Sono pagine che scorrono veloci, una narrazione a tappe del percorso di Diego Vitagliano, pizzaiolo napoletano che non sa solo impastare, ma immaginare grandi squadre affiatate, con qualità e replicabilità
“La pizza napoletana tra creatività e tradizione”, si chiama così il libro di recentissima uscita, firmato dal noto pizzaiolo napoletano Diego Vitagliano ed edito da Italian Gourmet. Pagine godibili che raccontano l’inizio, i traguardi e tutto quello che c’è stato in mezzo. Tra idee, studio, collaborazioni ed intuizioni che, ex post, gli hanno dato ragione.
<<Avevo solo 14 anni quando ho intrapreso un viaggio che ha trasformato tutta la mia carriera e l’intera prospettiva della mia vita>>, sono le parole di Vitagliano ed è un pathos a cui questi portenti del settore pizza ci hanno un po’ abituati. Ore ed ore di dedizione, di prove e di ricerca. A sentirli parlare sembrano adulti fatti e formati, ma anagraficamente sono giovani e Diego non fa eccezione. Una vita intensa, la loro, con un forte desiderio di emergere che ti costringe a maturare in fretta, sfidando molte sliding doors che sembrano tutte canti di sirena. E invece bisogna scegliere, prendere una direzione e andare. Mettendo in conto i sacrifici costanti, compresa la famiglia che vedi pochissimo, ovviamente l’ambizione e per qualcuno arriva l’intuizione giusta, quella che ti renderà diverso nel mare magnum del mercato.
Diego Vitagliano rientra di diritto nella new wave dei giovani pizzaioli campani, un movimento forte e inaspettato, foriero di forti cambiamenti nel settore. Bravi il doppio perché, dove la tradizione si fa ingombrante, a tratti soffocante, essere diversi implica carattere. Non oggi, quando la strada è già dritta e spianata, il difficile è venuto prima, quando bisognava cambiare tra critiche e detrattori. Ebbene, Diego Vitagliano può dirsi fiero di essere nella cosiddetta first generation, quella che ha respirato l’urgenza di un cambiamento, nelle pizze e nella pizzeria. Nell’impasto, nei condimenti, nell’imparare a concepirsi impresa. Non era scontato che tutto ciò accadesse e nemmeno che avrebbe portato ad un muro di suono di tale portata da travolgere lo stuolo che conosciamo di pizza lovers adoranti. Tutti amiamo la pizza, ma loro di più: amano il pizzaiolo e quello che rappresenta: Diego Vitagliano è un vincente e non si sente per niente arrivato.
Pizza napoletana contemporanea, la sua, quella con il cornicione ben pronunciato, scioglievole al centro, materie prime d’eccellenza e grande digeribilità. Il libro “La Pizza Napoletana tra creatività e tradizione”, pubblicato da Italian Gourmet, ripercorre le tappe e accende l’attenzione sull’importanza della ricerca, sulla necessità di ampliare l’offerta con impasti innovativi e ricette in grado di raccontare il territorio, ma non solo.
Una storia affascinante, insomma, cambiare, ma rimanere sé stesso. Umili origini per Vitagliano, i primi passi li ha compiuti come porta-pizze, poi in rosticceria e poi e poi e poi.
Di Vitagliano apprezziamo l’uso della biga o del poolish, solitamente riservati alla panificazione: un modello nuovo, più colto, a cui la pizzeria dedita all’impasto diretto si è rivolta per migliorare. Insieme all’attenzione per la digeribilità, la scelta delle farine e la gestione della catena del freddo: le pagine del libro ricordano soprattutto questo, che niente si fa in un giorno. Libro molto utile soprattutto per i più giovani, tristemente dopati da risultati facilmente raggiungibili, ma privi di fondamenta e destinati ad implodere. Questione di tempo, ma nessuno ci farà caso perché continuerà a guardare quelli come Diego Vitagliano, quelli solidi. Nelle sue pizzerie abbiamo imparato a notare e ad apprezzare anche il grande lavoro svolto in sala, con staff preparato, rapido, organizzato. C’è stata l’introduzione della figura del sommelier e di tutti quei servizi che servono ad allargare l’esperienza, anche se sei in pizzeria. <<La strada è stata lunga, e lo è ancora>>.
Oggi il brand 10 Diego Vitagliano Pizzeria, nato nel 2016, è ancora in forte crescita: tre pizzerie tra Napoli e Pozzuoli, tanti eventi importanti in giro per il mondo, nuove aperture in arrivo e un grande interesse anche dall’estero, come il progetto temporary che ha visto l’apertura di una pizzeria a Doha (Qatar) durante gli ultimi mondiali di calcio.
<<Ho dato tutta la mia vita alla pizza e forse anche di più, ma mi rendo conto che è ancora poco, ed è per questo che continuerò ad impegnarmi, fino a quando avrò le forze di farlo>>.
Lunga vita e prosperità al sorriso di Diego, gentile e sempre accogliente. Giovani d’esperienza che ci piacciono perché non partono dalla fine, ma girando ogni singolo episodio. Professionisti per i quali il finale non esiste perché, in realtà, loro amano il viaggio.
Foto © Alessandra Farinelli