Avete già deciso quali saranno i vini per le feste di Natale? Noi abbiamo incontrato tre aziende in Campania e ciascuna di loro ci ha suggerito due etichette indimenticabili.
Alla fine il Natale è quasi arrivato. Lunghe dissertazioni sui menu di quei santi giorni, ma sul vino spesso s’improvvisa, ci si accontenta. Peccato. Un gran piatto diventa grandissimo con un vino degno accanto. Dove ‘degno’ non è sinonimo di prezzo da capogiro, ma di qualità. Significa profumi e sapori armoniosi, aziende vinicole che lavorano con cura. Ne abbiamo incontrate tre, in giro per la Campania. Ciascuna di loro ha raccontato qualcosa di sé, proponendoci due vini per le Feste, un bianco e un rosso. Puntando rigorosamente su vitigni del territorio. Immaginando un 24 dicembre a base di pesce ed un 25 con più robuste proposte di carne. Si sa che il momento è difficile, sarà un Natale di mancanze. Per questo abbiamo preteso vini di lunga persistenza emotiva. Facciamo pure, indimenticabili.
Donnachiara
Azienda vinicola in provincia di Avellino, a due passi da Montefalcione. Cantina moderna, vigneti antichi, conduzione quasi tutta al femminile. Parliamo della famiglia Petitto, attuali proprietari. Con una brillante Ilaria che ci fa da interlocutore. Lei che, di quella Donna Chiara, è la pronipote. Ci parla subito di qualità estrema, di cura dei particolari e di sostenibilità. “Donnachiara produce vino con il sole”. Legambiente chiosa così, inserendo Ilaria e famiglia nell’elenco speciale dei Comuni Rinnovabili 2018. L’unica azienda irpina che racconta anche una storia di ecosostenibilità. E con garbo consapevole, ci raccomanda due vini dei suoi.
Fiano di Avellino docg Bio Empatia 2019
“È un bianco a cui sono particolarmente legata, lo produciamo qui a Montefalcione, il paesino che abbiamo scelto come sede aziendale.” Comune meno conosciuto della vicina Lapio, la città del Fiano di Avellino per eccellenza. “Produrre un Fiano anche qui da noi, significava dare voce alla nostra piccola, grande realtà.” Premiato con i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso 2020, la produzione conta 5.000 bottiglie numerate. Certificate come biologiche. Escursioni termiche e terreni argillosi caratterizzano un vino fresco, elegante, carico di agrumi e macchia mediterranea. Entusiasmante con crudi e crostacei.
Taurasi docg 2016
Uve Aglianico in purezza. Taurasi è, invece, il nome del comune, in provincia di Avellino, dove è concessa la denominazione. Ilaria non si rassegna, “un grande vino rosso che stenta ad ottenere il riconoscimento che merita. Alla stregua di altri grandi italiani come Amarone, Barolo e Brunello che, tra l’altro, costano quasi il doppio.” Rubino tendente al granato, di grande struttura, ampio per respiro e persistenza. Sentori di ciliegia e di caffè tostato. Richiede l’abbinamento con importanti piatti di carne.
Cantine Astroni
È il vino dei Campi Flegrei. L’azienda si trova sulle pendici esterne del cratere degli Astroni, tra Napoli e Pozzuoli, un tempo riserva di caccia Borbonica, oggi oasi naturale WWF Italia. Tra mito e vulcano, un enorme lavoro di valorizzazione di quel patrimonio enoico che conta quattro generazioni. “Un rapporto con la terra viscerale, con il coraggio dell’innovazione”. L’obiettivo primario resta focalizzato su Falanghina e Piedirosso dei Campi Flegrei, vitigni autoctoni per eccellenza, la cui potenzialità in parte è ancora inespressa. Si lavora puntando sull’eleganza. Ascoltando l’ambiente, interpretando la materia prima e trasformandola in un prodotto di alta qualità.
Colle Imperatrice Falanghina Campi Flegrei dop 2019
La Falanghina qui, più che un vitigno, è un’istituzione. Farci il vino significa dedicare una poesia al proprio territorio. Cantine Astroni ce ne regala un’interpretazione più che all’altezza. Di colore giallo paglierino, riflessi dorati e sfumature verdi appena accennate. Bella intensità olfattiva, fine, complessa, fiori e note fruttate. Al gusto si rivela fresco, morbido, di strabiliante sapidità. Un vino equilibrato e di buon corpo che accompagna piatti leggeri soprattutto di mare.
Piedirosso Campi Flegrei Colle Rotondella dop 2019
Il Piedirosso è detto anche Per ‘e Palummo perché, giunto a maturazione, presenta un raspo di colore rosso. Come la zampa di un piccione. Vitigno tipicamente campano, di più, partenopeo. Diffuso principalmente nelle aree vulcaniche della provincia di Napoli. Il Colle Rotondella viene prodotto con le uve della Tenuta Camaldoli. Colore rosso rubino con riflessi violacei. Profuma di ribes, ma anche di viola. Infine, rassicura con quell’affumicatura inconfondibile del vitigno. Secco, morbido, il tannino è discreto. Fresco, sapido, di buona persistenza, accompagna piatti di carne di media struttura.
Cantine Antonio Mazzella
Salpiamo alla volta di Ischia, l’isola più grande del Golfo di Napoli. Il pensiero vola veloce alla Biancolella e così sarà. Coraggio, intuizione, saper guardare lontano. Cantine Antonio Mazzella si traduce in tre generazioni di viticoltura eroica, anzi, acrobatica. Vigne allevate a strapiombo sul mare, con lo iodio che è proprio lì, ad un palmo di naso. Il bello dei vini Mazzella, sensazioni a parte, è che ogni bottiglia è uno scrigno di mistero e sperimentazione. Nicola, la terza generazione, ha determinato la virata definitiva. Si muove sicuro sui fili della tradizione e dell’azzardo. Senza mai perdere l’equilibrio.
Biancolella doc Vigna del Lume 2019
Vigna del Lume è il fiore all’occhiello dell’azienda. Centocinquanta metri sul mare e terreni aspri in forte pendenza. È qui che vengono allevate le viti. A ridosso del mare, quel mare che l’uva sembra quasi sfiorare, inspirandone tutto lo iodio. Uva Biancolella in purezza, sorso pieno, intenso, salmastro. Dentro pulsa di macchia mediterranea, muschio e agrumi in primis. Accompagna bene la cucina di pesce, leggera e profumata. Il Vigna del Lume 2017 è stato eletto ‘Miglior vino bianco d’Italia’ al Vinitaly 2018.
Nero70
Nato per festeggiare il settantesimo anniversario della cantina, Nero 70 viene prodotto “quando si può”. È un esperimento di vendemmia tardiva, le uve (Aglianico e Piedirosso) restano ad ipermaturare sulla pianta fino a metà novembre. A quel punto, condizioni meteo permettendo, si deciderà se vinificare oppure no. Un vino mistico. Un inevitabile accordo con madre natura, in cambio di un prodotto eccezionale e raro. Rosso intenso, carico di spezie e frutti rossi. Corposo, pieno, di grandissima godibilità. Accompagna carni rosse e selvaggina, così come formaggi stagionati.