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Vino: dieci etichette per le festività

dieci etichette

Lontano dai soliti “classici”, una lista di dieci etichette che non possono mancare sulle tavole delle feste, tra bollicine, vini bianchi e rossi da tutta Italia.

“Amo sulla tavola, quando si conversa, la luce di una bottiglia di intelligente vino”. Così Pablo Neruda tesseva l’elogio della bevanda che da millenni accompagna la vita dell’uomo. E allora, a proposito di “vini intelligenti”, proviamo a stilare un elenco di dieci bottiglie da mettere in tavola in questi giorni di feste. Un elenco che esce un po’ dai soliti schemi e dai soliti “classici” ma che può diventare un bel gioco tra curiosità e novità. Iniziamo dalle bollicine, immancabili per pranzi e cenoni di Natale e Capodanno. La prima bottiglia nasce nella cantina La Scolca, in Piemonte, guidata da Chiara Soldati, nipote dello scrittore Mario Soldati. È uno spumante metodo classico Blanc de blancs dosage zero (46 euro, 12,5 gradi), frutto di uve cortese in purezza e lasciato sui lieviti 36 mesi. Delicato, con profumi di agrumi e fiori che si ritrovano anche in bocca e con una leggera sapidità finale, può abbinarsi a crudi di pesce ma anche a un antipasto di mozzarelle. Da una donna a un’altra azienda tutta al femminile, Lungarotti in Umbria. Molto interessante il loro Brut millesimato, uno spumante metodo classico ottenuto da chardonnay e pinot nero, con profumi intensi floreali e leggera crosta di pane e con un sorso agrumato e fresco. L’annata 2018 (18 euro, 12,5 gradi) è stata prodotta con un cofanetto speciale per i 50 anni del Muvit, il museo del vino a Torgiano pensato e fortemente voluto da Maria Grazia Marchetti, moglie di Giorgio Lungarotti, che negli anni ‘70 iniziò a raccogliere oggetti e opere d’arte con l’idea di esporli per illustrare l’importanza del vino nella nostra cultura. Anche in questo caso l’abbinamento migliore è con crudi di pesce e frutti di mare ma può sposarsi bene anche con carni bianche e formaggi delicati.

Dall’Umbria ci spostiamo in Friuli con il Collio bianco Soreli 2021 doc (25 euro, 14,5 gradi)della cantina Pighin a Pavia di Udine, una delle aziende che ha fatto la storia della viticoltura in questa zona. Qui siamo di fronte a un blend di Friulano, Ribolla gialla e Istriana che, con una bella mineralità e sapidità e con un sorso molto elegante, si sposa bene con sformati di verdure ma anche con piatti un po’ più complessi come delle lasagne ai funghi. Restiamo nel territorio del Collio con un’altra cantina, Gradis’ciutta, piccola anche questa ma una vera eccellenza per quanto riguarda la produzione vinicola di questo lembo nel nord est del Friuli, una terra ricca di storia, di incroci di popoli e di grandi vini. Assolutamente da provare il Collio Riserva 2018 doc (40 euro, 14,5 gradi), un blend di Ribolla Gialla, Friulano e Malvasia, elegante, di grande intensità sia nei profumi che nel sorso e con una lunga capacità di invecchiamento. Proprio per questo il suo abbinamento merita piatti più complessi, carni bianche elaborate o formaggi stagionati. Altro vino da segnalare è il Gradis’ciutta Monsvini 2018 (40 euro, 15 gradi). Siamo di fronte a un rosso di grande spessore, frutto di un blend di Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, con profumi che quasi inebriano di violetta, amarena e cioccolato fondente e un sorso ampio con tannini ben presenti ma molto eleganti. In questo caso il suo matrimonio d’amore è con piatti di selvaggina, brasati, agnello alla brace.

Di rosso in rosso ci spostiamo in Toscana nello splendido borgo di Montepulciano, tra la Valdichiana e la Val d’Orcia, dove, in pieno centro storico si trova la Cantina Talosa, aperta anche per visite al pubblico. Tra i vini che meritano sicuramente di essere portati in tavola c’è il Nobile di Montepulciano Alboreto 2020 Docg, (19 euro, 14 gradi) un classico di questa zona, con profumi di frutta rossa e una leggerissima vaniglia mentre in bocca si sente subito una sfumatura di liquirizia, cuoio e ancora frutta rossa. Complessivamente un bel sorso, equilibrato, molto godibile che ben si abbina con carne alla brace, arrosti e selvaggina. Sicuramente da assaggiare anche il Nobile di Montepulciano Talosa riserva 2019 Docg (33 euro 15 gradi) dove sentori di frutti di bosco, tabacco e spezie accarezzano naso e palato, senza mai però prevalere l’uno sull’altro. I tannini ci sono e si sentono ma sempre molto gradevoli, il suo abbinamento perfetto è con un piatto tipico di questa zona, i pici o le pappardelle al ragù.

Per gli ultimi vini ci spostiamo in Sicilia, iniziando dalla cantina Duca di Salaparuta, una pietra miliare della storia vitivinicola di questa regione, che ha appena toccato i suoi 200 anni di storia. Per festeggiare il traguardo raggiunto ha presentato una edizione speciale del suo Bianca di Valguarnera Igt 2021 (38 euro, 13,5 gradi). Si tratta di una Inzolia in purezza, prodotto in 12 mila bottiglie, che colpisce subito per la sua sapidità che ben ricorda che qui ci troviamo su un’isola e il mare fa sentire il suo calore e la sua robustezza, ma con un sorso ammaliante e avvolgente tra erbe aromatiche, note minerali e marine. L’ideale è degustarla con primi piatti a base di pesce come un risotto alla crema di scampi.

Nasce invece su un’isola delle Eolie, a Lipari, il Nero Ossidiana 2021 Igt di Tenuta di Castellaro (27 euro, 13 gradi), un’espressione di tipicità di questa terra, nell’incontro fra terra, mare e suoli vulcanici. Un’impronta che arriva già nel nome, pietra vulcanica per eccellenza, e che poi si ritrova nel bicchiere, fra toni di frutta rossa, agrumi, note speziate dolci ma anche tanta mineralità e sapidità. Il giusto equilibrio è stato trovato in un blend di due antichi vitigni della Sicilia, il Corinto nero e il Nero d’Avola, allevati su colline a 350 metri di altezza che guardano verso il mare. Da provare con pesci saporiti ma anche con carni alla griglia.

Infine per un vino dolce torniamo in Toscana, sulle colline che guardano verso Pisa, a Morrona di Terricciola dove l’azienda Sorelle Palazzi produce il Vin Santo del Chianti Riserva DOC (23 euro, 13,5 gradi) una vera e propria “poesia” per il palato, tra profumi di frutta secca, miele tabacco e spezie e un sorso equilibratissimo tra note dolci e acidità. La cantina merita una visita solo per accedere alla stanza dove vengono conservati i caratelli nei quali viene lasciato ad affinare per cinque anni. Da provare con formaggi stagionati o sulla pasticceria secca e dolci da forno. (Tutti i vini segnalati si possono acquistare online).

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