Federico Vendola, giovane cuoco romano con origini pugliesi, è da poco arrivato ai fornelli di Giulio Pane e Ojo a Milano. Ecco come è iniziata la sua carriera, quali sono le sue ambizioni e il piatto che lo rappresenta di più
Non chiamatelo chef. Federico Vendola, giovane cuoco recentemente approdato nella cucina di Giulio Pane e Ojo a Milano, sente di dover crescere ancora molto prima di definirsi tale. La passione per la cucina gli è stata tramandata dalla famiglia, in particolare dal padre, ristoratore e proprietario di alcuni locali a conduzione familiare. Le sue origini sono del sud, ma essendo nato a Roma la sua cucina è un insieme di odori e sapori, unione di tradizioni provenienti da varie parti d’Italia.
«Le mie origini pugliesi e campane mi hanno dato la possibilità di sperimentare una cucina fatta con passione, di sentire gli odori e i profumi della campagna e di conoscere e vedere le materie prime».
Dopo varie esperienze lavorative e la formazione alla scuola alberghiera, Federico Vendola è approdato nella brigata di chef Schiano nel ristorante Lo Stil Novo di Roma. Il sodalizio tra i due continua tutt’ora, ma a Milano: ai fornelli di Giulio Pane e Ojo.
«Dalla mia prima esperienza lavorativa credo di aver fatto un percorso che ha migliorato le mie capacità e mi ha dato la possibilità di crescere professionalmente».
Quali sono i maestri che ti hanno ispirato? «Sicuramente mio padre. Solo grazie a lui ho iniziato il mio percorso nel mondo della ristorazione. E poi naturalmente Mario (Schiano, ndr). Con lui abbiamo creato un menu che, partendo dalla tradizione romana, unisce le tecniche e i sapori della cucina campana e francese».
E il piatto che ti rappresenta di più? «Il petto d anatra con cavolo nero ripassato e mostarda al mandarino».
Federico Vendola è un ragazzo molto legato alle tradizioni e alla famiglia, ma con obiettivi da raggiungere chiari e ben saldi: «La mia ambizione più grande è di migliorarmi sempre di più in quello che faccio e di arrivare ai massimi livelli della cucina italiana».