Tappa romana per le 18 case storiche del vino italiano appartenenti all’Istituto Grandi Marchi, al Grand Hotel Flora, tra la full immersion pomeridiana “Walkaround Tasting” e la cena stellata di Domenico Stile.
Anche quest’anno l’evento capitolino dell’Istituto Grandi Marchi, svoltosi prima sul roof garden del Grand Hotel Flora poi nella sala interna, ha fatto apprezzare a tutti i suoi vini. Roma è inserita nel circuito internazionale del tour, al quale partecipano le 18 famiglie storiche del vino per la diffusione e la conoscenza del buon bere made in Italy. Un evento di brand che ha visto la presenza di oltre 150 operatori del settore degustare e conoscere 54 etichette, 3 per ogni cantina nel corso del pomeriggio, 100 giornalisti provare 18 vini abbinati alla cena stellata di Domenico Stile la sera.
Cosa accomuna l’essere una cantina dell’Istututo Grandi Marchi? Nello statuto vari parametri regolano le caratteristiche di appartenenza, ma forse due in particolare sono riconducibili all’iniziativa in corso quest’anno il Walkaround Tasting: “essere universalmente riconosciuti per la qualità superiore dei prodotti e le eccellenti tecniche di produzione e condividere gli stessi valori, strategie e operare con profondo senso di collaborazione”.
I produttori sono diventati ambasciatori in prima persona della cultura italiana dei loro vini, insieme sono riusciti a consolidare la loro reputazione e sempre insieme si prodigano per raggiungere fette di mercato sempre piú ampie.
Dopo la tappa canadese e quella romana i 18 “Vignaioli” partiranno alla volta degli Stati Uniti d’America dove saranno al ristorante Masseria Dei Vini di New York, mercoledì 19 ottobre, per un tasting organizzato in collaborazione con Wine Spectator, dedicato ai sommelier, ristoratori ed enotecari della Grande Mela.
Durante la serata capitolina il presidente prof. Piero Mastroberardino ha sottolineato l’importanza di fare rete sia tra i produttori ma anche con i giornalisti di settore, grazie ai quali si fa crescere la cultura del vino e in maniera specifica la differenza dei vini italiani legati a regioni con terreni completamente differenti. Premiata con una targa dall’Istituto Grandi Marchi una penna internazionale dell’informazione in campo, la giornalista Monica Larner un riconoscimento “alla passione mostrata nel comunicare l’eccellenza del vino italiano nel mondo”
Si è parlato anche di campagna social più vicina ai giovani, perché nelle antiche famiglie del vino ci sono le nuove generazioni a lavorare fianco a fianco con i loro genitori e zii sulla scia dei nonni, portando innovazione alla comunicazione. A loro è stata data voce, durante la cena, in un video divertente, dove oltre a raccontare il vino, hanno sfogato le loro passioni: musica, sport, arte. Ed è proprio l’approccio dei giovani verso i giovani è la carta vincente che porterà conoscenza agli junior wine lovers.
In una nota divertente il prof. Piero Mastroberardino ha raccontato che, durante una masterclass la domanda di un ragazzo è stata “quanti vini devo degustare per iniziare a capire qualcosa?”. Ciò induce a far riflettere: coloro che si approcciano al mondo del vino devono studiare molto ma i contenuti devono essere anch’essi di ottima qualità, aggiornati e fruibili con tutti i mezzi.
I soci dell’Istituto Grandi Marchi
Le 18 case del vino dell’Istituto Grandi Marchi: Alois Lageder, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Argiolas, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Col D’Orcia, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Marchesi Antinori, Masi, Michele Chiarlo, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
I vini delle 18 case viticoltrici dell’ Istituto Grandi Marchi e la cena di Domenico Stile
Polpo arrosto Agnello alla Villeroy Risotto Mousse di pastiera
Scelto ancora una volta per accompagnare i vini dell’Istituto Grandi Marchi lo Chef Domenico Stile del ristorante Enoteca la Torre a Villa Laetizia.
Ad accogliere i palati degli ospiti sono stati i seguenti finger food: mozzarelline i carrozza al pomodoro fumè, rocher di bufala con nocciole e pere, pizzettine soffiate alla marinara, blinis al grano saraceno, creme fraiche con erba cipollina, lime e caviale. A questi sono stati accompagnati calici di Ca’ del Bosco Annamaria Clementi DOCG 2014 e Carpenè Malvolti 1868 Conegliano Valdobbiadene prosecco Superiore DOCG Brut.
La cena placè è iniziata con un antipasto al profumo di mare ossia il polpo arrosto con cavolo viola e pere e Ras-el-anut scelto per degustare 3 vini: Alois Lageder Versalto, Pinot Bianco Alto Adige DOC 2021, Umani Ronchi – Vecchie Vigne, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC Biologico 2020, Jermann Capo Martino, Venezia Giulia IGT 2020.
È stato poi servito uno dei piatti iconici di Stile: il risotto cacio con 3 pepi, mela e scalogno abbinato a Tasca d’Almerita Contrada Sciaranuova V.V. Etna rosso DOC 2017, Lungarotti Rubesco, Vigna Monticchio Torgiano Rosso DOCG Riserva 2017, Michele Chiarlo Cerequio Barolo DOCG 2017, Pio Cesare Mosconi Barolo DOCG 2017.
L’agnello alla Villeroy è stato poi accompagnato da Marchesi Antinori Badia A Passignano, Chianti DOCG Gran Selezione 2019, Ambrogio e Giovani Folonari Tenute Cabreo Il Borhgo, Toscana IGT 2018, Rivera Puer Apuliae Castel del Monte Nero di Troia DOCG Riserva 2016, Col d’Orcia Poggio Al Vento, Brunello di Montalcino DOCG Riserva 2012.
A continuare la cena dei privilegiati ospiti altri quattro vini accompagnati da una selezione di formaggi: Tenuta San Guido Guidalberto, Toscana IGT rosso 2020, Argiolas Turriga, Isola dei Nuraghi IGT 2018, Mastroberardino Radici, Taurasi DOCG Riserva 2016, Masi Riserva di Costasera Amarone Classico della Valpolicella DOCG 2016.
Il Donnafugata Ben Ryè 2019 Passito di Pantelleria ha chiuso l’elegantissima galoppata enogastronomica accompagnato da una mousse di pastiera, gel di pompelmo caramellato e dragoncello.