Vino, bellezze naturalistiche e cucina verace. Il Chianti è un territorio che racchiude il trittico delle eccellenze made in Italy e noi ve ne raccontiamo gli aspetti più suggestivi.
Infiniti sono i rimandi immaginari che collocano il nostro Paese nell’Olimpo delle eccellenze mondiali e che lo rendono una delle mete turistiche più ambite della galassia del Bello, della Storia, dell’Arte e della grande Cucina. Il temine Chianti certamente va annoverato tra i più importanti facenti parte dell’immaginario collettivo mondiale quando si pensa all’Italia. Un territorio bellissimo, un’eccellenza enologica, una grande cucina: un termine che racchiude un trittico di perle tutte italiane di cui farsi un gran vanto.
Il territorio
Da un punto di vista geografico, i confini del Chianti non sono definiti in modo netto. Tuttavia, il territorio si può considerare compreso tra le province di Firenze e Siena e offre, a chi lo visita, un susseguirsi di paesaggi unici, contraddistinti da dolci e verdi colline, ampie distese di vigneti ed oliveti, piccoli borghi, antiche fortezze, caratteristiche pievi romaniche e case coloniche in pietra. I paesaggi del Chianti sono talmente belli e particolari, da venir spesso fotografati e riprodotti in cartoline e calendari distribuiti in tutto il mondo.
Dal punto di vista storico, per secoli, il Chianti ha compreso la zona dei comuni di Gaiole, Radda e Castellina, parte della vecchia Lega del Chianti, costituita nel lontano 1384 dalla Repubblica Fiorentina. In ogni piccola cittadina è possibile imbattersi in cantine, castelli o semplici fattorie, il cui nome trova collocazione accanto al celebre marchio del Gallo Nero, simbolo del Chianti d’eccellenza. La valle offre panorami di grande fascino: colline coperte da vitigni, magnifici boschi di castagni, querce, lecci e suggestivi borghi medievali ricchi di testimonianze artistiche come Greve in Chianti, con la sua antica piazza triangolare delimitata da palazzi, portici e loggiati.
Altro caratteristico centro è Radda in Chianti che all’interno della cinta muraria originaria, comprende l’antico borgo con il palazzo del Podestà e il vecchio castello, mentre nei dintorni custodisce due meravigliose pievi romaniche. Meritano una visita anche Castellina in Chianti, con la caratteristica piazza centrale attraversata dalla medievale via delle Volte e la sua rocca, sede del museo archeologico e Gaiole in Chianti, circondata da castelli di valore storico come quello di Fonterutoli e quello di San Leonino.
Il vino
Questa meravigliosa valle, dominata da antiche tradizioni e specialità gastronomiche, rivela con forza anche il profondo amore per il suo prodotto d’eccellenza: il vino Chianti, conosciuto e apprezzato anche oltre i confini nazionali grazie certamente al Barone Bettino Ricasoli, illustre politico dell’800 ed imprenditore vitivinicolo di grande lungimiranza, che nel 1872 ne creò la formula che ancora oggi ritroviamo nell’attuale Chianti Classico.
Con la costituzione della zona vinicola, nel 1932, il territorio noto come Chianti venne notevolmente ampliato. Da sempre, infatti, la storia di questo territorio è indissolubilmente legata ai vini prodotti in queste zone. Il Chianti è perciò la destinazione ideale per un viaggio nella tradizione enogastronomica toscana: i comuni presenti in quest’area, infatti, sono parte della zona di produzione del vino rosso Chianti DOCG, conosciutissimo nel mondo intero. I vitigni di Sangiovese, alla base del Chianti Classico, si distribuiscono sulle colline di questo territorio, lasciando spazio, qua e là, a paesi e a borghi arroccati le cui vie emanano i profumi delle cantine.
Le due denominazioni di Chianti
Chianti e Chianti Classico dunque? Si, questo prezioso vino che prende il nome dal suo territorio, si divide in due denominazioni con un disciplinare, una zona di produzione e un Consorzio di tutela diversi. E per ovvi motivi, differenti sono anche le sensazioni che i due prodotti daranno.
“Chianti” indica una zona compresa tra le provincie di Firenze e Siena ma la denominazione “Classico” nasce nel 1716, quando il Granduca Cosimo III emise un decreto nel quale definiva i confini di una zona più ristretta all’interno della fascia chiamata semplicemente “Chianti”: il Chianti Classico, quindi, per ottenere questo nome, deve essere prodotto solo nei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte dei comuni di Poggibonsi, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.
Evidenziate le dovute differenze, in ogni caso questo vino si sposa perfettamente con prodotti gustosi come gli affettati – magari della locale Cinta Senese – e con piatti che escono dalle cucine del posto e che recuperano alimenti che tradizionalmente sfamavano i poveri, oggi nobilitati al punto da diventare prelibati ingredienti delle più raffinate cucine internazionali. Basti pensare a piatti come la ribollita, il collo ripieno, i fegatini di pollo e la trippa.
Un sistema perfetto per non perdersi neanche una tappa in questa zona è attraversarla percorrendo la Chiantigiana, la strada che da Firenze giunge a Siena e tanto amata dai motociclisti. Le soste prenderanno le sembianze di paesi immancabili, tra cui non possiamo non citare, in tutta loro tipicità, borghi come Montefioralle e Panzano. Perdersi tra i vicoli di questi abitati potrà rivelarsi una fortuna, quando, all’improvviso, ci si ritroverà in questa bottega sommersa di fiaschi o in quella storica macelleria, senza contare del privilegio di poter finire in un originale Museo del Vino il cui profumo inebria l’aria di questo posto magico.
Come spesso ci accade quando ci troviamo a descrivere alcuni scorci d’Italia, le parole possono aiutare a comprendere quanta bellezza si nasconde nel nostro Paese e possono attivare il nostro immaginario saziandolo in parte con l’emozione di una visita programmata in questo o in quest’altro angolo del Belpaese: è solo recandosi di persona però, respirando aria di storia, di tradizione e di cultura, che riusciremo a raggiungere l’estasi visiva e conoscitiva che completa un’esperienza.
Questo approfondimento vuole essere uno stimolo, per chi non lo avesse ancora fatto, a vivere la magia di una perla incastonata nel cuore del Belpaese che racchiude l’incantesimo di un territorio e la leggenda di un vino storico, un intreccio visivo e di piacere che ci immerge in un autentico “mito”.