Alain Ducasse, lo chef più stellato al mondo, debutterà nella Capitale con un ristorante gourmet a pochi passi da Piazza del Popolo.
Aprirà a Roma, al Romeo Hotel, il primo ristorante del pluristellato chef francese Alain Ducasse.
Ecco la grande notizia che sta rimbalzando su tutti i giornali e le tv del mondo. Si parla di ottobre, quando verrà terminata la ristrutturazione di Palazzo Capponi, un capolavoro del XVI secolo situato in Via di Ripetta, a pochi passi da Piazza del Popolo. A progettare il restyling della nuovissima struttura è stato chiamato lo studio Zaha Hadid.
Si tratta di un progetto ambizioso, fortemente voluto dall’Avvocato Alfredo Romeo, già ideatore del Romeo di Napoli e che, oltre a Roma, aprirà a breve anche a Massa Lubrense.
L’hotel
La nuova apertura avrà 74 tra camere e suites, alcune delle quali interamente affrescate, con arredi pensati su misura e realizzati mediante l’utilizzo dei materiali più preziosi della tradizione italiana. Tra questi Ebano Macassar, Ebano Amara, Marmo Nero Marquina, Marmo Carrara e Noce Canaletto.
La metratura delle camere sarà importante e varierà da una media di 42m2 fino ai 155m2 per le Suite Romeo degli ultimi piani, con tanto di terrazze private sui tetti di Roma.
Inoltre, l’hotel comprenderà un cortile aperto di duemila metri quadrati con piscina interna ed esterna, una lounge e un rooftop bar. Non mancherà, inoltre, anche uno spazio wellness e spa in collaborazione con Sisley Paris.
Il ristorante di Alain Ducasse
Storia, design, architettura ma anche alta cucina. Al primo piano arriverà, appunto, Alain Ducasse, lo chef più stellato al mondo, con un ristorante che porterà nella capitale l’alta cucina francese con una forte impronta vegetale.
“Ognuno dei miei ristoranti racconta la propria, singolare storia che esprime l’anima della città dove si trova – dice Alain Ducasse – Grazie agli eccezionali prodotti italiani dalla terra e dal mare, Il Ristorante offrirà una versione molto contemporanea ed elegante della migliore haute cuisine francese.”
Il savoir-faire dell’Executive Chef Stéphane Petit trasformerà i migliori ingredienti in piatti eleganti e di buon gusto. Lo chef metterà inoltre in primo piano verdure, evidenziando così la visione ispirata alla natura dell’haute cuisine contemporanea di Alain Ducasse.
La show kitchen del ristorante gourmet diventerà, inoltre, un’opera d’arte totale con l’inserimento delle opere scultoree a firma di Zaha Hadid.
Il ristorante Napoletano di Salvatore Bianco
Secondo paradiso gastronomico all’interno dell’hotel sarà Napoletano. Il ristorante che consentirà un’esplorazione delle tradizioni partenopee e una riscoperta di gusti autentici in un twist di innovazione visiva che renderà il portico antico del XVIII sec., cerniera tra la città e il cortile moderno che svelerà nella sua grandezza un’area archeologica di epoca romana e opere d’arte antiche di grandi autori quali Giacinto Gigante e Umberto di Lazzaro.
Napoletano sarà un ristorante che ripercorrerà, dunque, la tradizione del territorio campano. Una connessione forte con tutto quello che è l’appartenenza al mare, al Mediterraneo che, congiuntamente al Vesuvio sono protagonisti indiscussi di questa area geografica.
La produzione delle materie prime sarà gestita in casa Romeo. La proprietà, infatti, negli anni ha acquisito terreni fertili nella campagna campana, dai quali arriverà tutto ciò che sarà utilizzato nelle cucine. Dai pomodori, unici per caratteristiche, alle albicocche stagionali del Vesuvio con una buccia molto sottile e un grado zuccherino molto alto. E ancora dalle ciliegie agli agrumi dal gusto inconfondibile fino a giungere agli ortaggi. Un esempio tra tutti, le melanzane napoletane con pochi semi e una grande concentrazione minerale.
Lo spazio esterno
Ultimo, ma non per importanza, sarà Il Terrazzino, uno spazio in esterno al primo piano. Un’opera parietale di Ugo Nespolo che reinterpreta Piazza del Popolo farà da sfondo ad uno spazio adibito ad eventi, presentazioni e lounge bar.
Insomma, pur non avendo ancora nel dettaglio la lista dei piatti in carta, possiamo dire già da ora, con ben sei mesi di anticipo, che l’autunno capitolino sarà illuminato da un nuovo tempio gourmet.