare lo sguardo libero di stupirsi, dare un nuova dimensione al proprio vissuto, abbandonare le sterili corse, le nostre piccolezze, pensare meglio, farsi coccolare, assaporare il buono e il bello, sfiorando impalpabili le veloci nuvole.

Il 47 Circus Roof Garden si apre così agli occhi di chi sa guardare, di chi sa aspettare: un caleidoscopico luogo del gusto con vista sulla Basilica di Santa Maria in Cosmedin – che custodisce a sua volta la Bocca della Verità -, sul Foro Boario, sul Tempio di Vesta; e poco dietro gli echi del Circo Massimo e del Palatino, poi i maestosi e fieri alberi del lungotevere, che scorre lento senza mai voltarsi indietro.

Come su una ruota panoramica che vi porta in alto tra le bellezze di Roma città Eterna, per completare il piacere e sancire la perfetta identità tra l’essere e il mangiare, Chef Antonio Gentile, ha costruito un menu che omaggia la cucina mediterranea realizzata con le migliori materie e si snoda agile dall’ora dell’aperitivo – con cocktail d’autore ed estrosi apetizer – fino alla cena in un variopinto percorso che, come su una giostra, vive l’emozione di discese ardite e risalite tra fascinazione, stupore e tradizione.

Chi ha già avuto il piacere di conoscere questo giovane e talentuoso chef e di afferrare le tante angolazioni della sua cucina di mare, lo ricorderà tra le pareti essenziali del RED FISH di Ostia, dove è rimasto cinque anni, conquistando le due forchette sulla Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso.

Formatosi al fianco dei grandi Antonio Sciullo, ai tempi del George’s di via Veneto, approda al Faro di Capo d’orso con lo chef Pierfranco Ferrara, poi Londra con Heinz Beck (La Pergola***, Roma), presso il suo ristorante Apsleys, poi ancora daFrancesco Apreda (Idylio*, Divinity, Liòn, Roma), nella cucina di Imàgo* ristorante dell’Hotel Hassler, per poi scendere in costiera al ristorante Furore, del Furore Inn, con lo chef Antonio Sorrentino. Infine la chiamata di Luca Nicolotti al 47 Circus.

Capitano di un nuovo progetto, bello e vibrante quanto il suo contesto e il suo affiatato staff, Chef Gentile respira tutti gli umori di un periodo intenso, di una nuova fase di vita e di cucina, di crescita, riflessione e consapevolezza, dove sta confrontando se stesso con il tipo di cucina vuole esprimere e quella per conquistare e soddisfare i gusti e le aspettative di un’ampia clientela romana quanto internazionale.

Tavoli in ferro battuto, preziose porcellane, candide tovaglie e una mise en place raffinata, elegante ma essenziale: è qui che si poggia la cucina di Antonio Gentile. E qui che avrete il piacere di gustarla.

Il 47 Circus oggi è il risultato di un lungo percorso iniziato anni fa – spiega Luca NicolottiLa ristorazione unisce la maestria di Antonio Gentile alla competenza del nostro consulente Gabriele Enrico che ha maturato importante esperienze accanto ad Alain Ducasse e Gualtiero Marchesi.

Ma il Circus non è solo cucina. I piatti sono coprotagonisti di un grande momento di fascinazione, spettacolo e convivialità, proprio come ricorda il nome stesso del locale, termine latino ma riconoscibile in tutte le lingue del mondo. Qui al Circus l’esperienza è sinonimo di stupore, gaiezza, giovialità, nel grande viaggio tra il gusto e la storia che offre questa terrazza”.

Al 47 Circus Roof Garden Chef Antonio Gentile ha portato un concept di cucina mediterranea che, oltre alla pasta -di cui è grande interprete – e al pesce – protagonista assoluto della sua ultima cucina- abbraccia anche i piaceri della carne, sempre restando fedele ai sapori di classica impronta in un menu che, su un suggestivo sfondo romano, unisce il profumo del mare al gusto inconfondibile della terra.

Per me Roma è quasi una seconda patria –spiega lo chef – la città dove mi sono formato e, negli ultimi anni, cresciuto professionalmente. Quando Luca Nicolotti mi ha lanciato la sfida di dare un’anima a questa terrazza, un luogo di bellezza assoluta, un ristorante che potesse essere ricordato e cercato, mi sono sentito onorato e ho accettato immediatamente. Qui sono circondato da cose belle, uno stimolo per la mia cucina e per creare piatti all’altezza di questa vista“.

LA CUCINA dello CHEF

Esaltare i prodotti senza far perdere loro l’identità, fare grande attenzione alla provenienza degli ingredienti, celebrare la cucina mediterranea, ripensare quella classica, imprimere la grinta campana ai piatti, giocare con le consistenze, creare illusioni ottiche e nuove dipendenze, come quella per la “Tartare di manzo, misticanza aromatica, nocciola e parmigiano reggiano“, un esercizio da equilibrista: semplice e disarmante, netta e perfetta sulla sua corda tesa di sapori compiuti.

Tra gli antipasti il Polpo, cotto alla piastra e glassato con un fondo di verdure, servito con zucchine alla scapece (citazione campana) e una crema di pomodoro confit piace molto alla clientela, mentre il Battuto di pappa al pomodoro con avocado, cipolla rossa di Tropea e cialda di olive nere di Gaeta è un omaggio al Sud e alla sua tradizione povera.

Se il mare lo consente, Chef Gentile propone anche la sua “variazione di mazzancolle, una triade “cruda, fritta e dolce” servendo e il crudo con il gazpacho di pomodoro datterino e quinoa soffiata; disorientando il fritto con una giardiniera di verdure e le sue spiccate acidità; creando con le teste una crème brûlée che è tutto in girotondo di dolcezze, sapidità e goloso caramello.

Tra i primi più richiesti i Capellini cotti in brodo di pannocchie, crema di peperoni arrosto, tartare di ricciola e un tocco di succo di yuzu. Se la presentazione qui richiama l’oriente, gli Spaghettoni in acqua di pomodoro, con vongole e crema di zucchine, sono un tributo alla cucina campana e si mostrano bianchi, mantenendo invisibile e intatto il gusto del pomodoro; immancabili i Tortelli di genovese di manzo, finocchi e provolone “Del Monaco”, signature dish dello Chef da continuare ad ordinare ancora ed ancora.

Non sono un estremista nei gusti – spiega lo chef Gentilevoglio solo che i miei piatti siano riconoscibili e equilibrati. Tutti gli ingredienti che uso devono essere protagonisti per cui quando penso a un piatto voglio che ogni ingrediente ne risulti esaltato. Nella mia cucina gioco a rileggere un po’ i piatti della tradizione, soprattutto quelli che mi porto dietro dalle mie origini. Come il Tortello di genovese, dove il ragù di carne che di solito viene servito con della pasta, lo metto dentro al raviolo, servito con una crema di finocchi. Del resto, da bravo chef e in più napoletano, ho una grande passione per la pasta”.

Tra i secondi la Spigola al sale con lattuga, finocchi e fagiolini, brilla di luce propria per sapore e compattezza, convincendo anche i meno amanti del genere. Qui la bontà delle carni viene favorita da una cottura studiata appositamente all’interno di uno scrigno di pasta di sale, uova e farina, per mantenere la carne morbida e succosa.

Tra i dolci spicca la Lemon curd con crumble al cacao, spugna alla menta e sorbetto ai frutti rossi, che regala montagne russe di sensazioni giocate sulle dolcezze e sulle punte, godibilissime, di inattesa sapidità.

Oltre ai piatti alla carta, lo chef propone anche due percorsi di degustazione: Ispirazione, con 4 portate per 60 euro e Degustazione, con 6 portate a 75 euro (bevande escluse).

IL COCKTAIL BAR

Immancabile l’aperitivo al tramonto con stuzzichini e appetizers come la focaccia fatta in casa farcita con mortadella, la caprese d’avanguardia con spugna di pomodoro, crema di mozzarella e basilico. Il tutto da accompagnare ai vini in carta, frutto di una costante ricerca di etichette, e ai cocktail signature estivi della barlady romana Beatrice Oliviero, impreziositi da salvia, timo, aneto e rosmarino del delizioso orto urbano ospitato accanto al cocktail bar della terrazza.

Gli agrumi, frutti per eccellenza del nostro Mediterraneo, sono, insieme alle 47 etichette di gin, tra dry e aromatizzati, anche italiani, i protagonisti di altri cocktail – spiega la barlady – come l’Orange flavour, con Grand Marnier, una punta di Campari – per un omaggio all’aperitivo italiano – succo d’arancia e di limone spremuti freschi, marmellata di arancia biologica e tutto shakerato, per finire in coppa con un colore aranciato che ricorda il tramonto in terrazza e il colore simbolo del FortySeven.”

47 CIRCUS ROOF GARDEN & L’HOTEL FORTYSEVEN

Il palazzo, di architettura razionalista, in passato fu sede di un ufficio pubblico, oggi ospita il boutique hotel fresco di una recente e totale ristrutturazione. La struttura è gestita da Luca Nicolotti, che ha voluto imprimere un design moderno e molto personale.

Nicolotti da anni aveva un’ambizione: offrire una cucina di grande qualità sulla sua terrazza ed accogliere i suoi ospiti ciò che avrebbe desiderato essere accolto, godendo di un tramonto romano, accarezzati dal leggero ponentino che, arrivando dal mare, ne porta i profumi.

Aperto tutti i giorni dalle ore 18 per l’aperitivo, dalle ore 19 per la cena e il dopocena, con musica soft di sottofondo, il ristorante accoglie i clienti in un ambiente dall’eleganza italiana, con arredi essenziali ma ricercati, pensati per vivere comodamente all’aria aperta.

LE CAMERE e i GIRONI dei VIP

Ogni piano del FortySeven ha un tema differente ed è dedicato al mondo del cinema, della moda, della fotografia, con dieci tipologie di categoria, dalla suite, alla deluxe fino alla standard, vantando servizi articolati come una sala biliardo, un’area relax con bagno turco, una palestra, un cinema/sala polivalente, un bar, una sala da tè e un bistrot.

Le camere del quinto piano sono tutte con terrazza in legno ipè, arredata con salottini e piante della Macchia mediterranea, dal rosmarino all’ulivo, per rilassarsi in un inebriante salone a cielo aperto con una impareggiabile vista sui templi della Roma antica, sulla Basilica di Santa Maria in Cosmedin e sul Campidoglio. Al quarto piano, si trovano le camere dedicate ai grandi maestri della fotografia, come Helmut Newton, Elliott Erwitt e Luca Campigotto.

Il terzo piano è in onore alle icone degli anni ’60, che hanno avuto un forte legame con Roma e che sono ricordati da ritagli di giornali, oggetti personali, foto di scena e scatti d’autore: da Muhammad Ali, che brillò alle Olimpiadi di Roma, a Pelè, emblema del calcio, del quale è presente e incorniciata in una teca una maglia indossata in una partita. Solo lui fermò una grandissima Italia ai Mondiali del Messico nel 1970. Ma ci sono anche stanze che omaggiano Clint Eastwood, Audrey Hepburn, Marcello Mastroianni, Dustin Hoffman con “Il laureato” e l’allunaggio. Particolare curioso è che, in ogni stanza – dietro a delle teche – si trovano i modellini di automobili legati ad alcune di queste star, come la Citröen DS 19 che usava Audrey Hepburn a Roma o la Aston Martin di James Bond, ma con i mattoncini Lego, nella camera dedicata a Sean Connery, il primo a interpretare il ruolo dell’Agente 007. E ancora: l’Alfa Romeo Dino per “Il laureato”, la Ford Gran Torino per Clint Eastwood e la Ferrari 512 BB dedicata a lei: Brigitte Bardot.

Il secondo piano, invece, è un microcosmo legato alla moda e ai suoi grandi nomi, da Versace a Karl Lagerfeld fino a Chanel, e presto arriveranno anche le stanze intitolate ad Armani, a Valentino e a Gianfranco Ferrè.

Per informazioni e prenotazioni:

47 Circus, Via Luigi Petroselli 47, Roma.

Tel. 06 678 7816.

Sito.

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