Nel sud dell’Austria, la Carinzia incanta con i suoi laghi pittoreschi e le dolci Alpi, e si riscopre destinazione per foodies, con il suo cibo di qualità e particolarmente sostenibile, che nel 2025 ha fatto ottenere a diverse insegne stelle e cappelli di prestigiose guide internazionali.
È vicina all’Italia e amata come destinazione di viaggio per i suoi parchi e le sue vallate puntellati di laghi cristallini e circondati da vette alpine. Ora, nel 2025, la regione austriaca della Carinzia diventa anche la meta da non perdere per i foodies che seguono i consigli culinari delle guide gastronomiche più influenti d’Europa. Come la Michelin, che fa brillare il territorio, e la Gault&Millau che premia alcuni indirizzi con i suoi cappelli. In particolare, la buona cucina alpino-adriatico-carinziana, rinomata per la varietà di prodotti alimentari regionali che dà vita a diverse esperienze culinarie, tra tradizione e modernità, vanta quattro ristoranti che hanno ottenuto il riconoscimento della Stella Michelin.
Tra questi, il “Moritz” di Grafenstein, con la cucina moderna di chef Roman Pichler; il “Rouge Noir” a Weissensee, regno della creatività di Stefan Glantschnig e David Traun; il “Gourmetrestaurant Hubert Wallner” a Maria Wörth dell’omonimo chef, che da tempo delizia i palati gourmet con le sue fantasie culinarie dai sapori decisi, e il “Genießerhotel Die Forelle” sul Weissensee, con lo chef Hannes Müller alla guida della brigata. Sempre a lui è andato il titolo di “Miglior Chef dell’Anno” della Gault&Millau, grazie al suo approccio innovativo nella gastronomia di alto livello con la sua “Berg-See.Kulinarik” (cucina di montagna e di lago), una filosofia culinaria d’alta quota sostenibile, senza compromessi, che ha guadagnato la stella verde Michelin, conferita al “Die Forelle”.
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La stella verde per la sostenibilità, ideata e conferita dalla Guida Michelin, incoraggia e premia i ristoranti all’avanguardia che si fanno carico delle conseguenze etiche e ambientali della loro attività e che lavorano con produttori e fornitori “sostenibili” per evitare sprechi e ridurre, o addirittura azzerare, la plastica e altri materiali non riciclabili dalla loro filiera. In Carinzia anche altre quattro insegne l’hanno ottenuta. da “Restaurant Bärenwirt” ad Hermagor, con ai fornelli chef Manuel Ressi, al “Moritz”, da “Bär & Schaf Wirtschaft” a Völkermarkt, dove si esprime chef Martin Nuart a “Sicher”, con la cucina di chef Michael Sicher. La guida gastronomica Gault&Millau, invece, ha premiato il “Moritz”, come ristorante con un’atmosfera particolare e il Mountain Resort Feuerberg come “Hotel dell’Anno”, e ha assegnato all'”Hotel zum Weißensee” il “Future Award” per la particolare consapevolezza riguardo l’origine degli alimenti, la tradizione regionale, la qualità e l’ospitalità. Se i riconoscimenti sono la prova che la Carinzia, con la filosofia slow food e il suo approccio sostenibile, ma anche di ricerca, è al passo con i tempi e con le tendenze in fatto di proposte, non va dimenticato che il suo successo in ambito culinario affonda le radici nella tradizione.
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L’autenticità a tavola si ritrova nell’arrosto al sidro “Mostbraten” di Lavanttal, nella trota di lago carinziana, conosciuta come “Kärntner Laxn”, nel caviale di salmerino, nello stufato speziato o “Ritschert”, ma anche nei popolari ravioli carinziani “Kasnudeln”. E poi nella “Frigga”, una frittata di speck e formaggio della Gailtal, e nel dolce “Reindling” con cannella e zucchero. Tutte ricette che fanno parte del background degli attuali e premiati chef austriaci. In particolare, le specialità ittiche come la trota di lago, sono un vero piacere, sia che siano fritte con erbe, stufate con verdure fresche, affumicate in forno a legna o servite come tartare. Questi piatti, come il caviale di salmerino, si sposano bene con un bicchiere di vino carinziano. Se la lunga tradizione vitivinicola nel territorio, per decenni è stata quasi dimenticata, da alcuni anni sta vivendo una rinascita. Aziende come Burg Taggenbrunn, Domäne Lilienberg, Karnburg o Trippelgut al lago Maltschacher See hanno già ricevuto prestigiosi riconoscimenti. Le loro cantine sono altre tappe da inserire nella mappa di viaggio per foodies, per non perdere interessanti wine tasting oltreconfine. La regione austriaca si raggiunge comodamente in treno da Venezia. Con 3 ore e 50 minuti si scende a Villach per cominciare l’avventura.
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