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Vino

Ciak Irpinia 2019: viticoltura e vendemmia al centro dell’evento di Atripalda

La terza edizione di Ciak Irpinia ha destato grande interesse, tanti gli addetti ai lavori e wine lovers, che hanno raggiunto la Dogana dei Grani lo scorso 18 maggio

La conformazione del territorio rende l’Irpinia terra d’elezione per la produzione dei vini. Lo sa bene il Consorzio Tutela vini d’Irpinia che con ben 500 produttori di uve e aziende vitivinicole rappresenta il 75% dei vini prodotti e certificati in Irpinia per le denominazioni DOCG Taurasi, DOCG Fiano di Avellino, DOCG Greco di Tufo e DOC Irpinia.

Mi vengono in mente alcuni versi della poetessa statunitense Emily Dickinson:Natura è tutto quello che sappiamo senza avere la capacità di dirlo, tanto impotente è la nostra sapienza a confronto della sua semplicità”.

Leggendo le sue poesie sulla natura ho sempre provato a immaginare e a meravigliarmi di piccole cose, semplici, che essendo sempre davanti agli occhi, non ho mai saputo apprezzare.

La mia passione per il settore vitivinicolo è alimentata da una continua ricerca territoriale. Ecco perché per me Ciak Irpinia (ve ne avevamo parlato qui) è un evento imperdibile, perché non nasce per stilare classifiche dei vini prodotti dalle singole aziende, ma per approfondire la conoscenza dell’areale irpino e analizzare i cambiamenti in corso, da un punto di vista enologico, vitivinicolo ed economico.

La viticoltura in Irpinia

La viticoltura in Irpinia ha origini antichissime ed è stata influenzata dalle diverse dominazioni, ma soprattutto da quella greca, che ne hanno determinato il grande patrimonio vitivinicolo ed enologico.

La caratteristica principale dell’orografia irpina è l’attraversamento della dorsale appenninica che divide il territorio in due versanti totalmente diversi tra loro. La parte adriatica è caratterizzata da un clima più rigido d’inverno, meno piovoso e da estati molto calde. Il versante più interessante per la vitivinicoltura è quello tirrenico, più montuoso, il cui clima è influenzato da correnti miti e umide provenienti dal Tirreno, che mitigate dalla presenza dei monti Picentini, producono temperature fresche e importanti livelli di piovosità annua. Le altitudini sono comprese tra i 300 e i 700 metri sul livello del mare e questo consente di avere terreni ben drenati, con una buona riserva idrica e con delle importanti escursioni termiche tra il caldo del giorno e il fresco notturno.

I terreni sono argillosi-calcarei, ma essendo al centro di tre zone vulcaniche hanno beneficiato dell’attività effusiva nel corso dei millenni, accumulando strati di cenere e lapilli che hanno dato luogo a depositi tufacei, arricchimenti in minerali e presenza di strati di suolo più sciolti, determinando un’altra peculiarità per una viticoltura di qualità.

La natura deve fare il suo corso e a volte non è così nettamente prevedibile.

Durante il tasting seminar della terza edizione di Ciak Irpinia, riservato a un gruppo di esperti esteri e nazionali del settore enologico, è stato possibile degustare alla cieca e valutare i vini selezionati dalla Commissione Tecnica Territoriale presieduta dal professor Luigi Moio: Fiano di Avellino Docg, Greco di Tufo Docg, Taurasi Docg e i vini della denominazione Irpinia Doc, in particolare Irpinia Aglianico, Irpinia Coda di Volpe e Irpinia Falanghina.

ciak irpinia

Ha seguito una sessione di approfondimento e confronto tra tecnici, esperti del territorio vitivinicolo irpino e comunicatori di rilievo del panorama nazionale e internazionale che hanno condiviso le loro impressioni. Durante questa sessione sono state presentate le valutazioni dell’ultima vendemmia 2018 e 2015, dalla Commissione Tecnica Territoriale, composta di una selezione di enologi operanti sul territorio irpino.

La vendemmia 2018

L’inverno è trascorso piuttosto mite ma caratterizzato da abbondanti precipitazioni, soprattutto nei mesi di febbraio e marzo, che hanno costituito una buona riserva idrica per le piante.

Da febbraio si sono registrati anche importanti abbassamenti di temperatura, con precipitazioni nevose sulle colline in corrispondenza degli ultimi giorni alla fine del mese.

La primavera è stata mite e molto piovosa contribuendo così a un ottimale germogliamento, partito leggermente in ritardo rispetto all’annata precedente.

Il mese di maggio è stato segnato da abbondanti e frequenti piogge. I lunghi intervalli caldi e soleggiati di giugno hanno determinato una fase di fioritura abbastanza regolare conclusa in tempi brevi. Anche l’allegagione è avvenuta in condizioni ottimali, contribuendo a dare una produzione più abbondante rispetto al millesimo precedente.

L’estate è stata caratterizzata da frequenti eventi piovosi che hanno contribuito a mantenere più fresche le temperature rispetto alla media stagionale. Le piante non hanno subito fenomeni di stress idrico, e termico, pertanto lo sviluppo della vegetazione è stato rapido, regolare e vigoroso, tanto da rendere molto impegnativa la gestione dei vigneti, richiedendo interventi in campo tempestivi e a intervalli più stretti. Tali condizioni climatiche si sono protratte anche nella fase di maturazione delle uve, consentendo alle viti di procedere verso la maturazione con regolarità, senza registrare fenomeni di stress e con una progressione molto lenta.

In linea generale la gestione viticola è stata più impegnativa rispetto agli altri anni, ed ha richiesto una maggiore attenzione e impegno anche per le accentuate condizioni di eterogeneità.

L’invaiatura e la maturazione hanno avuto inizio con circa una settimana di ritardo rispetto alla media degli ultimi anni.

La vendemmia è iniziata a prima decade di ottobre con la raccolta delle uve bianche e si è conclusa a novembre inoltrato con la raccolta di aglianico sulle colline più alte; un’epoca di raccolta piuttosto posticipata rispetto alla media degli anni più recenti, ma in linea con i tempi classici della zona.

Il millesimo 2018 si mostra qualitativamente molto buono e particolarmente espressivo delle peculiarità del territorio, con vini bianchi di grande complessità, intensità e finezza di aromi su un profilo gustativo verticale molto fresco.

La vendemmia 2015

L’inverno è trascorso con precipitazioni piovose abbondanti e nella seconda parte è stato anche abbastanza freddo, nonostante i fenomeni nevosi siano stati scarsi. Si è pertanto registrato un buon accumulo di riserve idriche nei terreni.

La primavera non troppo calda, molto discontinua e caratterizzata da abbassamenti di temperatura anche repentini, ha portato in prima battuta a un germogliamento tardivo e poi anche a fioriture eterogenee e abbastanza lunghe, registrando comunque un allegagione nel complesso regolare.

La fine della primavera e l’estate sono state caratterizzate da un clima asciutto. La seconda parte di giugno e il mese di luglio sono stati segnati da temperature medie molto alte, senza escursioni termiche rilevanti tra giorno e notte. Nel mese di luglio si sono registrate temperature massime medie di circa 35° C, in linea con un’estate avara di precipitazioni. In tali condizioni la gestione dei vigneti non ha ravvisato difficoltà. L’andamento climatico ha determinato un leggero anticipo delle fasi d’invaiatura e maturazione delle uve in un ambiente termico caratterizzato da rilevanti escursioni di temperatura tra giorno e notte.

Dal punto di vista produttivo, l’andamento climatico ha consentito una vendemmia con standard qualitativi molto elevati. I vini rossi ottenuti da aglianico nell’annata 2015 si sono presentati molto concentrati e strutturati con un profilo aromatico di piccoli frutti rossi e di confettura di frutti a bacca nera.

“Ciak Irpinia è solo un’altra tappa nel processo di promozione e valorizzazione del territorio che, come Consorzio, mettiamo in campo senza sosta e continueremo ad alimentare nei prossimi mesi. La nostra provincia – precisa il presidente del Consorzio Stefano Di Marzo – e i suoi straordinari vini meritano il giusto spazio di visibilità nello scenario vitivinicolo nazionale e internazionale”.

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