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Tazio: l’esperienza della prima cena in hotel post dpcm

Cenare in hotel dopo il decreto è, ad oggi, l’unico modo per provare un ristorante gourmet. Al Tazio abbiamo intervistato lo chef Niko Sinisgalli e con lui abbiamo fatto il punto della situazione.

Non c’è soluzione: cenare in hotel sembra essere l’unico modo se ci vuole cenare in una città dove ci si trova per lavoro. Il nuovo decreto ci vuole a cena digiuni, se si è in viaggio. A meno di non scendere a compromessi con l’asporto o il delivery, ma da far recapitare nella stanza di un b&b. La nostra esperienza al Tazio all’interno dell’Anantara a Palazzo Naiadi a Roma, due passi dalla stazione di Termini, è stata proprio il primo giorno in cui il decreto ha imposto la chiusura alle 18 a tutti i ristoranti.

Al Tazio lo chef Niko Sinisgalli conquista con una cucina classica, un po’ di cuore, per così dire, dove si apprezza, boccone dopo boccone, una tradizione rimasta ancora pura come quella lucana. Sincera sì, nel gusto, ma arricchita dalle ultime tecniche di cottura, per quella classicità che viene apprezzata sia dalla clientela (ex) internazionale dell’albergo che dai numerosi visitatori esterni.

Al gourmet aveva appena preparato un nuovo menu, dove ha inserito gli Strascinati integrali Don Mario con pomodorini vesuviani leggermente piccanti e pecorino affumicato di Gavoy. O ancora gli Gnudi di ricotta caprina e ortiche con gambero viola su crema di zucca e tartufo bianco del Pollino.

Un plauso alle Costolette di agnello abruzzese con patate rosse di Cetica cotte sotto sale himalayano e cuore di formaggio Bettelman della Val Formazza. In conclusione però non si può dimenticare l’alzatina della piccola pasticceria che sfrigola appena il ghiaccio secco bagna la superficie della piccola torretta che racchiude delizie golose.

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Il punto della situazione al ristorante Tazio

Non ci perdiamo d’animo” racconta lo chef Niko Sinisgalli che aveva da poco inaugurato un percorso di degustazione in abbinamento vini, il venerdì sera. “Abbiamo subito chiamato tutti i prenotati, che ci hanno riconfermato per il sabato a pranzo, per fortuna c’è molta voglia di uscire, anche in questo momento” racconta lo chef. Si chiamerà Percorso emozionale da Nord a Sud con 5 portate e 5 calici di vino in abbinamento a 90 euro al posto dei 140 euro del menu degustazione: “ci vogliamo adeguare, anche con il prezzo, a questa situazione. “

Impossibile in questo momento fare un’alta ristorazione con 12 tavoli al massimo, per rispettare le distanze, e uno staff al completo per garantire un servizio da alta ristorazione. I costi sono esorbitanti considerando che l’hotel Anantara, che normalmente ha un 95% di occupazione con 500 stanze, oggi avrà una decina di camere occupate” racconta l’unico chef della catena in Italia, unico al mondo in una città. Ma la città Eterna valeva la presenza di Anantara. “Al contrario, ovviamente, stiamo lavorando molto con il room service, che però non giustifica un intero staff di cucina al servizio“.

Preferisco rinunciare al pranzo di Natale e al cenone di Capodanno al ristorante per ripartire con un 2021 pieno di spinta e non continuare con nuovi decreti che non ci lasciano il tempo neanche di tarare gli ordini in cucina” racconta lo chef.

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